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Librodrome #95: Il Megadrive per immagini e non solo

Librodrome #95: Il Megadrive per immagini e non solo

Attenzione, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.

Il progetto SEGA Mega Drive/Genesis: Collected Works nasce sotto forma di campagna per la raccolta di fondi su Kickstarter nel 2013 e si presenta come libro su licenza ufficiale Sega, pensato per celebrare il venticinquesimo anniversario della console a 16 bit in nero. Al suo interno, viene raccolta una valanga fra bozzetti di produzione, disegni, screenshot, studi assortiti, progetti hardware e materiali vari, oltre a una selezione di interviste esclusive a sviluppatori dell’epoca, alcuni dei quali non si erano sostanzialmente mai concessi prima ai microfoni della stampa. Trecento pagine abbondanti, copertina rigida, formato prestigioso come è ormai tradizione per la casa editrice Read Only Memory (a cui dobbiamo, fra gli altri, lo splendido volume dedicato ai Bitmap Brothers), un concentrato di gioia finanziato da quasi centomila sterline su trentamila poste come obiettivo. Andato velocemente esaurito, il libro è tornato in stampa nei mesi scorsi grazie a una seconda campagna Kickstarter, che questa volta ha tirato su quarantatremila sterline sulle trentacinquemila richieste (inserendo nel pacchetto un prestigioso segnalibro!), ed è oggi nuovamente disponibile per chiunque voglia sbavare, toccarsi e provare piaceri di vario tipo davanti alle sue dolci pagine patinate, o anche solo piazzarlo sullo scaffale prestigioso della libreria e/o appoggiarlo con nonchalance sul tavolino di vetro del salotto.

Il libro si apre con un’introduzione di Dave Perry (che su Megadrive ha visto esplodere la propria carriera) e un lungo articolo sulla storia della console firmato dal giornalista del Guardian Keith Stuart, per poi lasciare spazio a un documento visivo strepitoso, che mette in fila immagini d’epoca, splendidi paginoni multipli a base di progetti hardware, documenti di design con deliziose annotazioni a margine, copertine, illustrazioni, bozzetti, screenshot, caterve di sprite… veramente tutto ciò che un amante della console Sega potrebbe sperare di vedere su un libro dedicato all’estetica a tutto tondo di quella macchina. C’è un mix di ammirazione quasi pornografica e finestra aperta su dettagli, dietro le quinte, spunti e piccoli retroscena che mostrano un mondo ignoto ai più, soffermandosi per esempio anche su prototipi e progetti mai giunti a compimento.

Se l’elemento estetico costituisce il cuore del volume, però, il lavoro del curatore Darren Wall non vi si limita e sconfina anzi anche in un apparato redazionale da leccarsi i baffi, con ventotto interviste dedicate che danno voce a nomi più o meno famosi del settore (Makoto Uchida, Yu Suzuki, Yuji Naka, Rich Karpp, Yuzo Koshiro, Ryuichi Nishizawa… ) e lasciando quindi parlare produttori, game designer, musicisti, grafici… praticamente ogni categoria di uomo “dietro le quinte” dell’epoca è rappresentata. E le interviste sono approfondite, interessanti, ricche di dettagli curiosi, un vero piacere da gustarsi.

Insomma, si tratta di un libro imprescindibile per chi ha amato la console a 16 bit di Sega e comunque gustosissimo e interessante per chiunque sia interessato a gettare uno sguardo su quella che è stata una macchina fondamentale per la storia del videogioco. Le interviste, in particolare, sono piene di piccoli aneddoti sfiziosissimi, dichiarazioni cariche di passione e informazioni mai lette altrove, davvero irrinunciabili. Fra l’altro, così, senza vergogna: un’intervista a Ryuichi Nishizawa ce l’abbiamo pure noi.

Il libro è disponibile per l’acquisto sul sito ufficiale della casa editrice.

Old! #214 – Giugno 2007

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Civiltà perduta, sudore e ossessione, ma soprattutto sudore

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