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Librodrome #112: I Boss Fight Books ed Earthbound

Librodrome #112: I Boss Fight Books ed Earthbound

Attenzione, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit. Ma solo libri che hanno in qualche modo a che fare coi videogiochi eh! Per tutti gli altri, c’è quell’altra rubrica.

Non ho giocato a Earthbound ai tempi dello SNES, quando era un titolo di culto riservato in occidente al solo pubblico americano (e a chi si serviva d'importazione, ovvio), e non ho giocato a Earthbound quando è finalmente uscito, anche da noi, sulla Virtual Console di Wii U e ha goduto di nuova giovinezza, con tanto di personalità del settore che si sdilinquivano mentre ci mettevano mano per la prima volta. Ci ho giocato, però, a fine 2018, facendolo alla mia maniera, con le mie motivazioni e il mio modo tutto un po' psicopatico di approcciare le cose: c'è troppa roba che mi interessa, troppa roba a cui non avrò mai il tempo di dedicarmi, e ho bisogno di scuse, di ragioni in qualche modo aliene. Per dire, l'anno scorso ho giocato per la prima volta ai primi due Uncharted e ai due più recenti Rayman perché volevo guardarmi dei video della GDC dedicati al loro sviluppo. Ci ho giocato, ho guardato i video. Ero soddisfatto. Giocherò mai ad Uncharted 3? Vai a sapere.

E il libro di cui vi parlo oggi, primo in una serie di libri a cui mi piacerebbe dedicare del tempo, l'ho letto attraverso una “procedura” simile. Il libro fa parte della serie Boss Fight Books, nata attraverso una campagna di raccolta fondi su Kickstarter, che propone volumi dall'impostazione molto essenziale, piccoli paperback densi di testo e privi di immagini, dedicati a un gioco ciascuno. In certi casi si tratta di titoli estremamente famosi, in altri si parla di roba al massimo di culto, ma il cuore è sempre dettato da un approccio molto personale, un po' come se i nostri Racconti dall'ospizio fossero piccoli libri brossurati da duecento pagine, invece che articoli sul web dalla lunghezza a generazione casuale. Per qualche motivo, l'anno scorso, a un certo punto ho deciso che volevo provare a leggerne qualcuno. Non ricordo, onestamente, come mai. Essendo psicopatico, è andata così:

  1. ho deciso di cominciare dal primo volume. Sono numerati, che fai, cominci dal quarto solo perché ci hai giocato? Figuriamoci;

  2. il primo volume è dedicato a Earthbound e io, come detto, prima dell'anno scorso non ho mai nemmeno sfiorato Earthbound;

  3. ovviamente non posso leggere il libro senza aver giocato al gioco, tanto più che sta lì, nel mio backlog mentale, fra quelli che davvero vorrei prima o poi recuperare;

  4. potrò mai, psicopatico come sono, giocare a Earthbound, che in realtà è Mother 2, senza aver prima giocato a Mother? No, perché ho dei seri problemi;

  5. Mother, fra l'altro, è uscito finalmente in occidente, come Earthbound Beginnings, sulla stessa Virtual Console del Wii U che ha rilanciato Earthbound;

  6. insomma, a ottobre dell'anno scorso, ho tirato fuori il Wii U dalla scatola, ho acquistato Earthbound Beginnings dalla Virtual Console, ci ho giocato, l'ho finito, poi ho preso lo SNES Mini dallo scaffale, ho giocato a Earthbound, l'ho finito, poi ho acquistato il primo volume dei Boss Fight Books, me lo sono portato in Italia per le vacanze di fine anno, l'ho letto, l'ho finito;

  7. giocherò mai a Mother 3? Può essere. Di sicuro mi incuriosisce, ma insomma, vai a sapere. Forse ho bisogno di un libro o un video che mi spingano a farlo.

Mother, o Earthbound Beginnings, fate voi, è un gioco che oggi richiede pazienza. Non tantissima, eh, c'è molto di peggio, a tema NES, ma certamente bisogna avere lo spirito giusto, quello dell'archeologo, di chi vuole scoprire roba vecchia ed è pronto a tollerare cose che oggi non tolleriamo più. Il grinding, di nuovo, non è atroce ai livelli dei primi Final Fantasy e, anzi, ci sono anche diversi strumenti per domarlo, ma comunque è presente in maniera significativa e credo che sia dura farne davvero a meno. Giocandoci, ho avuto almeno tre o quattro momenti in cui mi sono dovuto "fermare" per far salire di livello i personaggi, soprattutto quelli appena aggiunti al party. Però, non mi è pesato. Come mai? Beh, innanzitutto perché siamo nel 2018 e c'è un ottimo metodo per snellire il peso del grinding: ne approfitti per sfoltire il backlog dei podcast. In secondo luogo, il gioco non è eccessivamente lungo, tant'è che l'ho completato in una dozzina d'ore. Ma soprattutto, Earthbound Beginnings (dai, chiamiamolo così), è uno spacco. Sicuramente è rozzo sotto tanti punti di vista, oltre che caratterizzato da tutta una serie di asperità e ingenuità tipiche dell'epoca, ma è comunque sorprendente per il modo in cui riesce lo stesso a risultare fresco e moderno, a testimonianza di quanto fosse avanti e fuori dagli schemi nella sua concezione (non a caso giunta dalla mente di un uomo, Shigesato Itoi, prestato ai videogiochi ma "nato" altrove). La narrazione e, in generale, la caratterizzazione di personaggi, ambienti, mondo di gioco, sono completamente fuori di testa, sovrabbondanti di trovate incredibili, e faccio veramente molta fatica a credere che, nel loro concepimento, non sia stata coinvolta della droga. Le meccaniche sono semplici, essenziali, da JRPG all'acqua di rose, chiaramente pensate in un ottica Nintendiana di apertura a un pubblico il più ampio possibile, ma sorprendono comunque per l'attenzione riposta nella praticità d'uso, per le idee non banali, per una profondità superiore rispetto a quanto possa sembrare inizialmente e per certe trovate che davvero lasciano a bocca aperta. E poi il racconto è dolce, profondo ed efficace, pur nella sua semplicità, che lavora di simboli e allegorie. Insomma, Earthbound Beginnings è molto, molto grezzo, sì, ma secondo me è già un piccolo diamante.

