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Il quinto episodio del Batman di Telltale è il capitolo conclusivo che ci meritiamo ma non quello di cui abbiamo bisogno

E niente, è successa questa cosa che Telltale Games è riuscita a pubblicare una sua serie di cinque episodi in altrettanti mesi (e spiccioli), scombinando i pronostici di tutti i bookmaker e mandando Las Vegas gambe all'aria. Non ci avremmo mai sperato ma è accaduto. Cambiano completamente le prospettive per il futuro e finalmente possiamo credere in un domani migliore. Certo, migliore ma non di molto, o comunque non come lo sarebbe se tirassero fuori un motore grafico al passo coi tempi, invece di continuare a migliorare un pochino questo catorcio estetico che poteva magari essere tollerabile quattro anni fa. O se riuscissero ad eliminare del tutto glitch e malfunzionamenti vari, anche se io ho discreto culo e non ci inciampo quasi mai. O se la formula non fosse ormai vecchia e stanca, per quanto a modo suo sempre efficace. Ma insomma, eh, non stiamo a cercare per forza il pelo nell'uovo.

Fra l'altro, è abbastanza incredibile che siano passati solo quattro anni, dal primo episodio della prima serie del loro The Walking Dead. Onestamente, a me sembra che ne siano passati molti di più. Sarà che il tempo vola, sarà che appunto in questi anni ogni singolo aspetto della formuletta è invecchiato a dismisura, sarà che di giochi a sfondo narrativo ben più ricchi e interessanti dei loro se ne sono ormai visti parecchi, sarà anche che una roba della qualità di quel primo esperimento (sì, sto facendo finta che il loro Jurassic Park non esista, fatemi causa) non l'hanno più tirata fuori ma, oh, mi sembra veramente di stare parlando della preistoria (eh, del resto, Jurassic Park... no, OK, la smetto). Ma insomma, anche il loro Batman ce lo siamo levato di torno, per il momento. E com'è andata? Beh, dai, poteva andare peggio.

Qui è dove mi è venuto in mente il pubblico di PES. Non è un complimento.

Per avere una panoramica su quel che penso della serie fino a qui basta dare un'occhiata a quanto ho prodotto sui precedenti episodi, ma la sostanza è semplice: dopo un avvio un po' impacciato, ma che già mostrava spunti interessanti, s'è visto un bel decollo e tutto sommato le cose hanno retto fino alla fine, quinto episodio compreso. Certo, ci sono stati alti e bassi, altrimenti non sarebbe stata una serie di Telltale, ma insomma, complessivamente è andata più che bene e il mio consiglio, se vi piace lo stile dei loro giochi e vi interessa l'argomento, è di dare una chance alla prima uscita (ormai disponibile gratuitamente) e, se vi convince anche solo in parte, procedere serenamente col resto. Ci sono belle idee, ottimi spunti nel riscrivere la storia del personaggio, che a tratti destabilizzano le convinzioni di chi la conosce bene, c'è qualche variante di gioco azzeccata, c'è grande attenzione per la figura di Bruce Wayne, che di solito viene invece trascurata, e c'è una bella interpretazione di uno fra i punti cardine del pipistrellone.

La solfa, infatti, è sempre la stessa: Batman sarà anche un eroe, ma tende a giocare spesso un ruolo significativo nella nascita dei suo principali antagonisti, che si propongono come risposta negativa al suo mito (più o meno) positivo. Ci ha giocato pure Christopher Nolan al cinema, con questo tema, poteva risparmiarcelo Telltale? Ovviamente no, e ha fatto bene, perché l'ha integrato con quello che comunque rimane l'aspetto più coinvolgente dei suoi giochi. L'atteggiamento con cui, di episodio in episodio, andiamo a caratterizzare i nostri Batman e Bruce Wayne, le scelte che compiamo, il modo in cui affrontiamo i dialoghi, vanno ad intrecciarsi a doppio filo con la formazione di svariati personaggi storici dei fumetti e lo fanno tra l'altro con una variabilità tutto sommato significativa di alcuni elementi chiave (Harvey Dent può arrivare al termine con la faccia ancora pulita o ritrovarsi deturpato già nel terzo episodio!). E chiaramente, in questo capitolo finale, tutti i nodi vengono al pettine.

Purtroppo, se da un lato il lavoro di chiusura dei fili narrativi è ben svolto, City of Light ha anche un po' i limiti che era lecito attendersi, vista la natura del personaggio e del racconto. Detto in tre parole: quick time event. Non che manchino fasi di dialogo anche azzeccate e, per carità, è giusto e inevitabile che Batman, arrivato al dunque, faccia volare i cazzotti, ma la quantità e la durata delle scene d'azione è un po' sfiancante, anche perché, diciamocelo, non sono mai state il punto forte dei giochi Telltale e non lo diventano di certo qui. Oltretutto, in parte anche a causa di questo focalizzarsi sull'azione, stiamo parlando anche dell'episodio più breve della serie. O, comunque, di quello che mi ha dato la maggior impressione di brevità e leggerezza.

Ora, chiaramente non è un grosso problema: si tratta comunque di una conclusione coerente e che fa il suo dovere, confermando fra l'altro gli spunti per una possibile seconda stagione che erano già stati suggeriti negli episodi precedenti. Inquadrato come episodio conclusivo di cinque, va benissimo così, soprattutto per chi magari va a giocarseli tutti in fila. Però qui lo valuto per i fatti suoi, come roba su cui ho messo le mani a un mese di distanza dall'uscita precedente. E, insomma, è abbastanza gradevole, eh, ma ben lungi dai momenti migliori della serie. Insomma, chi ama Batman e la formula Telltale, tollera la qualità altalenante (ma meno che in altri casi) delle serie prodotte dallo studio californiano e non si indispettisce di fronte a una scrittura da fumettone tradizionale, impostata e sopra le righe fino a sfiorare il macchiettismo, può considerare Batman: The Telltale Series un Frechete pulito.

Però l'ultimo episodio si becca il Vai a sapere.

Duro ma giusto.

Ho giocato al quinto episodio di Batman: The Telltale Series grazie a un season pass per Steam ricevuto dallo sviluppatore. Non sono incappato in particolari problemi di funzionamento, al di là di qualche scatto che, con questo motore grafico, fa onestamente sempre un po’ ridere. Ho impiegato il canonico paio d’ore (molto) scarso per completare l’episodio. E sì, questa parte in corsivo continua ad essere praticamente la stessa che ho usato per il secondo episodio.