Old! #180 – Ottobre 1986
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A ottobre del 1986 arriva in sala giochi Rampage, che non ha nulla a che vedere con l’omonimo film di Uwe Boll ed è un gioco in cui si controllano mostri giganti ispirati ai classici del cinema (lo scimmione, il lucertolone e il lupo mannaro) impegnati ad abbattere edifici, masticare persone, distruggere veicoli e sopravvivere agli attacchi dell’esercito. Ambientato in varie città sparse per l’America, Rampage è un arcade casinista e spaccatutto che riscuote un discreto successo. Chiaramente, arriveranno poi conversioni per ogni sistema casalingo del pianeta, con anche l’aggiunta di un quarto mostro, un ratto gigante, nell’uscita per Atari Lynx.
Un decennio dopo arriverà in sala giochi il remake Rampage World Tour e successivamente vedremo svariati seguiti e spin-off casalinghi, ma il Rampage originale continuerà a manifestarsi su console d’ogni forma, sesso e religione nei secoli dei secoli. Probabilmente dovremo anche sucarci il film, di cui si è parlato per anni e che adesso pare pronto ad entrare in produzione, con il Brad Peyton di San Andreas a dirigere e Dwayne “The Rock” Johnson a dimostrare che non servono gli effetti speciali per interpretare il ruolo del mostro gigante.
Nello stesso mese fa il suo esordio una serie storica di avventure grafiche targate Sierra On-Line, Space Quest. A svilupparlo sono i Two Guys from Andromeda, Scott Murphy e Mark Crowe, già in precedenza al lavoro su altri titoli Sierra ma qui alla loro prima vera e propria creazione originale, nata con l'idea di sdrammatizzare un po' i toni spesso molto seriosi dei giochi di casa Williams. Il primo episodio, sottotitolato The Sarien Encounter, introduce il personaggio di Roger Wilco, un cretino completo destinato a diventare eroe suo malgrado in una colossale saga fantascientifica.
Come tutti i giochi Sierra di quel periodo, Space Quest è un'avventura grafica, con personaggio mobile a schermo, ma propone un'interfaccia testuale, che richiede di scrivere i comandi per interagire con ambienti, oggetti e personaggi. Introduce però, assieme a King's Quest III, alcune novità tecnologiche (i menu a tendina e l'installazione su disco fisso, per esempio). Il gioco riscuote un successo notevole (circa duecentomila copie vendute) e dà vita a una serie che conterà sei capitoli totali e svariati tentativi falliti di realizzarne un settimo. Sierra ripubblicherà inoltre il primo episodio in tre revisioni: AGI V3 nel 1987, VGA nel 1990 e un vero e proprio remake a 256 colori, con il nuovo motore SCI, nel 1991.
Chiudiamo il mese di ottobre 1986 con una chicca ignota ai più in questo lato del pianeta. Si tratta di Genpei Tōma Den, un picchiaduro a scorrimento prodotto da Namco che invade le sale giochi nipponiche con il suo particolarissimo stile grafico. Il giocatore, infatti, controlla un samurai all'interno di paesaggi usciti per direttissima da dipinti Yamato-e, portandoli in giro ad affettare avversari d'ogni tipo della mitologia nipponica più fuori di testa.
Il gioco otterrà un discreto successo e verrà convertito su alcuni sistemi casalinghi, ma vedrà la luce fuori dal Giappone solo con l'uscita, nel 1997, di Namco Museum Vol. 4 per PlayStation. Negli anni arriveranno un seguito (Genpei Tōma Den: Kan no Ni per PC Engine, sorprendentemente giunto in America come Samurai-Ghost) e il protagonista Kagekiyo apparirà come guest star in giochi d'ogni sorta, da Namco Super Wars per Wonderswan Color a Splatterhouse, finendo per manifestarsi anche in Tekken 6, Soulcalibur III e Ridge Racer V.