Fire Emblem Echoes perde il giochino del petting in cambio di villaggi e dungeon, ne sarà valsa la pena?!?!?
Fire Emblem Echoes è il terzo gioco della serie di Fire Emblem (o quarto, se consideriamo i due Fates) per il portatile “piccolo” di casa Nintendo ed è anche l’n-millesimo episodio di questa serie che, dopo un'infanzia da gioco strategico serio con l’estetica fantasy giapponese anni ‘80, ha seguito la sua vocazione e si è trasformata in fan-fiction soft erotica, con sotto un minigame strategico. Battute a parte, Echoes è davvero il diciottesimo gioco di una serie che negli ultimi anni è diventata super popolare, grazie all’azzeccata scelta di aggiungere al solido gameplay da strategico a turni una corposa parte di romance che, insieme ai personaggi sempre giovani, belli e ammiccanti, come solo i PG giapponesi possono essere, è piaciuta molto ai fan. Dal punto di vista tematico, Echoes continua nel solco della tradizione iniziata da Awakening, rinunciando ad alcune delle scelte più discutibili di Fates, ovvero la divisione del gioco in capitoli venduti separamente, e il minigioco “tocca qui”, che in effetti era un po’ fuori luogo. In generale, l’atmosfera è un pochino più seriosa e classica, non a caso Echoes è il remake di un Fire Emblem precedente, Fire Emblem Gaiden, il secondo episodio della serie mai arrivato in occidente. Ma d’altro canto, essendo passati ben venticinque anni tra l’originale e il remake, le differenze sono talmente tante che possiamo considerare Echoes a tutti gli effetti un gioco inedito e perfettamente adatto al 2017.
Fire Emblem Echoes racconta la storia di due eroi del regno di Valentia, Alm e Celica (come la Toyota), che dopo un’infanzia insieme vengono separati e lottano ognuno per conto proprio per difendere il regno di Zofia dall’impero di Rigel, che naturalmente si avvale dell’aiuto di forze soprannaturali e non troppo benigne. Dal punto di vista del gameplay, questa premessa offre la possibilità di seguire, almeno inizialmente, la storia da due punti di vista diversi, un po’ come avvenne in Sacred Stones per GBA, o anche nei due Fates, però più comodamente in un’unica cartuccia. Inoltre, da un certo punto in poi, è il giocatore che può scegliere di giocare alternativamente le missioni di Alm o quelle di Celica, che si svolgono contemporaneamente in punti diversi del regno. Una bella idea che, insieme alle missioni opzionali reperibili nelle mappe, rende Echoes uno dei Fire Emblem dalla struttura più aperta.
In termini di gameplay, ci sono un paio di novità importanti e tante piccole sfumature che lo differenziano dai capitoli precedenti. Le due novità sono la possibilità di esplorare villaggi e dungeon: i primi tramite una mappa di navigazione a punti di interesse e schermate fisse, in cui ci si sposta per esempio dalla piazza principale alla taverna, e in ogni ambientazione si può parlare con le persone in loco o cercare oggettistica, molto in stile visual novel. I dungeon sono invece al 100% in stile RPG e immagino siano un piccolo assaggio di quello che sarà Fire Emblem Warriors il prossimo autunno: telecamera in terza persona, possibilità di correre ed eseguire attacchi per distruggere erba, rocce e oggetti vari. E in generale, il tono delle animazioni ricorda un SACCO quelle dei Warriors. La differenza principale sta nel fatto che essendo questo uno strategico, non appena si prende a testate un nemico, il gioco passa alla visuale classica a scacchiera. Naturalmente, gli incontri casuali sono molto brevi e, a parte poche eccezioni, si possono vincere tranquillamente in automatico, in particolare se si gioca senza permadeath.
