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Solstice: Both Sides of the Story

Solstice, ultima produzione di Moa Cube, è una visual novel di stampo occidentale che narra la storia di Galen e Yani, due personaggi i cui oscuri destini sono destinati a intrecciarsi. Quali sono le loro motivazioni? Cosa li porta in quella rigogliosa città che si erge innaturalmente nel bel mezzo di inospitali lande ghiacciate? Che nascondano anche loro dei segreti? Ma soprattutto, cosa, o chi, è Kala? Il primo impatto con Solstice è decisamente buono: musica e grafica riescono entrambe ad affascinare immediatamente il giocatore, immergendolo nell'ambientazione e presentando in maniera non convenzionale i due personaggi principali e, indirettamente, alcuni dei misteri del gioco. 

Il testo viene visualizzato in maniera piuttosto originale, con alcune parole accompagnate da effetti grafici e sonori: un modo come un altro per sopperire alla mancanza di doppiaggio, uno dei pochi veri difetti del gioco. Pur rendendomi perfettamente conto che doppiare le centinaia di migliaia di parole del testo avrebbe comportato spese insostenibili da parte del team, a volte questa mancanza risulta di impedimento anche nel seguire in maniera fluida i dialoghi. L'icona che rappresenta chi sta parlando, infatti, è un po' troppo piccola e, se si legge in maniera piuttosto distratta, è facile non rendersi immediatamente conto che un altro personaggio aveva preso la parola. Fortunatamente, è possibile riavvolgere il testo con la rotellina del mouse nel caso in cui sia andato perso qualche scambio. Musica ed effetti sonori contribuiscono in maniera eccellente a restituire l'atmosfera di ogni location. La colonna sonora è pervasa da tinte arabeggianti, indiane e tribali: una varietà che risulta efficace specchio delle diverse culture rappresentate nel gioco. 

Il tenore di molti dialoghi รจ abbastanza vicino a quello di una serie TV di discreto livello.

La scelta di avere due personaggi principali, seppur non nuovissima, consente sì di vivere la storia da due punti di vista diversi, ma nel contempo ostacola un po' l'immedesimazione. Giocando a Solstice, infatti, ci si sente più registi di una pièce teatrale che attori protagonisti: certo, non mancano i consueti bivi narrativi classici del genere, ma, ad esempio, non esiste la possibilità di spostarsi su una mappa, cosa che rende un po' troppo "trasparente" l'albero decisionale del gioco e avvicina la fruizione più a un librogame che a un videogioco in senso stretto. Ciò non vuol dire che le opzioni a nostra disposizione siano poco interessanti, ma che il pathos di Solstice si risolve più nell'eccellente caratterizzazione dei personaggi non giocanti che nel relativamente povero potere decisionale lasciato al giocatore. 

Parlando di scelte, è importante specificare che, anche dopo aver completato Solstice, non esiste un sistema che consenta di "cambiare le proprie decisioni" in maniera semplice (ad esempio tramite l'esplorazione di un albero decisionale): per vedere "cosa sarebbe successo se", sarà necessario ricaricare un salvataggio, quindi il consiglio è quello di salvare sempre prima di decisioni importanti. In compenso, il gioco tiene traccia di tutti i finali ottenuti, quindi da quel punto di vista i cacciatori di achievement resteranno soddisfatti. Per semplificare il compito mnemonico del giocatore, inoltre, il gioco si occupa di prendere appunti su tutti i personaggi incontrati: caratteristica sicuramente utile, soprattutto quando si torna al gioco dopo qualche giorno di stop.

Solstice è un gioco che parla di natura umana, di superstizione, di controllo e di potere e lo fa praticamente senza abbandonare mai i confini del Gioiello del Nord, la città in cui è ambientato. Anche questo aspetto avvicina più Solstice ai ritmi e ai confini del teatro che non a quelli del cinema. Il lavoro svolto sui personaggi, tuttavia, compensa la relativa scarsità di ambientazioni: già il fatto che i due protagonisti siano un uomo di colore e una donna non caucasica dimostra la precisa volontà di non sottostare ad alcun cliché e l'ambiguità etica che caratterizza non solo i comprimari, ma anche i personaggi giocanti, dimostra che una buona scrittura può fare davvero la differenza in un gioco di questo genere. 

Molti dei dialoghi di Solstice vertono sulle differenze razziali e sociali dei vari personaggi. Una boccata d'aria fresca. 

Alla fine dei conti sono più che contento del tempo passato nel mondo di Solstice. Si tratta di certo di un'esperienza molto rilassata, ma sicuramente positiva nel complesso, a patto di aver sempre presente di stare giocando, di fatto, a un librogame senza combattimenti. L'ambientazione è eccezionale e non mi dispiacerebbe vederla riutilizzata in un gioco diverso, come un'avventura grafica. Ritengo infine che il modo migliore per giocare a Solstice sarebbe su tablet, ma al momento le versioni iOS e Android non sono state ancora confermate. Un acquisto sicuramente consigliato per tutti gli appassionati del genere in cerca di ambientazione e personaggi non banali.

Ho ricevuto il codice review per Steam dallo sviluppatore e completato Solstice in circa 8 ore.