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Dex: il figlioccio di Deus Ex

Philip K. Dick è senza alcun dubbio il mio scrittore preferito. La sua visione del mondo, così distorta, “tossica” (è proprio il caso di dirlo), opprimente, ha dato vita a decine di racconti straordinari. Tuttavia, per quanto i media abbiano cercato di attingere voracemente a quell’universo distopico e soffocante, sono stati pochi gli esponenti videoludici in grado di catturarne l’atmosfera e incarnarne l’eredità spirituale. Poco prima del gigante Deus Ex: Mankind Divided, uscito all’incirca un mese fa, ho avuto modo di giocare al piccolo Dex, un Davide completamente a suo agio nonostante i numerosi Golia.  

Dreadlocks, un piccolo gruppo di sviluppatori cechi, ha dato vita a un mondo sfaccettato, complesso e profondo. Dex, la protagonista del gioco, inizia il proprio calvario nello squallore della sua abitazione, guidata da una misteriosa entità. La ragazza deve agire lontana dalle forze dell’ordine, per un fine ultimo inizialmente segreto.

Lo stile algido ed essenziale è sicuramente degno di nota.

Il costrutto narrativo di Dex è assolutamente pregevole: in un crescendo di informazioni ed eventi in grado di inchiodarci davanti allo schermo, la storia tesse le sue fila spaziando dagli innesti bionici al controllo mentale della popolazione, toccando temi solo in apparenza stereotipati. In una giostra di trafficanti, informatori, medici raffazzonatati e hacker logorroici, la sceneggiatura del gioco e l'introspezione dei protagonisti si presentano subito come di altissimo livello. 

Tuttavia, limitarsi a proseguire sui binari dell’incipit narrativo significa scalfire solo la superficie della vera essenza di Dex. Gli sviluppatori hanno riempito il gioco con alcune tra le più intriganti sub-quest a memoria d’uomo, seconde solo a quelle viste in The Witcher 3, per capire di che qualità stiamo parlando. A braccetto con l'ottima storia principale, quindi, ci sono diverse sottotrame che si rivelano altrettanto interessanti.

Girare per vicoli fumosi e malfamati fa molto Blade Runner.

Senza inciampare in maldestri spoiler, posso assicurarvi che la sceneggiatura è granitica, nel dipanarsi degli eventi e nelle loro tangibili conseguenze. La stessa protagonista scivola lungo il fluire del racconto, delineando timidamente alcuni tratti introspettivi, ma lasciando sempre un alone di mistero sulla sua caratterizzazione. Questo doveroso preambolo è il chiaro antipasto di un pasto luculliano. La struttura ludica di Dex, pur con qualche imperfezione, si rivela divertente e allestita a dovere.

Il titolo, in una deliziosa veste bidimensionale, si presenta come una commistione di generi: si tratta principalmente di un gioco di ruolo, con radici da picchiaduro e una spruzzata – un po’ maldestra – di platform. Gli sviluppatori sono riusciti a inserire persino delle fasi simil twin stick shooter, per sciogliere letteralmente i videogiocatori più vecchietti.

Le animazioni non sono fluidissime, ma lo stile retrò rende tutto assai gradevole.

Il livello di libertà offerto al giocatore è davvero degno di plauso. Dex può utilizzare armi di qualsiasi foggia, sia per sparatorie assortite che in scontri corpo a corpo. Per quanto il gioco propenda per le scazzottate (o almeno le renda subito più accessibili), sviluppare e imparare a usare le armi da fuoco è più facile di quanto possa inizialmente sembrare. Ed è qui che lo scheletro da GdR viene fuori: la natura ibrida del gioco ci permette anche di agire nell’ombra, hackerando, spiando e rubando. Le fasi platform di cui vi ho parlato poco fa sono l’unico anello debole del gioco, apparendo un po’ macchinose, quantomeno alla luce della natura assai "agile" del titolo. 

Dex offre un’avventura estremamente dinamica, che premia l'astuzia, la pazienza e la sperimentazione. Tecnicamente, il gioco alterna scorci cittadini degni di un Blade Runner 2D a strutture e ambientazioni più spoglie e stereotipate. Le animazioni possono apparire inizialmente strane e un po' scattose, per poi rivelarsi essenziali e ben realizzate.

Dex è una perla rara nel panorama dei giochi indie, un titolo che si presta fin dai primi istanti al confronto con un genere assai incline ai cliché. Puntando su uno script granitico e una struttura ludica fascinosa e flessibile, i ragazzi di Dreadlocks non temono confronti, anzi: i giganti del genere cyberpunk avrebbero molto da imparare da questo appassionato gruppetto di sviluppatori cechi.
 

Gli effetti di luce, nel complesso, costituiscono un bel valore aggiunto.

Ho scaricato DEX grazie a un codice fornitomi gentilmente dal distributore. Ho giocato per oltre dodici ore, intrattenendomi piacevolmente nel mondo creato dai Dreadlock Ltd. L'avventura è dotata di una struttura libera e aperta: potreste anche raddoppiare le ore di gioco. E fareste anche bene.