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E anche Suicide Squad è andato

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, hanno provato a raccontarci la favoletta della DC/Warner Bros. che si proponeva con una visione opposta rispetto a quella dei Marvel Studios e tentava di regalarci anch'essa un universo cinematografico di film tutti collegati fra loro e pieni di cretini in costume, ma buttandola sulla depressione, sul tono cupo, sul lasciare ad ogni singolo regista, e quindi ad ogni singolo film, la possibilità di esprimere liberamente la propria personalità e sul fatto che noi c'abbiamo i cattivi fichi, altro che quegli sfiatati della concorrenza, Fuck Marvel, yo! Certo, se la personalità è quella di Zack Snyder, si parte bene ma non benissimo, però, insomma, era bello crederci. Fra l'altro a me L'uomo d'acciaio neanche è dispiaciuto, ma qui posso difendermi dicendo che non l'ho mai rivisto. Peccato che il master plan sia in realtà partito dopo L'uomo d'acciaio e già nel secondo film ci siamo ritrovati con pasticci da comitatone infilati a calci in culo per mettere assieme l'universo in fretta e furia, un cattivo (anzi, due) impresentabile(i) e le battutine d'avanspettacolo che facevano capolino sul finale. E il terzo lo potremmo sottotitolare "Calata di braghe".

Già, perché Suicide Squad è un pasticcio figlio del panico. Panico scaturito dall'accoglienza impietosa riservata a Batman V Superman, immagino, e dalla necessità di inseguire quegli altri. E quindi sticazzi della personalità, David Ayer, tu gira qualche sparatoria così sei contento ma non rompere le palle che ci serve il nostro Guardiani della galassiaE già che ci siamo si rinuncia anche all'unico punto di distinzione rimasto, abbandonando l'idea dei supereroi DC come divinità e buttandola sul lato umano come fa la Marvel. Oh, poi, intendiamoci, alla fin fine delle traversie produttive possiamo anche fregarcene e se il risultato fosse apprezzabile, come lo è stato per il travagliatissimo Ant-Man, andrebbe benissimo. Ma qui è venuto fuori un altro pastrocchio, un film che non sa dove vuole andare, prende tre o quattro direzioni diverse, le segue tutte come un automobilista ubriaco e finisce per schiantarsi nel letame formato CG. Ed è un peccato, perché come al solito, fra le pieghe del sacco per la spazzatura in cui i produttori appanicati hanno infilato Suicide Squad, si vedono belle idee, trovate azzeccatissime (che bella la prima trasformazione dell'Incantatrice), attori che funzionano e si divertono come matti e, insomma, i segni del bel film che sarebbe potuto essere.

Lo sarebbe potuto essere se fosse stato davvero "David Ayer che fa il suo film incentrato su una banda di matti e assassini", la mia ipotesi preferita. Ma mi sarebbe andato bene pure il tentativo di copiare il film di James Gunn a base di cazzaraggine. Avrei apprezzato perfino il melodrammone tutto serioso incentrato su quelle specie di Romeo e Giulietta dei supereroi (no, non i pagliacci, gli altri due). Quantomeno, avrebbe dato un taglio umano e coinvolgente all'ennesima battaglia finale contro i pupazzetti di gomma al computer che stanno provando a distruggere il mondo. Il problema, di nuovo, è che Suicide Squad non sa dove vuole andare, nel dubbio le prova tutte, trova spunti interessanti in ogni direzione ma non riesce a far funzionare in fondo nessuna delle tre.

Questa l'ho trovata cercando cose a caso sul film.

Il film degli psicopatici è come se non ci fosse, dato che le infamate di questi poveracci stanno tutte scritte nei dossier ma sullo schermo li vediamo solo vittime del sistema, dolcissimi, onorevoli fra di loro e impegnati ad abbattere orde di di comparse mascherate da bubboni più due stronzi al computer nel moscio finale. Harley Quinn è l'unica a mantenere una caratterizzazione che abbia senso, ma tanto poi si ammoscia tutto in una love story dai bei lampi visivi, ma annacquata e frettolosa, con un Joker che, sarà anche colpa dei tagli, appare impresentabile. C'hanno i cattivi fichi, loro, epperò riescono a sfiatare pure il Joker. Ma dimmi te. L'aspetto action di quello che avrei voluto come il Suicide Squad di David Ayer funziona anche abbastanza bene, l'azione è coreografata in maniera decente, ma è tutto anonimo e vuoto, perché manca il film dietro. Poi ci sarebbe la copia di Guardiani della galassia, ed è un casinaccio sbiadito, che fraintende il senso di quella colonna sonora infilando canzoni a caso per fare i videoclippini (alcuni anche abbastanza riusciti, intendiamoci) e frulla tutto con una comicità che vorrebbe tantissimo essere scorretta ma non ci riesce quasi mai, dando vita a una prima mezz'ora abbondante in cui le singole sequenze non sarebbero neanche male ma il film non c'è. E per quanto riguarda il melodrammone dei supereroi, lasciamo proprio perdere: ogni tanto spunta fuori dal nulla e non ha alcun senso, perché manca la profondità dei personaggi, manca tutta la sostanza che potrebbe dargli peso.

Il problema è che i tre film si fagocitano a vicenda, si levano spazio e ossigeno l'uno con l'altro e si rovinano fra di loro, con l'aggravante che le (poche) trovate visivamente davvero belle sono immerse in lunghi brani di svogliatezza e/o riprese aggiuntive a cazzo di cane. Sul serio, in certi momenti sembra di guardare una poverata per l'home video "nobilitata" dai soldi di una megaproduzione. Ed è proprio un peccato, perché le cose che funzionano davvero ci sono, lo spirito che si intravede fra le righe sarebbe interessante e fresco, se riuscisse ad emergere fino in fondo, e tutto sommato il film scorre via zoppicante ma gradevole. Anzi, per quanto mi riguarda, è sicuramente più gradevole di Batman V Superman, fosse anche solo perché almeno qui non ci sono due ore di menate sociopolitiche for dummies scritte coi pennarelli colorati. Ma insomma, è anche un po' la vittoria nel campionato dei pirla, per altro figlia del mio preferire una cagata che la butta sul ridere a una cagata convinta di essere seria e intelligente. Insomma, peccato. Di nuovo.

Suppongo che ormai l'abbiano visto tutti quelli che lo volevano vedere e che possono andare al cinema e/o scaricano le cose brutte. Però, oh, casomai per qualche motivo questa recensione ve ne avesse fatto venire voglia, vedo che sta ancora fuori in 345 sale, nientemeno. Certo, immagino quanto possano rendere tradotti i già traballanti dialoghi originali, ma che ci vogliamo fare?