eXistenZ #47 – Assassino Cretino
eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po' qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell'altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.
Io me li immagino, Fassby, Kurzy, Arky e Marionny, sul set di Macbeth, stremati dalla pesantezza di quel film, che fanno il patto di sangue.
Fassby: “Oh, regà, sto producendo 'sta stronzata di Assassin's Creed, pagano bene, ce ne andiamo in vacanza in Spagna a fare un cazzo, eseguire il compitino e sbronzarci tutte le sere. Facile facile. Tra l'altro, poi, c'è il tour promozionale, e tu, Kurzy, mi dicevi che non sei mai stato in Cina: così la visiti!”
Arky: “Ma possiamo farlo tutto scuro, polveroso e che non si capisce un cazzo?”
Fassby: “Ma certo, figurati, cazzomene, tanto sono produttore e sono pure la faccia del film. Sereno, ci parlo io.”
Kurzy: “Beh, se la metti così, allora, giusto per il LOL, facciamo che invece della solita stronzata dell'inglese con l'accento, mezzo film è in spagnolo sottotitolato? Scelta d'autore!”
Fassby: “ROTFL, ficatissima, ci sto. Alla grande. Marionny?”
Marionny: “Putain!”
Fassby: “Hahahaha, mi fai troppo ridere. Allora siamo d'accordo. Bella!”
Per un po', quando è stato annunciato il cast tecnico e artistico, mi sono permesso di crederci. Mi sono raccontato che magari ne sarebbe venuto fuori un bel film, o perlomeno qualcosa di divertente e con due o tre belle immagini. Poi è uscito il trailer e sono stato preso dallo sconforto. Ho un po' smesso di crederci, ma in fondo ho continuato a sperarci, mi sono detto che, insomma, con tutte le trashate che mi guardo e che salvo per questo o quel singolo aspetto, avevo ancora speranza di divertirmici. In realtà non è che ci sperassi poi molto, ma insomma, la speranza, in genere, è l'ultima a morire. Tranne che nel 2016. Nel 2016 muore comunque un sacco di gente dopo la speranza. E infatti il 20 dicembre sono andato al cinema a guardarmi Assassin's Creed, ben prima che ci lasciassero Carrie, George, Debbie, quello dei conigli e chissà che altro, ed è morta la speranza. Mi sono anche morte le palle, a dirla tutta. È stata un'agonia lunga e ricca di sofferenze, con pochi, brevi, lampi di pace, come iniezioni improvvise di morfina, e alla fine ci hanno lasciato.
Spagna, fine del quindicesimo secolo, un gruppo di spagnoli vestiti da pirla dicono cazzate in spagnolo sottotitolato. Michael Fassbender dice cazzate in spagnolo stentato sottotitolato. California, anni Ottanta, un bambino fa il fico in bicicletta nell'amblinata più impacciata del 2016. Non ricordo/non ho capito dove/quando, Michael Fassbender è un condannato a morte prossimo all'esecuzione, ci mette come suo solito più intensità di quanta ne richieda il film e ci regala la sua versione di Sean Penn in Dead Man Walking… ma non muore, si risveglia all'inferno: un laboratorio gigantesco dove fanno esperimenti su di lui e chiunque gli parli lo fa solo per sommergerlo di spiegoni. Fra questi ci sono una Marion Cotillard e un Jeremy Irons da Oscar per la capacità di rimanere seri mentre berciano dialoghi talmente all'insegna del ridicolo e con un crescendo così forte che – non sto scherzando – nell'ultima mezz'ora scoppiavo a ridere ogni volta che aprivano bocca.
Dopo un paio di spiegoni, Fassbender viene infilato nella sedia da sesso di Burn After Reading e si ritrova orgasmo-proiettato nel Fassbender del quindicesimo secolo, pronto a continuare a dire cazzate in spagnolo stentato sottotitolato mentre delle scene d'azione ambiziose nelle coreografie, ma bruttarelle e confuse nella messa in scena, si trascinano stancamente fra uno spiegone e l'altro. Justin Kurzel e Adam Arkapaw si fanno le canne nel camper mentre la seconda unità segue ordini molto precisi scritti su un tovagliolo a inizio riprese: “Boh, fateli menare, fateli saltare, mi raccomando la polvere, i colori che fanno Spagna del quindicesimo ce li mettiamo poi al computer.” E poi spiegone di Marion Cotillard, spiegone di Jeremy Irons, Fassbender che ci mette molta intensità mentre si allena contro se stesso in cella, spiegone di Michael Kenneth Williams, Fassbender che ci mette molta intensità nel fare il matto prima di essere rimesso sulla sedia da sesso, scena d'azione brutta che non porta avanti il racconto in nessun modo, spiegone di Jeremy Irons, spiegone di Brendan Gleeson, Fassbender che ci mette talmente intensità da cagarsi addosso, scena d'azione brutta ma con un breve istante quasi bello, spiegone di Marion Cotillard, spiegone di Jeremy Irons e finalmente si concretizza il MacGuffin della mela dell'Eden. E se già sembrava una cretinanta sentendone parlare, figuriamoci quando si scopre che è la mela dell'Eden di Hellraiser: un cosetto di metallo che contiene Pepé Le Pew ed emana scorregge in grado di annullare il libero arbitrio. Bene così.
Il film di Assassin's Creed è, in buona sostanza, questa merda qui. Una cretinata adolescenziale scritta da cani (dove per “cani” si intende “quello che ha scritto un film delle Olsen, Tower Heist, Exodus, The Transporter Legacy e Allegiant”), recitata col pilota automatico, raffazzonata e pasticciata in quel che racconta, stupida e zarra tanto quanto i Resident Evil di Paul W.S. Anderson ma senza un briciolo della loro consapevolezza, del loro non prendersi sul serio, delle loro scene d'azione girate in maniera cristiana. Una merda. Una merda che fra l'altro non risparmia le sue cose insensate in nome dell'omaggio per i videogiochi (che cazzo vuole, quell'aquila, sempre fra le palle? Che fa? Dove va? Perché si scambia sguardi ammiccanti con Fassbender? Ha sentito la puzza di merda che gli esce dai pantaloni?) e prova a darsi un tono con un taglio visivo da film d'essai. Fra l'altro, su questo ci avevo preso: ci sono effettivamente due o tre belle immagini. Certo, la mia speranza non era così letterale, ne auspicavo un numero maggiore, ma che ci dobbiamo fare? Bisogna accontentarsi. Che culo!