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I pugni nelle mani di Edge Guardian

La realtà virtuale è una terra di frontiera. In questo momento, ogni gioco è come un pioniere che esplora diversi aspetti del gameplay, delle interfacce e dei sistemi di controllo, in cerca di soluzioni che siano al tempo stesso divertenti e pratiche per la VR. Quando si rinuncia ai tradizionali schermi per un visore, scompaiono mille problemi e ne spawnano mille altri, completamente diversi. C'è chi punta ad esperienze simili a quelle di tutti i giochi degli ultimi trent'anni, tentando di adattare HTC Vive e soci a stilemi già affermati, e chi invece sperimenta, andando nella direzione opposta, ossia facendo tutto quello che NON si poteva fare con uno schermo e un joypad.

Edge Guardian, opera degli italiani di Hypothermic Games , appartiene alla seconda categoria. Punta su un ritmo decisamente arcade, per sessioni di gioco rapide e intense, sfruttando però tutte le capacità di movimento di HTC Vive. Il sistema di controllo è ridotto all'osso ed è chiaramente pensato per essere il più intuitivo possibile: i controller equivalgono a due grossi pugni, con i quali il giocatore può colpire i nemici senza bisogno di premere tasti o grilletti. Per sfanculare i fastidiosi cubi che attaccano imperterriti la postazione, quindi, basta sferrare dei veri e propri cazzotti, avendo giusto cura di non fracassare oggetti e/o amici nel mondo reale. I cubi colpiti con la forza necessaria cadono e possono essere raccolti come munizioni da sparare agli altri nemici, che arrivano ininterrottamente da tutti i lati del mondo di gioco (molto ben fatto, trippy al punto giusto, senza scadere nell'ormai stereotipata realtà virtuale travestita da LSD). La vera finezza, come nei migliori giochi arcade, è che ogni strategia presenta vantaggi e svantaggi: solo i cubi uccisi a pugni cadono e possono essere usati come proiettili, mentre quelli uccisi con gli "spari" svaniscono. Sparare è ovviamente più sicuro, trattandosi di un attacco a distanza, ma abusando della tecnica si perdono risorse preziose.

Il giocatore può anche puntare sul pavimento coi controller per disegnare delle barriere energetiche. Un'idea semplice, ma di grande effetto, anche grazie al punto di vista della realtà virtuale, che per una questione di proporzioni e campo visivo mi ha fatto sentire come un Power Ranger fighissimo. L'azione è frenetica, si suda abbastanza da smaltire la bagna cauda e il gameplay è così sfizioso che far venire voglia di fare subito un'altra partita, dopo un inevitabile fallimento. Edge Guardian ha un ritmo da sala giochi, e chi mi conosce sa che è uno dei più grandi complimenti che io possa fare.

Il dettaglio che mi ha convinto meno di Edge Guardian è in realtà più legato alle limitazioni dell'hardware di Vive che alle mancanze degli sviluppatori. I nemici attaccano a 360 gradi e per sconfiggerli è necessario girarsi molto spesso. Il problema è che al momento il visore è collegato al PC con un cavo, nel quale è più che possibile inciampare, nei momenti più concitati. Del resto lo sviluppo in VR, in quanto pionieristico, deve fare i conti con un'evoluzione tecnologica rapida e non sempre prevedibile. In questo caso, i ragazzi di Hypothermic hanno scommesso su un futuro senza fili, nel quale anche le rotazioni più complesse non creeranno problemi. Personalmente, anche se al momento l'esperienza non è ottimale, credo che sia una scelta saggia: già adesso sono in produzione degli add-on per Vive che eliminano il cavo (introducendo un pizzico di latenza, purtroppo), e sono pronto a scommettere che nel giro di un anno tutte le soluzioni saranno wireless. E non solo: penso che le macchine in grado di supportare la realtà virtuale saranno sempre più accessibili e che in un futuro non troppo remoto potrò andare al parco Sempione, piazzare due sensori sul prato e giocare con gli amici a giochi come Edge Guardian, quelli appartenenti alla realtà virtuale più fisica e dinamica. Questo non vuol dire che Edge Guardian non sia già divertente adesso: è un concept coraggioso e diverso da quanto si è visto finora su Vive e con un prezzo così accessibile non c'è davvero motivo di non provarlo.

Full disclosure: sul gioco, che al momento è disponibile in Accesso Anticipato su Steam, ha lavorato e lavora il TMO, un caro amico di Outcast.