Forza Horizon: sereno, con qualche nuvola
Con la penuria di giochi di guida arcade, decenti, dell'ultimo periodo, in molti hanno visto Forza Horizon come il salvatore della patria, e l'hanno qualificato come tale all'uscita. Il sottoscritto, pur acquistandolo nei pressi del lancio, l'ha subito abbandonato per una serie di delusioni “iniziali” abbastanza inattese. Se doveva essere un titolo free-roaming, perché spezzettarlo in varie fasi tutte ben distinte tra loro? Perché, ad esempio, non rendere il multiplayer davvero persistente come in Test Drive Unlimited, se il team di sviluppo Playground Games ha già copiato gran parte delle altre caratteristiche? http://youtu.be/_1xIx0KzbCQ
Insomma: Forza Horizon vuole essere rivoluzionario ma non ci riesce appieno, legandosi ai soliti cliché dei giochi di guida che resistono imperterriti da oltre vent'anni a questa parte. Come spin-off di Forza, oltretutto, è davvero troppo orientato alla scuola arcade, tanto che il nome sulla confezione sembra solo un modo per dare visibilità a un gioco che, altrimenti, sarebbe finito nel dimenticatoio. Bocciatura totale, recensione già finita? Non esattamente, perché con il tempo è riuscito a riconquistarsi le mie attenzioni e ha guadagnato una certa permanenza nel lettore Xbox 360, facendo emergere qualità che a prima vista rimangono quasi sempre nascoste.
L'intelligenza artificiale degli avversari, ad esempio, che danno filo da torcere già dopo poche gare e spesso compiono errori “umani” anche nei duelli testa a testa. Il loro comportamento, a differenza di quanto avviene nella quasi totalità dei giochi rivali, dà spesso l'impressione di gareggiare contro altre persone e non contro personaggi simulati. Vanno a sbattere, tentano manovre azzardate, evitano le file indiane e soprattutto si prendono dei rischi clamorosi, come se davvero ci tenessero a raggiungere il traguardo.
Oppure, la varietà delle auto a disposizione: non moltissime come numero, ma estremamente differenziate, oltre che modellate con estrema cura. Tra vecchie glorie, supercar ultramoderne e versioni speciali c'è l'imbarazzo della scelta, anche senza spendere un euro (pardon, un punto) nei molti DLC. E inoltre, scovando quelle nascoste nello scenario, altra idea copiata da TDU, si sbloccano vetture davvero uniche, tipo la Bugatti EB110 di metà anni '90, che ormai non ricorda quasi nessuno.
Insomma: dietro alla grafica spettacolare, al design festaiolo e parecchio tamarro, alle caratteristiche inutili tipo SmartGlass (guardiamo la mappa sul tablet, wow!) c'è davvero un buon gioco di guida, che poteva essere ottimo con alcuni piccoli accorgimenti. Riprendendo le fila del discorso iniziale, dà fastidio vedere il multiplayer totalmente separato dalla carriera e organizzato secondo le solite regole di modalità, matchmaking e sale d'attesa. Il fatto che ci sia davvero poca gente online, in Forza Horizon, dimostra che in molti la pensano allo stesso modo, e che il gioco non ha allontanato quasi nessuno dai vari Halo e Call of Duty. Certo, quando si trovano gli avversari giusti, è sempre bello sfidarli in una gara a checkpoint, guadagnare punti esperienza e sbloccare nuove auto, ma sono le stesse cose che facciamo in decine di altri giochi simili.
Per fortuna, il lato single player è lungo e impegnativo, si ripete poco per i canoni di un gioco free-roaming e offre un impatto visivo quasi senza concorrenti sulle console di questa generazione. Sì, gira a 30 FPS ma sono trenta fotogrammi al secondo ultrastabili in scenari da sogno che variano per illuminazione e conformazione dell'ambiente, in modo dinamico. Dalle montagne alle foreste, dalle stradine di campagna alle classiche freeway sempre dritte, il Colorado non è mai stato così bello in un gioco di guida. Nemmeno Need For Speed: Hot Pursuit di Criterion ha toccato queste vette, pur avvicinandosi circa due anni fa. Anche sul fronte audio, Playground Games ha svolto un lavoro degno di nota, grazie al realismo dei motori e alla buona selezione di musiche, distribuite su tre stazioni radio che danno pop, dance e rock.
Peccato che, come sempre, la ripetizione continua degli stessi eventi, di base checkpoint o sprint, faccia emergere l'odiato fattore noia e l'intera ambientazione diventi quasi monotematica sul lungo termine. Si finisce così a cercare solo le gare più apprezzate, lasciando indietro le altre competizioni e fregandosene della carriera. Quest'ultima, inutile dirlo, ci vede ancora impegnati a scalare le gradinate della gloria in un festival fittizio per amanti dei motori. Anche qui, non era così arduo trovare idee più originali, ma guardando cos'è successo a Split/Second, si capisce come le idee originali abbiano ancora vita breve.
Pur spettacolare e senza veri difetti strutturali, Forza Horizon è il classico compitino fatto con estrema attenzione per dimostrare di “avere la stoffa”. Adesso sappiamo che Playground Games se ne intende di giochi di guida, ora deve solo metterci più carattere.
Ho acquistato Forza Horizon nel periodo di lancio e l'ho giocato saltuariamente per alcuni mesi, sopratutto nella carriera single player. Dopo aver girovagato in lungo e in largo per il Colorado, ho speso gran parte del tempo a farmi un mio garage di auto tamarre per le corse clandestine in notturna.