Old! #66 – Giugno 1984
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Allora, vi ha soddisfatto questa settimana di E3? Vi siete fatti una scorpacciata di annunci, novità e futuro remoto/prossimo del videogioco? Delusi? Soddisfatti? Whatever? Comunque sia andata, è il momento di tornare a parlare del passato, per la precisione di quello che accadeva più o meno trent'anni fa. Cominciamo dando seguito a ciò di cui ho chiacchierato la scorsa settimana: il primo giugno 1984 esce su ColecoVision Brain Strainers, che possiamo identificare come uno fra i primi videogiochi concepiti clonando in maniera brutale e palese Simon.
Brain Strainers si divide in due sezioni, Follow The Leader e Clef Climber, ed è un gioco pensato con scopi educativi, per la precisione seguendo l'idea di allenare la memoria musicale e il riconoscimento dei toni nella capoccia dei bambini. Follow The Leader è veramente nulla più che Simon trasformato in videogioco, con quattro pannelli colorati legati ad altrettante note che si illuminano e richiedono di ripetere la sequenza. Clef Climber si basa invece sulla richiesta di riconoscere note e toni proposti dal gioco. Se di tutto questo non ve ne frega nulla lo capisco, comunque agevolo video.
Il 6 giugno 1984 è una data lievemente più importante per il mondo dei videogiochi, visto che segna la nascita di – pausa drammatica – Tetris. E hai detto niente. Ora, non credo di dover stare qui a spiegarvi cosa sia e cosa abbia significato Tetris, anche se magari le nuove generazioni non se ne rendono conto fino in fondo. Ma insomma, due cose diciamole. Tetris nasce per mano di Alexey Pajitnov, che lo programma su un computer Electronika 60 lavorando per il partito, presso l'accademia delle scienze sovietica. Attraverso tutta una serie di sviluppi che neanche in un film Hollywoodiano, il gioco riesce a superare la cortina di ferro e finisce per diffondersi sui computer di tutto il mondo come e peggio di un virus, rovinando la produttività di qualsiasi ufficio ne subisca l'invasione.
Ne segue un'interminabile tiritera di diritti e magna magna, raccontata molto bene nel documentario della BBC Tetris – From Russia With Love, del quale ho chiacchierato a questo indirizzo e che vi consiglio assolutamente di recuperare. Per il resto, di nuovo, che si potrà mai dire? È Tetris, è un gioco semplice e perfetto, adatto a chiunque – tranne forse a chi non ha un pizzico di pazienza e perseveranza – e capace di diventare fenomeno di costume a livello globale come non poi tanti altri "singoli" giochi prima e dopo di lui. Per me, fra l'altro, Tetris è soprattutto due cose. Una è il coin-op con il russo che balla a lato, al quale ricordo di aver giocato tantissimo sia in qualche stabilimento balneare, sia nel solito baretto sotto casa in Via delle Ande. L'altra, ovviamente, non c'è quasi bisogno di dirlo, è la versione Game Boy col suo razzo che decollava alla "fine". Credo di non conoscere una singola persona della mia generazione, appassionata di videogiochi o meno, che non ci abbia mai messo le mani.
Chiudo segnalando che il 21 giugno 1984 esce nei negozi l'Amstrad CPC 464, primo modello di una serie di computer pensati come "tutto in uno": il CPC è infatti composto da un macchinario unico che unisce tastiera e registratore a cassette e viene venduto in un'unica soluzione assieme al monitor. Si segue quindi una "filosofia" diversa rispetto a quella dominante, che all'epoca punta sul computer come aggeggio venduto separatamente da tutto il resto, acquistabile in base alle proprie preferenze.
L'Italia in quel periodo è una roccaforte Commodore e la linea di computer Amstrad non farà particolarmente breccia nei nostri cuori, ma in Gran Bretagna si tratta di un pezzo di storia del videogioco e dalla sua presenza in questo episodio di Old! si capisce che prendo spesso appunti consultando Retro Gamer. Il CPC 464 è il primo modello prodotto, ha dalla sua 64KB di RAM e un registratore a cassette e viene venduto in due varianti, con monitor verde o a colori. Resterà in commercio nientemeno che fino al 1990.