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Blood Father: il caro, vecchio Mel

Mel Gibson è sempre stato un grandissimo, uno con una faccia meravigliosa, un fascino magnetico, una capacità di bucare lo schermo e una forza attoriale magari un po' monodimensionale, ma sopra a praticamente chiunque altro nella sua specialità. Che è quella degli occhi da squilibrato. A un certo punto, dopo aver recitato per quasi vent'anni in fior di bombe, film dal successo clamoroso, svariati ruoli a dir poco iconici, si stava trasformando in Mel Gibson di mezz'età e, se possibile, era forse ancora più fico. Voglio dire, quanto è meraviglioso il Mel Gibson di Payback? E quanto era adorabile in Signs (film che a me piace, ve lo dico a scanso di equivoci)? Poi, certo, in quegli anni ci ha anche regalato What Women Want, ma insomma, guardiamo il bicchiere mezzo pieno.

Il problema è che poi il bicchiere mezzo pieno Mel se l'è bevuto e non era acqua. Quel che ha combinato lo sappiamo, così come sappiamo che la moralista Hollywood l'ha messo al bando e ci siamo persi sostanzialmente un decennio di Mel Gibson post crisi di mezz'età. Ora, lungi da me perdonargli questa o quella convinzione e non è certo questo il luogo per mettersi a pontificare su quanto peso sia giusto o non giusto dare a quel che diciamo da sbronzi, io faccio solo presente che il Mel stanco, dolente e furioso di Fuori controllo, dopo tutti quegli anni di inattività, metteva addosso un senso di rimpianto non da poco. Negli ultimi tempi, però, Mel sembra aver ripreso un po' di abbrivio, con ruoli da protagonista in piccole produzioni, un paio di comparsate da villain assieme alla compagnia degli amici dell'action e quell'Hacksaw Ridge che l'ha visto tornare alla regia dieci anni dopo Apocalypto. E c'è anche Blood Father.

Blood Father è poca cosa, un filmetto solido, ben confezionato, privo di reali guizzi ma nobilitato dal carisma del suo protagonista, oltre che da un Diego Luna cattivo surreale, cretino completo, impacciato e piuttosto sfigato, ma figlio di papà del narcotrafico. C'è Mel vecchio padre stanco con un passato da "Ti ammazzo a mani nude", c'è Figlia ribelle segnata dai genitori impresentabili che si è infilata in brutte storie e chiede aiuto a babbo Mel, c'è un campionario di caratteristi di contorno che bucano lo schermo e tengono in piedi la baracca. È un filmetto d'azione moderata, di quelli che vanno di moda ultimamente, con gli attori di una certa età che si riscoprono fenomeni dell'action per famiglie. Solo che Mel era una star del cinema di un certo tipo già quando portava il pannolino e bastano cinque minuti del suo padre burbero, peloso, ruvido, incazzoso, portatore sano di carezze e canne mozze, per innamorarsi perdutamente. Il resto è azione appena dignitosa, una scrittura senza grosse sbavature e che dà la giusta attenzione ai personaggi, il buon cast di cui sopra. Un bel filmetto di quelli che ci piacciono a noi.

Io me lo sono visto al cinema qua in Francia e in generale è uscito in giro per il mondo con discreta abbondanza, qua e là direttamente in home video. In Italia, per il momento, siamo al vai a sapere, ma se dovessi fare un pronostico mi giocherei una tripla: fra qualche mese direttamente in home video / al cinema in sordina sull'onda di quando uscirà Hacksaw Ridge / al cinema in sordinissima l'estate prossima.