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Paperback #23 - Farewell, Richard Matheson

Paperback #23 - Farewell, Richard Matheson

Paperback è la nostra rubrica quindicinale (più o meno) in cui parliamo di libri non strettamente legati al mondo dei videogiochi. Visto che per quelli legati al mondo dei videogiochi c’è quell’altra.

Richard Matheson è morto il 23 giugno scorso all'età di 87 anni e per me, ma non solo per me, resterà sempre, inevitabilmente legato a Io Sono Leggenda. Non il film. Il libro. Sia chiaro. Perché Io sono Leggenda è stato, per me, uno di quei romanzi svolta, uno di quei romanzi che ti trasportano verso un genere che fino ad allora hai sempre ignorato. Che ti prendono per la manina e ti lasciano basita e inerme davanti al gioco delle prospettive. Cosa che il film, pur con tutto il suo impatto da colossal e la desolazione post apocalittica di una Manhattan vuota e deserta, non è riuscito a trasmettere. Ma per comprendere i motivi di tanto cordoglio, occorre capire cosa dobbiamo noi a Matheson.

Mettiamo da subito un po' di puntini sulle i. Matheson era uno scrittore ma anche un abile sceneggiatore, tant'è che ad un certo punto della sua carriera c'è stata la svolta per cui la produzione cinematografica e televisiva ha surclassato quella letteraria.

Matheson viene principalmente ricordato per quello che ha dato all'horror moderno con quel capolavoro di poco più di 200 pagine che è, appunto, Io Sono Leggenda, pubblicato nel 1954. Quasi 60 anni fa. Robert Neville è infatti l'eroe postmoderno, quello con super problemi più che con super poteri. È un attrezzo derelitto e disperato che però cerca ancora di vivere nella speranza. La sua missione, apparentemente, è trovare una cura per il morbo che ha afflitto l'umanità, nella speranza di scovare altri sopravvissuti come lui e ricostruire un'umanità in realtà ormai estinta.

Con quest'opera Matheson ha creato un immaginario al quale tanti grandi autori dell'horror si sono riferiti. Oltre alle trasposizioni cinematografiche ufficiali - L'Ultimo Uomo della Terra (1964), 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra (1971), e, appunto Io Sono Leggenda (2007) - il romanzo è stato di ispirazione per registi del calibro di George Romero, che ha dichiaratamente ammesso il suo debito nei confronti di Matheson per La Notte dei Morti Viventi (e quindi, a catena, dobbiamo a lui la mania per gli zombi). Di fatto Matheson ha scardinato un clichet, unendo per la prima volta l'horror alla fantascienza e creando dei vampiri che non discendono dal mito o dal soprannaturale ma dal disastro biologico, dotato di un proprio fondamento scientifico. Saranno a lui debitori registi e scrittori contemporanei, non ultimo quel Cronin de Il Passaggio che più e più volte avete sentito citare tra le righe di questa rubrica.

Matheson rovescia inoltre il punto di vista: non più il vampiro, creatura antica quanto malvagia, che si aggira, vera e propria leggenda vivente, tra i comuni mortali, ma l'uomo (o in altri casi un gruppuscolo di uomini) che, ultimo baluardo dell'umanità, cerca di sopravvivere e trovare una speranza di salvezza nello sfacelo post apocalittico della pandemia. L'angoscia, la mancanza di speranza di "fine di mondo" permea tutto il romanzo. E in molti casi l'opera tutta di Matheson. Basti pensare a Tre Millimetri al Giorno o ancora ad alcuni fra gli episodi da lui sceneggiati per la serie TV Ai Confini della Realtà (1959-1964), come And When the Sky Was Opened del 1959.

Ma al di là di Io sono leggenda, molte suo opere sono state poi trasposte su pellicola, basti pensare al racconto Duel (1971), che Matheson sceneggerà nello stesso anno per l'omonimo film di Steven Spielberg, ma anche insospettabili come Al di là dei sogni con Robin Williams (1998), Echi mortali (1999) tratto dal romanzo Io Sono Helen Driscoll(A Stir of Echoes 1958), e il film di Richard Kelly The Box con Cameron Diaz (2009), tratto dal racconto breve usato anche per l'omonimo episodio della seconda serie di Ai Confini della realtà (1986), intitolato Button, Button. Anche più di recente, Real Steel (2011) con Hugh Jackman è tratto da un suo racconto Acciao (Steel) del 1959, utilizzato, ancora una volta, per un episodio sempre di Ai confini della realtà del 1963.

Insomma, credo che dopo tutto questo non sia difficile intuire quando NOI oggi, nel nostro immaginario horror o fantascientifico o semplicemente fantastico, dobbiamo a quest'uomo e vi consiglio, veramente, di farvi un giro su internet, cercare e spulciare e recuperare qualche opera di questo maestro della penna, ad incominciare da quel Io Sono Leggenda che dovrebbe essere presente nelle librerie di ogni amante del genere che si rispetti.

Buon viaggio, caro Matheson, sono sicura che a lungo saremo ancora debitori nei confronti della tua spiccata e ispiratrice fantasia.

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