Yakuza Kiwami 2: Carisma a pacchi
Io mi ritengo un maschio bianco eterosessuale piuttosto convinto. Kazuma Kiryu è uno dei pochissimi personaggi che incrinano tale identità, almeno fino al punto da farmi dire “in nome di Zeus, che personaggio figo”. Ho questa opinione di Kazuma sin dal primo gioco della serie che ho provato, il terzo capitolo su PlayStation 3. Da allora ho espanso la mia esperienza con la saga giocando al quarto e sesto capitolo, lo zero, Yakuza Kiwami 1 e ora, naturalmente, Kiwami 2. Escludendo il 5 e lo spin off sugli zombie, quindi, li ho provati tutti… e li ho amati tutti (a parte il quarto quando non mi faceva usare Kazuma. Voglio Kazuma!).
Di tutti gli episodi che ho provato, il mio preferito era rimasto il terzo, ma devo dire che, giocando a questo Yakuza Kiwami 2, ho trovato un degno pretendente al trono. L’intreccio di trama è piacevole e c’è un nemico molto carismatico, ma più che altro il lato tecnico risulta ottimizzato anche rispetto al sesto capitolo, rendendo di fatto Yakuza Kiwami 2 la più raffinata e complessa esperienza di Yakuza esistente. I volti dei personaggi sono caratterizzati benissimo e il magnifico doppiaggio (ovviamente in giapponese coi sottotitoli in inglese) dona vita a questi antieroi della malavita, rendendoli memorabili e immediatamente riconoscibili.
La trama di Yakuza Kiwami 2 vede un Kazuma Kiryu che ha abbandonato il suo ruolo di quarto patriarca del Clan Tojo da circa un anno. L’assassinio del quinto patriarca mette in moto una serie di eventi che pongono in rotta di collisione il Drago di Dojima e il Drago del Kansai, in un conflitto che rischia di gettare nel caos una buona fetta di Giappone, con una guerra tra l’Alleanza Omi e il Clan Tojo.
Come è tipico per la serie, la trama principale è piuttosto arzigogolata e lunga e vede Kazuma coinvolto in conflitti contro vari mafiosi, criminali e truffatori assortiti, solitamente con l’epilogo caratterizzato da ossa frantumate in malo modo da Kazuma stesso. A questo proposito, mi sono sempre chiesto come faccia Kazuma ad affermare di “non aver mai ucciso nessuno”, considerando alcune delle mosse che riserva ai suoi avversari. Ho davvero seri dubbi che un essere umano possa sopravvivere alla maggior parte di esse.
A differenza di quanto accaduto con Yakuza Kiwami 1, il sistema di combattimento è stato rivisto ed è in realtà molto più simile a quanto presente in Yakuza 6: lo stile di lotta è quindi solo uno ed è quello in realtà tipico di Kazuma Kiryu. Non sono invece più presenti i tre stili opzionali introdotti in Yakuza 0. Personalmente ho apprezzato la cosa, ho imparato a identificare Kazuma nel suo tipico stile di combattimento e il dover scegliere tra quei tre stili “inferiori” lo ho sempre reputato un fastidio e un peso. Il fatto che Kazuma utilizzi da subito il suo stile personale significa anche che i combattimenti hanno immediatamente un loro piacevole “peso” e i nemici possono venire sconfitti con combinazioni di attacchi assolutamente brutali.
In questo capitolo, è stata anche aumentata l’importanza delle armi: se ne possono avere fino a tre equipaggiate e i nemici le usano spesso e volentieri nei combattimenti casuali, durante i quali è possibile raccoglierle e tenerle da parte per usarle in seguito. Questo significa anche che si è invogliati a usare le armi molto più di quanto sia capitato negli altri capitoli di Yakuza, e a riguardo, devo segnalare una cosa che, personalmente, non mi è piaciuta affatto. Nelle fasi finali di gioco, avevo trovato armi estremamente potenti, tra cui una spada demoniaca, e ho sconfitto i boss finali, incluso l’ultimissimo, senza incontrare la minima difficoltà. Le armi, in altre parole, le ho trovate sbilanciate e mi sento di dire che chi vuole una sfida reale dovrebbe evitare di usarle, a meno che non sia assolutamente necessario. Un peccato.
Come è tipico per la serie, abbondano anche le attività secondarie e, tra Karaoke, freccette, baseball e - in un paio di occasioni - accontentare le richieste di Haruka, non mancano opportunità per ingannare il tempo. In questa particolare iterazione, mi ha un po’ deluso il campionario di giochi presenti nel Sega Arcade: sono presenti solo Virtual-On e Virtua Fighter 2… considerando che in Yakuza 6 c’era un’abbondanza di arcade, tra cui la versione completa di Virtua Fighter 5, è facile capire che, a confronto, Yakuza Kiwami 2 offre davvero pochino. Escludendo questa lamentela, comunque, come sempre, ritengo più che soddisfacente l’offerta generale di attività secondarie. Di particolare interesse i due “minigiochi” presenti: il primo è la gestione di un cabaret club, in cui si devono addestrare le ragazze e bisogna intervenire durante le serate per soddisfare i clienti, con il tutto mirato a una scalata in una gara tra club. Chi ha giocato a Yakuza Zero riconoscerà il minigioco e posso confermare che si tratta esattamente della stessa cosa. Il secondo minigioco presente è simile al Clan Creator di Yakuza 6, ma invece di un Clan di criminali, si guida l’azienda di costruzioni di Majima, difendendola dagli attacchi di rivali. A differenza del Clan Creator, qui sono presenti e utilizzabili soltanto eroi e invece di crearli e schierarli per attaccare i nemici, si deve posizionare la propria squadra allo scopo di difendere macchinari di costruzione. Tra i due minigiochi ho preferito il secondo, ma in realtà, personalmente, ritenevo la versione presente in Yakuza 6 superiore a questa.
Tirando le somme su quest’ultimo capitolo/remake di Yakuza, mi devo dire estremamente soddisfatto. Il “cattivo” lo ritengo il più carismatico che ho visto nell’intera serie e l’intera parte finale e l’intreccio sono cose che ho apprezzato enormemente. Sono davvero pochi i difetti che ho riscontrato in questo episodio e in realtà si tratta più che altro di minuzie, come la già citata scarsità di videogiochi negli arcade o magari le attività secondarie con Haruka, che ho trovato tediose e decisamente ripetitive, con la mocciosa che ha chiesto di mangiare per tre volte di fila in tre ristoranti diversi nello spazio di cinque minuti, dopo di che ho deciso di mandarla amichevolmente a quel paese e riconcentrarmi sulla trama e su attività che mi interessavano maggiormente.
Ho giocato a Yakuza Kiwami 2 grazie a un codice fornito dal distributore italiano. Ho completat tutti e sedici i capitoli della trama, dedicando parecchio tempo anche alle missioni secondarie e ai minigiochi presenti, tra cui ho particolarmente apprezzato il “tower defence” a tema Majima. Orientativamente, per arrivare alla fine di tutto, mi ci sono volute circa quaranta ore, ma stimo sia possibile farsi durare il gioco anche più a lungo, se ci si prende il proprio tempo. Yakuza Kiwami 2 è disponibile solo su PlayStation 4. Come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.