Earthbound, però, eh, ah, è un'altra cosa. Il passo avanti sul piano tecnologico, ovviamente, è clamoroso, con un livello di caratterizzazione e di profondità del mondo di gioco che, pur oggi invecchiatuccio, al confronto appare fuori scala. Ma, al di là di quello, è il gioco che porta a compimento idee, concetti, narrazione, un po' tutto ciò che comunque funzionava e convinceva nell'incarnazione su NES. L'approccio narrativo rimane fuori di cozza nella maniera più completa, ma trova maggiore solidità, coerenza, compattezza, nel portare avanti un racconto che è sostanzialmente remake, aggiornamento, ampliamento e, pur conservando il suo taglio fanciullesco e allegorico, raggiunge nuovi livelli di profondità tematica. La struttura di gioco aggiunge qualche novità interessante e snellisce certi processi (ma si perde inspiegabilmente per strada il tasto della corsa, maledetti!), pur conservando a grandi linee l'impostazione originale. Stupisce e colpisce, però, la maniera completamente folle in cui le trovate deliranti sul piano narrativo influenzano come e più che in Earthbound Beginnings le meccaniche. Il grinding, fra l'altro, quasi scompare. Ho detto "quasi", eh, ma diciamo che, se si gioca con attenzione e senso pratico, è possibile non esserne veramente colpiti. Di sicuro, io, nelle abbondantissime venti ore che ho impiegato per completare Earthbound, non mi sono mai trovato a dover girare a caso alla ricerca di incontri casuali con cui potenziare il party. E, come detto, con Earthbound Beginnings mi è capitato, eccome.

Il diamante, in Earthbound, è raffinato, complesso, soddisfacente. Certo, richiede comunque una certa "voglia", se ci si vuole giocare oggi, ma caspita, se merita. Di contro, non so se consiglierei di recuperare Earthbound Beginnings, ma devo ammettere che sono contento di averlo fatto, godendomi così tutto il gioco di rimandi, omaggi, recuperi e rielaborazione (delizioso il modo in cui cambiano i temi musicali) operato dal seguito. Non è necessario, sono due giochi indipendenti, ma se siete come me, oh, ne vale la pena.

OK, però, in teoria, io non sarei qui per fare un pippone su roba a cui ho giocato l'anno scorso, ma per parlare di un libro che ho letto l'anno scorso. Earthbound, primo volume dei Boss Fight Books, è firmato da Ken Baumann, attore e scrittore, che si rivela qui narratore più che discreto. L'approccio, come dicevo là in cima, è assai personale e vede Baumann raccontare il gioco attraverso il filtro della propria vita. Al contrario del sottoscritto, lui ha giocato a Earthbound all'epoca, assieme al suìo fratello maggiore, e ci ha rigiocato mentre lavorava sul libro. Il suo racconto si articola quindi su quattro piani, ponendo in parallelo i ricordi nostalgici degli anni vissuti da giocatore a malapena preadolescente, il presente di uomo adulto che riscopre un passato ostico, l'analisi di un gioco mescolata fra i due punti di vista, l'integrazione di aneddoti, curiosità, informazioni che arrivano dal processo di sviluppo e da interviste successive alla pubblicazione (a proposito: nella bibliografia conclusiva vengono suggeriti articoli e interviste agli sviluppatori, disponibili online e di grandissimo interesse). Ne viene fuori un minestrone affascinante, che analizza Earthbound tramite uno sguardo singolare ma, tutto sommato, capace di farsi universale. Di certo, è un libro molto specifico, dedicato a chi conosce il gioco, ma questo era prevedibile. Personalmente, l'ho trovato un'ottima lettura avendo in testa Earthbound fresco, appena completato e scoperto solo in età adulta, ma immagino che assuma tutto un altro fascino per chi lo conserva fra i ricordi di gioventù. Nel complesso, comunque, lo consiglio a chi si sente in target e, più in generale, mi sembra un ottimo biglietto da visita per i Boss Fight Books, che per altro hanno raggiungo la quarta stagione, per un totale di ventidue volumi.

I Boss Fight Books vengono venduti direttamente tramite il sito ufficiale dell'editore, in formato paperback e Kindle, ma sono reperibili anche su Amazon, seppur un po' accazzodecane. Però, insomma, quello dedicato a Earthbound lo trovate su Amazon Italia cliccando qui o anche su Amazon UK, cliccando qua. Come al solito, se fate acquisti su Amazon partendo dai nostri link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza sovrapprezzi per noi.

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