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Old! #171 – Agosto 1976

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Ad agosto del 1976, Sega spara in sala giochi Man T.T., per gli amici Moto-Cross. Si tratta di una rielaborazione in versione motociclistica di Road Race, risalente al febbraio dello stesso anno, e lo stesso Man T.T. verrà brandizzato negli Stati Uniti d'America come Fonz (vale a dire la giacca di pelle contenente un uomo da noi nota come Arthur "Fonzie" Fonzarelli). Il gioco sfrutta una visuale pseudo-3D, chiaramente ricalcata su quella di Road Race, e può vantarsi di essere il primo cabinato a sfruttare il feedback aptico applicato al manubrio per generare vibrazioni durante le collisioni.

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Nello stesso mese, Fairchild Semiconductor mette in vendita il Video Entertainment System, la prima console per videogiochi ad utilizzare un microprocessore e delle cartucce. La macchina, basata sulla CPU Fairchild F8, è figlia del design di Jerry Lawson, Ron Smith e Nick Talesfore. Al primo dobbiamo il lavoro sulle interiora della console, al secondo quello sulla tecnologia contenuta in pad e cartucce, al terzo il design esterno di tutto quanto. Fra le caratteristiche della macchina si segnalano una risoluzione 128X64, 64 byte di RAM (circa la metà rispetto a quanto potrà poi vantare l’Atari 2600) e un processore centrale in grado, per la prima volta nella storia delle console casalinghe, di elaborare un’intelligenza artificiale e permettere il gioco in singolo contro la CPU.

La macchina non riscuoterà un successo clamoroso e vedrà l’uscita di appena ventisette giochi, ma avrà comunque a modo suo un impatto notevole sul mercato, se consideriamo che proprio la sua uscita spingerà Atari a potenziare la propria console a cartucce in lavorazione e ad accelerarne l’uscita. Quando, un anno dopo, l’Atari VCS verrà finalmente messo in vendita, Fairchild deciderà di cambiare il nome della propria console per evitare confusione e nascerà quindi la Fairchild Channel F. Questo però non impedirà alla proposta targata Atari di mangiarsi il mercato, presumibilmente anche grazie alla indiscutibile superiorità tecnologica.