Tra le altre variazioni sul tema, quelle più significative sono i passaggi di classe dei personaggi, che ora si possono eseguire solo in prossimità di certe statue, generalmente collocate in punti del menga tipo in mezzo ai dungeon, e le armi, che non si consumano più come avveniva nei vecchi Fire Emblem, ma riprendono quello che mi pare di capire sia il sistema di Fates (a cui non ho giocato): hanno usi infiniti e si possono far evolvere presso i fabbri, cacciando la grana. Infine, Echoes introduce anche una nuova funzionalità, ovvero l’abilità di “riavvolgere” la battaglia di uno o più turni e cambiare le scelte fatte in precedenza. Si tratta di un sistema molto molto simile a quello di Tactics Ogre: Let Us Cling Together per PSP (un giocone), che in questo caso non è particolarmente ben integrata nel gioco, né a livello di storia né a livello di gameplay.
Intendiamoci, può tornare utile, ma nel complesso mi è davvero sembrata una cosa messa così a caso, tanto che non mi ero nemmeno accorto di questa funzionalità, finché per curiosità non sono andato a guardare una voce del menu che non conoscevo. Il gioco ha qualche momento ostico, per cui fa comodo avere il comando rewind, così come fa comodo utilizzare gli amiibo, che in Fire Emblem Echoes permettono di materializzare delle unità “fantasma” alleate, che per un paio di turni fanno macello sul campo di battaglia. Entrambe le funzioni non c’entrano veramente una fava col gioco, sono di fatto cheat mode legalizzati per i combattimenti difficili, però ci sono, quindi tanto vale usarle. Sempre meglio avere un’opzione in più che una in meno, no?
In conclusione, Fire Emblem Echoes mi è piaciuto molto. La parte narrativa è sempre piuttosto all’acqua di rose, come d’altronde lo è negli altri giochi della serie, ma la presenza dei villaggi aggiunge un sacco di atmosfera e mi ricorda un po’ i capitoli per GBA, dove per reclutare nuovi personaggi bisognava andare a trovarli a casa; qua è un po’ la stessa cosa, solo non si va a casa della gente, ma la si trova in piazza. I dungeon mi sono piaciuti un po’ meno, ma sono pur sempre godibili.
La parte strategica è invece sempre molto solida ed Echoes non stravolge troppo la formula. Qua e là c’è qualche picco di difficoltà, ma il gioco è nel complesso divertente e ricco di cose da fare. I personaggi sono piacenti, sempre molto ben pettinati e vestiti in modo assolutamente inadatto a combattere. Non a caso, quando sono sul campo di battaglia, a loro interessa di più parlare e flirtare. Ma se non fosse così, questo non sarebbe Fire Emblem! E nello specifico, Alm e Celica, tutto sommato, ci stanno come eroi. Se avessero vestito Celica meno da idol avrei preferito, ma insomma, ci si accontenta.
E infine un’ultima annotazione sull’aspetto tecnico: il 3D spacca! Tutti i Fire Emblem rendono particolarmente bene in 3D e questo non è da meno. Su New 3DS lo ho giocato praticamente tutto con il 3D on, tranne nelle battaglie sulle navi, in cui per qualche motivo mi dava fastidio. Per il resto, ottimissima grafica 2D ma modelli poligonali e animazioni così così. Rispetto ad Awakening, soprattutto, il motore poligonale ha i colori un po’ spenti: sembra quasi un gioco in Unreal Engine per Xbox 360! Non so il perché di questa cosa, ma il mio Fire Emblem lo gradisco con colori vibranti e senz’altro si poteva fare di meglio.
Ho ricevuto un codice per Fire Emblem Echoes da Nintendo Italia, ci ho giocato su Nintendo New 3DS XL e posso dire con tranquillità che è il gioco che mi ha fatto riaccendere questa console e portarmela tutti i giorni al lavoro, andando a sostituire in treno l’amato iPhone, che generalmente supplisce bene alle funzioni ludiche e multimediali. E ha anche resistito bene all’abbiocco da treno, che generalmente supplisce alle funzioni ludiche e multimediali pure meglio dell’iPhone. Per cui, senz’altro pollice su per la capacità di intrattenere di Echoes! A dire la verità, ci sto ancora giocando, e conto di finirlo questa settimana. E poi ci sono i mille mila DLC, per cui ne avrò ancora per un bel po’! Ah, come al solito, se acquistate Fire Emblem Echoes su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.