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eXistenZ #43 – APEX: The Story Of The Hypercar

eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po' qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell'altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.

Se dici Svezia, pensi immantinente alle svedesi, a Ikea, alle svedesi che costruiscono mobili di Ikea indossando lingerie, alle aringhe marinate e alle svedesi che cucinano aringhe marinate indossando lingerie, nonché alle dieresi, tantissime dieresi e altre lettere strane che formano parole impronunciabili.

Koenigseggggggggggggggg.

Di certo, se dici Svezia, non pensi alle auto sportive. Tantomeno alle hypercar da milioni di eurodollari. Insomma, nessun italiano sano di mente, posto dinanzi a una scelta, acquisterebbe una Koenigsegg (L'HO SCRITTO BENE AL PRIMO COLPO!!!), potendo scegliere una Ferrari, una Lamborghini, una Maserati, una Pagani o una pratica FIAT. È per questo che, leggendo la sinossi di APEX: The Story Of The Hypercar ("Un costruttore d'auto visionario introduce la sua hypercar ad alte prestazioni e basso consumo su un mercato pieno di concorrenti di prestigio quali Ferrari e Porsche"), ora disponibile anche su Netflix, ero scettico, dubbioso, titubante.

E invece, APEX: The Story Of The Hypercar, scritto da Mike Spinelli e diretto da J.F. Musial e Josh Vietze, è un documentario eccellente, mirabile, che funzionerebbe anche senza audio, senza colonna sonora o le testimonianze dirette dei personaggi coinvolti, forte di un impianto/impatto visivo mesmerizzante. Ottanta minuti di assoluta pornografia automobilistica.

Ferrari LaYouporn.

Che cos'è un'hypercar, innanzitutto? La risposta più semplice è che un'hypercar è un'auto il cui unico scopo è suscitare stupore sotto ogni aspetto. La più veloce, la più potente, la più rara, la più straordinaria. Quella progettata con più premura, quella più all'avanguardia. L'espressione del domani a quattro ruote, oggi. L'armatura di Iron Man, con quattro ruote. Un benchmark tecnologico dotato di sedili, pneumatici, alettoni e specchietti retrovisori. Un'auto il cui prezzo (nell'ordine dei milioni di euro) non è nulla, in confronto con il desiderio che suscita in coloro che possono permettersela. 

Si parte dalla creazione della nuova Koenigsegg One:1, presentata al Salone dell'Automobile di Ginevra nel marzo del 2014. Il bolide svedese – che, debbo confessarlo, vanta linee compatte, moderne e accattivanti – trae il suo nome dal mostruoso rapporto potenza-peso di 1 CV per Kg. Il marchio svedese ha realizzato sette esemplari (compreso il prototipo esposto al Salone di Ginevra), tutti già venduti a "scatola chiusa", prima che la produzione fosse conclusa. Qualche dato sul quale sbavare: la Koenigsegg One:1 monta un motore V8 5.0 litri bi-turbo in alluminio, con 4 valvole per cilindro. La potenza massima – FRECHTIMPETTO! - è di 1 MW (1341 HP, ovvero 1360 CV) a 7500 giri/min, con limitatore fissato a 8250. Meglio di una flotta di trattori, sviluppa oltre 1000 Nm di coppia motrice. Koenigsegg dichiara un'accelerazione da 0 a 300 km/h in circa 12 secondi e da 0 a 400 km/h in circa 20 seccondi; la velocità massima è di 485 km/h, ma il tempo sul vecchio Nordschleife, come avrete modo di scoprire guardando APEX, è ignoto (e non spoilero oltre, che già ho detto troppo).

McLaren P1: la hypercar posh.

APEX, però, non è incentrato unicamente sulla storia di Christian Van Koenigsegg e della sua One:1, ma è un'affascinante storia di rivalità tra ego smisurati, grandi nomi della storia delle quattro ruote come Ferrari, Porsche, McLaren e Pagani, e dei loro sogni. Interi segmenti del documentario sono dedicati alla Ferrari LaFerrari (e alla progenitrice, ovvero al Ferrari F40), al visionario artigiano Horacio Pagani (da ascoltare con vivissima gioia mentre pronuncia con disinvoltura "Huayra"), all'avanzata tecnologia utilizzata dalla Porsche 918 e alle sinuose forme ibride della McLaren P1. E non solo (e qui arriva anche il gancio con i videogiochi), ci sono preziosi e illuminanti interventi di Mike Spinelli, Alex Roy, Chris Harris, Dan Neil, Travis Okulski, il test driver di Koenigsegg, Robert Serwanski, il test driver della McLaren, Chris Goodwin, il project manager della Porsche 918 Spyder, Frank Walliser, oltre che Dan Greenawalt di Turn 10. Ovvero, il signor Forza Motorsport, che da oltre dieci anni ha il privilegio di plasmare nel virtuale le grandi hypercar da sogno.

Mandate a letto i bambini e affanculo le mogli. 

In ultimo, c'è anche spazio per una riflessione (dovuta, necessaria) sui combustibili fossili e sul futuro delle hypercar.  Dunque, in ultima analisi, cos'è un'hypercar? È la massima espressione di libertà, tecnologia e arte. È l'apice di tutte queste idee, raccolte in un'affermazione di cosa è possibile, per quanto irrilevante quella cosa possa essere. Il suo significato va al di là del suo essere irrilevante.

E APEX: The Story Of The Hypercar racconta tutto questo in maniera sublime.  

Già che si parla di sublime...