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Lo stressantissimo 911 Operator

Non si può dire che lavorare in un call center sia l’aspirazione della vita. C’è chi cade nella trappola e fatica a uscirne fuori e trovare lavori diversi, chi ci ha lavorato per una frazione di tempo per coprire periodi tra un impiego e un altro, e immagino ci sia anche chi effettivamente apprezza quel tipo di lavoro. Non ho imbarazzo ad ammettere di averci lavorato, per aziende più o meno famose. Ho un aneddoto molto divertente a riguardo, legato a quando ero nel reparto tecnico della Apple: all’inizio del contratto di lavoro, ci fecero firmare un documento in cui affermavamo di comprendere di non essere dipendenti Apple. Di fatto avevamo accesso ai database Apple, se uno telefonava al supporto tecnico Apple rispondevamo noi, se per determinate riparazioni mi venivano dati i numeri di carta di credito (inclusa scadenza e CNN! Per telefono!) erano tutti soldi che finivano in mano alla Apple. Però non lavoravo per la Apple, immagino che per le persone di Cupertino bisogna appartenere a una razza ben precisa, per poterti dichiarare uno di loro, pur essendo a tutti gli effetti uno di loro.

Ma sto divagando, basti sapere che conosco l’argomento call center e che ho vissuto sia i lati più piacevoli quelli meno piacevoli. Questo mi permette di affermare con sicurezza una cosa: il grado di sovraffaticamento e stress da lavoro che si prova giocando a 911 Operator è assolutamente realistico. Certamente uno dei lavori di “call center” migliori che possano esistere, il “tizio che risponde al 911” è uno sfortunato individuo incaricato di ricevere le psicopatiche comunicazioni del mare di imbelli che popolano il pianeta terra e mandare di volta in volta pompieri, polizia, ambulanze o una combinazione di queste a risolvere il problema, oltre che, talvolta, dover spiegare a un cittadino dotato di cranio un po’ troppo duro che telefonare per un incidente avvenuto due giorni prima non ricade nella definizione di “emergenza”.

La partita si svolge principalmente di fronte a una mappa della città (New York di base), con icone che compaiono su di essa a rappresentare le richieste di aiuto dei cittadini. In breve tempo, seguire tutte le richieste diventa impossibile, quando i problemi e le emergenze sono superiori al numero di risorse a disposizione e, come se non bastasse, superiori alla quantità di multitasking che il giocatore è in grado di mettere sul campo. L’effetto è sempre, nella migliore delle ipotesi, quello di poter tappare i buchi, di ignorare malamente le stupidaggini portate avanti dai cittadini e prestare orecchio unicamente a quanto è realmente importante. Oltre alle icone sulla mappa, si possono ricevere anche telefonate “vere”, in cui scegliere da un elenco di opzioni a scelta multipla la risposta da dare.

Dopo ogni giornata di lavoro si riceve un salario e si possono spendere i fondi che si hanno a disposizione per migliorare il parco veicoli e gli agenti da mettere in campo. Questo è certamente qualcosa di cui l’addetto reale al 911 non si occuperebbe mai, ma è comunque una componente ludica gestionale in più che, essendo legata alla propria performance giornaliera, spinge a dare sempre il meglio di sé.

Lo consiglio? Se volete provare cosa provano gli operatori di call center, provatelo pure. Finirete a odiare la razza umana, augurare la morte a chiunque vi rubi anche solo un secondo della vostra vita e pianificare omicidi di massa nel vostro tempo libero. Un perfetto simulatore di call center, insomma. Segnalo che nella versione Alpha che ho provato (il gioco ha "vinto" su Kickstarter e Steam Greenlight e uscirà entro l'anno) pare essere presente un’opzione per poter giocare usando come mappa quella della propria città di appartenenza, e la cosa potrebbe di sicuro interessare qualcuno.