Old! #230 – Ottobre 2007
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Il 2 ottobre del 2007, Activision pubblica su PC, PlayStation 3 e Xbox 360 Enemy Territory: Quake Wars, FPS multiplayer di Splash Damage che recupera la formula dell'eccellente: Wolfenstein: Enemy Territory e la applica all'universo e alle dinamiche di Quake. Chiaramente, trattandosi di produzione ben più ambiziosa, c'è un grosso ampliamento delle meccaniche e delle funzionalità, con veicoli utilizzabili, team asimmetrici, mappe decisamente più vaste e via dicendo. Il gioco, che ha dalla sua anche la nuova tecnologia MegaTexture ideata da John Carmack, viene accolto favorevolmente da critica e pubblico, quantomeno in versione PC. La neonata serie di Enemy Territory si concluderà qui ma Splash Damage proseguirà a sperimentare in ambito multiplayer.
Il mese è caratterizzato anche da qualche avvenimento “corporativo”, con Bungie che si separa da Microsoft per tornare ad essere uno studio indipendente ed Electronic Arts che annuncia l’intenzione di acquisire VG Holding Corp. e, conseguentemente, gli sviluppatori Pandemic Studios (che chiuderanno due anni dopo) e BioWare. Intanto, Valve Corporation pubblica The Orange Box, pacchetto dalla qualità mostruosa che include Half-Life 2 (per la prima volta su console), le sue due espansioni episodiche, Team Fortress 2 e Portal. Su quest’ultimo, fra l’altro, abbiamo pubblicato un Racconto dall’ospizio un paio di settimane fa.
Il 12 ottobre, Microsoft pubblica su Xbox 360 Project Gotham Racing 4, nuovo (e ultimo) episodio della serie di racing game nata su Dreamcast. Accolto con favore nonostante qualche critica alla scarsità d’innovazioni, il gioco venderà bene, ma non a sufficienza per giustificare la messa in produzione di nuovi episodi. A meno che si voglia considerare Project Gotham Racing: Ferrari Edition per Zune HD un nuovo episodio. Sarà l’inizio della fine per Bizarre Creations, acquisita da Activision solo un mese prima e poi chiusa nel 2010.
Una settimana dopo tocca a The Legend of Zelda: Phantom Hourglass, seguito diretto di The Legend of Zelda: The Wind Waker che segna l’esordio della serie su Nintendo DS, sfruttandone le potenzialità con un sistema di controllo e di gioco che integra l’utilizzo del touch screen e della connessione a internet. Il gioco viene accolto con amore, anche se non mancano le critiche a un gameplay considerato da molti troppo semplicistico e alle funzionalità online poco approfondite. Questo non gli impedirà di finire in cima a svariati elenchi di fine anno e perfino a qualche Top 100 assoluta della console. Una decina di anni dopo, Phantom Hourglass farà la sua apparizione anche sulla Virtual Console Wii U.
Restiamo in zona Nintendo con Metroid Prime 3: Corruption, ritorno della serie (ri)nata su Gamecube che va qui a riproporsi su Wii con l’inevitabile supporto al motion control, il cui sviluppo viene per altro indicato come colpevole primario per il ritardo di un anno nella pubblicazione. Il gioco conserva i pilastri della serie ma ne amplia il gameplay grazie al nuovo sistema di controllo e conquista un nuovo grande successo di critica e pubblico. Verrà riproposto due anni dopo in Metroid Prime: Trilogy, che porterà su Wii, con relativo adattamento dei controlli, anche i primi due episodi della serie. Dieci anni dopo, invece, verrà finalmente annunciato un seguito per Switch.
Oltre a vedere concludersi la trilogia di Metroid Prime, il 26 ottobre 2007 segna l’avvio di quella di The Witcher, che giunge su PC segnando l’esordio dello studio CD Projekt RED. The Witcher, ispirato ai romanzi di Andrzej Sapkowski e basato sul motore Aurora Engine di BioWare, compie qualche passo falso (un saluto alle card delle conquiste sessuali) ma propone un approccio adulto e tematicamente ricco al genere dei giochi di ruolo, conquistando un meritato successo e ponendo le basi per una serie che raggiungerà vette ben più ambiziose ed elevate. Lo sviluppo della prevista versione console incontrerà un sacco di problemi e verrà infine abortito, con lo strigo che farà il suo esordio fuori dall’ambito PC solo nel secondo episodio. Casomai interessasse, segnalo che ne scrissi a questo indirizzo qua.
Il mese si chiude con l’uscita, il 31 ottobre, di Manhunt 2, che fa sembrare The Witcher roba da educande. Seguito del già controverso titolo pubblicato quattro anni prima sempre da Rockstar Games, il gioco è una sorta di survival horror “realistico”, che ci vede nei panni di un uomo ricoverato in ospedale psichiatrico, preda di amnesia e accompagnato nelle sue peregrinazioni da un simpatico assassino sociopatico. Oltre all’inevitabile tripudio di polemiche per la violenza e le tematiche, Manhunt 2 riceve un’accoglienza tiepida da parte della critica e sembra segnare la fine della serie.