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La bizzarra gravità di Dandara

La bizzarra gravità di Dandara

Come un grido di speranza, Dandara emerge dalle cronache di sabbia e nebbia, plasmandosi in un’affascinante bellezza dalla pelle d’ebano. Portavoce degli oppressi, appare per porre ordine nel caos e destituire un’inquietante tiranno, un uomo in doppio petto e dai lineamenti quasi impercettibili. La strada che conduce all’impersonificazione del male è ovviamente lastricata di mille lacchè, piccoli e grandi sgherri. Sulle ali di questo canovaccio, si libra un metroidvania dal cuore verdeoro, sviluppato da Long Hat House e pubblicato da Raw Fury, l’etichetta di Kingdom: New Lands, GoNNER e del promettente The Last Night, che tanto ammaliò giopep in quel di Los Angeles.

In una prospettiva à la VVVVVV, Dandara vincola i movimenti della sua protagonista, costringendola a rimbalzare sulle sole superfici coperte da una coltre bianca, un manto salino che funge da collante. Il tutto si declina in un continuo andirivieni dal soffitto al pavimento, seguendo traiettorie verticali o trasversali: le coordinate del più vicino punto di ancoraggio sono indicate da un apposito segnale a schermo, un cerchio lampeggiante. Long Hat House trae palese ispirazione dal capolavoro di Terry Cavanagh, declinandolo in una sorta di variazione sul tema. Sfortuna vuole che l’insieme poggi su un sistema di controllo gommoso e per nulla plastico, quasi una zavorra. Non appena l’azione sale di tono, sono gli scricchiolii e le crepe a farla da padrone, con tutte le ripercussioni del caso.

Al netto delle meccaniche appena descritte, Dandara resta fedele al manifesto del genere, ponendo l’accento sull’esplorazione, in un mondo con elementi a incastro. L’immancabile mappa a schermo rende il tutto sempre leggibile, non dando mai adito a dubbi. Il gioco esprime il massimo del suo potenziale nelle prime ore, piacevoli nonostante le ruggini evidenziate in precedenza. Con il prosieguo dell’avventura, la luna di miele si fa di fiele, con sezioni fin troppo impegnative e irritanti. A quel punto non resta che porsi sulla difensiva, in una continua spola fra l’ignoto e il più vicino campo base: solo sotto la tenda, infatti, Dandara si riempie le tasche di oggetti curativi, globi d’energia altrimenti irrecuperabili. Anche il level up passa per il falò, trasformando i punti di esperienza in un bene più prezioso.

Le meccaniche di movimento, riassunte in uno scatto.

Dandara brilla negli scontri con i boss, titani colossali e inquietanti: Long Hat House ne ha curato con precisione i pattern di attacco, ha reso queste mostruosità quasi iconiche, facendo leva su carisma e personalità. Purtroppo il bestiario ne conta appena tre, compreso il vertice del male. Alla luce di quanto descritto, mi rammarica sottolineare per l’ennesima volta quanto il resto del gioco sia invece all’insegna della discontinuità, con una seconda metà dell’avventura fin troppo precipitosa e dal design discutibile. Quando l’azione si fa al cardiopalma, il sistema di controllo non riesce a reggerne il passo, dando il là alla frustrazione. Vi confesso che una sezione in particolare, quella ambientata nella sfera onirica, mi ha fatto veramente perdere le staffe, mi è sembrata per nulla coerente con le restanti. Lì si nasconde la chiave per risolvere un enigma, un rompicapo per nulla intuitivo e inserito in maniera forzata.

La versione per Switch di Dandara – l’unica che ho avuto modo di provare – non mostra alcuna incertezza a livello di codice, con un frame rate sempre stabile e una resa al bacio in modalità portatile. Si segnala poi un eccellente implementazione dell’HD Rumble, cosa tutt’altro che scontata. La direzione artistica è naif, a tratti volutamente ingenua e forse per questo ancor più affascinante. La colonna sonora è degna di lode, con tracce dissonanti e sempre ispirate.

Un momento surreale e poetico allo stesso tempo.

Nonostante i pregi non manchino, perché il quadro non è affatto a tinte fosche, mi tocca collocare Dandara nel limbo delle occasioni sprecate. L’incerto sistema di controllo ne tarpa le ali, vanifica ambizioni e desideri di questa produzione indipendente. Long Hat House confeziona un’esperienza agrodolce, apprezzabile quando mostra il suo volto angelico, quasi indisponente in tutti i restanti frangenti.

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Ho ricevuto un codice per il download dal distributore, scaricando il gioco dallo store Nintendo e giungendo ai titoli di coda in circa otto ore. Dandara è disponibile anche su Android, iOS, PC, Xbox One e PlayStation 4. A prescindere dalla piattaforma, il gioco è offerto al pubblico al prezzo di 14,99 €. Dandara è interamente tradotto in italiano, giusto per gradire.

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