Il richiamo del lato oscuro di Diablo III
Oggi, miei cari e fedeli lettori, vi parlerò di un problema molto serio. Vi parlerò del problema delladdroga (tutt’attaccato). Sì, perché vedete, devo confessare che è una questione che mi riguarda molto da vicino quando si tratta di videogiochi. Immagino che capiti a molte persone di cominciare a giocare a qualcosa e non riuscire a smettere se non molto, molto a malincuore e, spesso e volentieri, a tarda notte. È un po’ la sindrome del “ancora un altro turno e poi smetto” di Civilization, che gli sviluppatori sfruttarono come simpatico oggetto di una campagna promozionale per il quarto episodio della serie, ma anche quella del “ancora un altro livello e poi smetto”. È proprio quest’ultima che si è impadronita di me in questi ultimi mesi, prima con Marvel Heroes, hack & slash free-to-play sviluppato da Gazillion che, dopo un avvio molto incerto, si è ripreso alla grande e offre ora un’esperienza piacevolissima, e poi con Diablo III.
Di Diablo III scrissi una recensione proprio su questi lidi quasi due anni fa: mi piacque tantissimo e mi portò via centinaia di ore di gioco e di vita, ma risultò comunque un tentativo non del tutto riuscito, per una serie di scelte da parte degli sviluppatori che ne minarono l’attrattiva a lungo termine, senza contare che le successive modifiche apportate ad alcuni aspetti del gioco non riuscirono a rimediare alle sue mancanze. Tuttavia, non contenti del tributo di ore di vita da me offerto sull’altare del dio Blizzard, gli sviluppatori in questi giochi hanno fatto uscire l’aggiornamento 2.0.1, ed è una patch che porta con sé una quantità impressionante di novità e modifiche. In cambio, però, ha esatto di nuovo la mia vita. Del resto è giusto, non si può avere così tanto senza dare nulla come pagamento. E non dimentichiamo che tra meno di un mese arriverà Reaper of Souls, l’espansione che aggiungerà dieci livelli di esperienza, un nuovo atto e una nuova classe, il crociato.
Ma cosa è cambiato? Beh, un sacco di roba. Le cinque classi sono state ribilanciate con tutta una serie di modifiche alle abilità e alle rune, che aprono una marea di opzioni per costruire un personaggio che si adatti perfettamente alle nostre preferenze. Ovviamente non mancano le lamentele, anche disperate, da parte di alcuni utenti che hanno visto la loro build preferita distrutta o pesantemente modificata, ma in generale le novità sono state accolte positivamente dalla comunità dei giocatori, che ha gradito la possibilità di rivedere il loro modo di affrontare un gioco ormai uscito da quasi due anni. È stato finalmente rimosso il valore Nefilim, il bonus che si accumulava fino a un massimo cinque volte eliminando nemici élite e che aumentava la possibilità di ottenere equipaggiamento migliore dai mostri sconfitti. “Finalmente”, perché limitava enormemente la libertà di modifica delle abilità del personaggio e forzava il giocatore a non cambiare una volta ottenuto il bonus. Ora, invece, si può cambiare in qualsiasi momento, anche sul campo di battaglia, sfruttando così uno degli aspetti migliori di Diablo III, vale a dire il sistema di personalizzazione dei personaggi.
Ma è l’equipaggiamento che ha ricevuto le modifiche più radicali ed è quello che mi ha spinto e mi spinge a continuare a giocare con così tanto piacere. Finalmente hanno rimosso la generazione completamente casuale dell’equipaggiamento ed è stato introdotto un algoritmo che fa in modo che quello che si trova sarà molto probabilmente un oggetto utilizzabile dalla classe che stiamo usando in quel momento. Questo significa che finalmente non si avranno più oggetti con statistiche inutili, come per esempio bonus all’intelligenza sulle armi per il barbaro, e si troverà molto più spesso equipaggiamento potenzialmente utile. Ovviamente è ancora possibile trovare oggetti poco potenti, ma non è più la norma come accadeva in Diablo III pre-2.0. E se ovviamente è importante che le meccaniche di gioco siano di alta qualità, e quelle di Diablo III lo sono sempre state senza ombra di dubbio, è la caccia all’equipaggiamento che fa di giochi di questo genere un successo (e unaddroga) a lungo termine.
Ci sono anche tantissime altre novità più o meno importanti. Per esempio, sono stati rimossi i livelli di difficoltà precedenti, sostituiti con un nuovo sistema che adatta i livelli dei mostri a quello del personaggio. I nuovi livelli di difficoltà partono da normale, al quale non si hanno bonus particolari, per arrivare al massimo Tormento VI, che offre bonus di esperienza, denaro e possibilità di trovare equipaggiamento più potente. Sono stati ridisegnati i combattimenti con alcuni boss, sono stati rivisti gli affissi dei mostri élite e ne sono stati aggiungi di nuovi, e i livelli Eccellenza sono condivisi tra tutti i personaggi sullo stesso account e non limitati al singolo che li ha guadagnati. Insomma, dopo quasi due anni che sono sembrati quasi una beta, Diablo III ora sembra essere davvero un giocoddroga vero. E tra poco esce anche l’espansione. A mai più, devo giocare.