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La chillout impegnativa di Chime Sharp

Spesso anche i migliori recensori si fanno prendere da pregiudizi nell'approcciare un nuovo gioco, magari basandosi sul bagaglio di esperienze pregresse. Figuriamoci allora il sottoscritto, che certamente tra i migliori non è ma che, ammetto, ogni tanto finisce per fare il saputello di stocazzo. Ecco, quando giopep mi ha proposto Chime Sharp e ho accettato di recensirlo, ho avuto un paio di brutte ore in cui questo puzzle game mi ha fatto davvero schifo. Poi ho capito che ero io ad essermi fatto delle aspettative tutte sbagliate e ho cominciato ad apprezzarlo molto di più.

Questo perché, a vederlo sulla pagina di Steam, Chime Sharp (seguito di Chime, che però non avevo mai provato) sembra proprio un clone del mai troppo lodato Lumines, con dei blocchi in stile tetramini come il giustamente lodato Tetris. E a una prima occhiata gli elementi ci sono: livelli in stile bicromatici, griglia rettangolare e colonna sonora a base di musica elettronica di qualità, con tanto di barra che, a ritmo, "analizza" il punteggio dei quadrati che il giocatore forma incastrando i diversi pezzi. Solo che poi ci giochi e capisci che di Lumines ha ben poco.

Anzitutto, perché a differenza dei due citati puzzle game, in Chime Sharp i pezzi non "piovono" dall'alto. Il giocatore può e deve ruotarli, ma è in grado di "appiccicarli" in ogni zona della mappa: è quindi possibile, nonché talvolta consigliato, lasciare pezzi "nel nulla", senza altri a sorreggerli, per poi intervenire con altri blocchi e formare quadrati e rettangoli. Che, a questo giro, devono essere più grandi dei piccoli "2x2" di Lumines per cominciare a fruttare punti.

L'obiettivo degli stage di Chime Sharp è sì quello di realizzare il punteggio più alto ma, per farlo, è necessario "coprire" più porzioni possibili della griglia. Un quadrato che va "a punteggio", infatti, colora le celle che prima occupava e i giocatori più abili, neanche a dirlo, sono chiamati a convertire il 100% della schermata messa a disposizione. Cosa molta più facile a dirsi che a farsi, visto il timer che incombe tiranno in alto a destra nell'interfaccia, che è possibile allungare di pochi secondi per volta a patto di realizzare combo e punti poco prima dello scadere. A complicare il tutto, poi, c'è il fatto che è possibile realizzare punti solo colorando aree nuove: dimenticatevi, insomma, la possibilità di fare un high score creando quadratoni sempre nello stesso angolo.

Non è necessario che i quadratoni siano vicini per ottenere una combo.

Altro elemento di novità rispetto a Lumines è dato dalla presenza, in ogni stage, di "buchi" nella griglia, aree in cui non è possibile posizionare alcun pezzo. Aggiungete poi che ogni livello ha pezzi di forme diverse dai precedenti ed eccovi servita una bella dose di grattacapi che vi costringeranno a ragionare non poco su ogni movimento, sempre tenendo d'occhio il tempo che scorre inesorabile.

Ecco, forse è proprio quel "tenere d'occhio" il più grande difetto di Chime Sharp. Controllare stage mediamente ampi, i quattro tipi di blocchi che in sequenza è possibile usare, il punteggio, la barra che si muove a ritmo di musica e il timer richiede una quantità di occhi di cui al momento non dispongo per evidenti limiti della mia natura umana. O delle mie capacità percettive, chissà. Fatto è che l'interfaccia, per quanto elegante, può risultare paradossalmente poco leggibile per un gioco che, invece, sfoggia minimalismo su ogni altro fronte. Un difetto che potrebbe scoraggiare alcuni (io in primis spesso perdo completamente di vista il timer) e potrebbe risultare fonte di parziale frustrazione in un puzzle game altrimenti solido e divertente.

Se i quadrilateri non sono perfetti restano dei frammenti da sfruttare per altre costruzioni.

Complici il mix audiovisivo e, dopo qualche tentativo, i successi che sbloccano leggere variazioni sul tema delle regole e nuovi brani/stage, mi sono abbastanza divertito nella mia prova di Chime Sharp, un buon puzzle game che però potrebbe scontentare, per via dei difetti di cui sopra, i giocatori più esigenti. Resta comunque più che consigliato, specialmente per chi cerca un titolo piuttosto impegnativo: coprire più del 50% della mappa richiede buone dosi di destrezza e pianificazione e, finora, non sono mai riuscito ad ottenere il 100%. O forse sono solo scarso, chissà.

Ho giocato a Chime Sharp grazie a un codice Steam gentilmente offertomi dagli sviluppatori per circa cinque ore, sbloccando nuovi brani e modalità grazie ai miei rari successi. Esiste anche una demo, così potete decidere meglio se spendere o meno i 14,99 €.