Racconti dall'ospizio #91: Don’t stop dancin’! I’m Batman! - Alla console non c’è Mimmo Amerelli ma… Joker!
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
Adoro l'Uomo Pipistrello. Sono cresciuto con il Cavaliere “luminoso” Adam West e la sua serie televisiva degli anni Sessanta. Con Burt Ward (Robin), formava un dinamico duo che combatteva il crimine con scazzottate a tempo di musica e con effetti speciali a base di scritte onomatopeiche coloratissime (il “Gosh... Batman” è diventato leggendario), gentile omaggio della produzione al creatore di Batman, Bob Kane. Un cult ambientato in una Gotham City “iconica e ironica”, popolata da criminali caratterizzati da costumi eccentrici e da una forte contaminazione pop, pronti a elaborare cervellotici piani degni di un Machiavelli per eliminare l'Uomo Pipistrello.
E, dulcis in fundo, una theme song leggendaria, composta dal jazzista statunitense Neal Hefti: il “Na na na na na na Batman...” l'abbiamo canticchiato tutti, almeno una volta nella vita!
Vent'anni dopo essersi immerso nelle atmosfere goliardiche e pop dello show degli anni Sessanta (compreso un lungometraggio datato 1966), l'Uomo Pipistrello scopre di avere un animo più dark con Frank Miller, nella sua miniserie a fumetti Il ritorno del Cavaliere Oscuro (1986) e al cinema con Tim Burton e il suo Batman (1989). E, aggiungo io, anche nell'acerbo settore videoludico, con la fedele conversione del blockbuster cinematografico, che aveva per protagonisti Jack Nicholson, Michael Keaton e Kim Basinger.
Nel frattempo, la “prezzemolina” Ocean Software si era specializzata nella riproduzione di tie-in cinematografici (Rambo III e Robocop vi bastano?) per le principali piattaforme videoludiche del periodo. L'Uomo Pipistrello era più vivo che mai negli anni Ottanta, grazie all'ottimo Batman: The Caped Crusader, prodotto sempre dalla sopracitata software house britannica. Lo stile grafico da “comicbook patinato” mi aveva mandato in brodo di giuggiole, sul mio fedelissimo Amiga 500.
Dopo aver apprezzato al cinema il Batman di Tim Burton, attendevo con grande frenesia la conversione videoludica. Ricordo ancora l’entusiasmo con cui avevo sbandierato ad alcuni amici – con tanto di Batdance! – la mia bella scatola nera con il logo color oro (stampato!) di Batman: The Movie in versione Amiga!
La produzione di Ocean Software era il classico “pastiche” o “potpourri” che tanto andava di moda nei videoludici anni Ottanta. Traduzione: un’accozzaglia di generi diversi che spaziavano dalle fasi di pura esplorazione (platform) alle sezioni di guida di stampo arcade, fino agli improbabili puzzle piazzati qua e là (l'Enigmista a 'sto giro non c'entra!). Per un totale di cinque livelli, da affrontare con tre vite (si, avete letto bene!), che riproducevano altrettanti momenti fondamentali dell'opera cinematografica di Burton.
Graficamente, Batman: The Movie raggiungeva livelli davvero eccelsi (anche su Commodore 64) nelle sezioni di platform, con sprite e fondali capaci di “immergere” completamente il giocatore in una Gotham City davvero oscura. Il livello iniziale ambientato nella fabbrica chimica e quello finale nella cattedrale della città erano stati realizzati come platform a scorrimento orizzontale (il parallasse non c'era ancora). Batman, per sconfiggere i cattivoni e il Joker nello stage finale, poteva contare su alcuni gadget speciali come il Bat-rampino e il Batarang, ma non poteva saltare! La struttura dei livelli era costruita sulla falsariga dei labirinti a tempo: non era facile completarli entro il limite massimo previsto, anche perché si alternavano passaggi piuttosto facili ad altri davvero tosti.
Le sezioni di guida con la Batmobile e con il Batwing soffrivano di alti e bassi (le versioni a 16 bit erano con visuale dal retro del veicolo, quelle a 8 bit dall'alto). Nel primo caso, bisognava affrontare il temibile traffico quotidiano di Gotham City per tornare alla Batcaverna (con tanto di freccia stampata sullo schermo per non sbagliare strada); nel secondo era necessario evitare una serie di palloni aerostatici, simpaticamente gonfiati con gas tossico dal solito Joker, per poi liberarli nell'atmosfera e salvare gli abitanti di Gotham City. L'unica discriminante era il tempo a disposizione per completare le due sezioni: in entrambi i casi, davvero risicato. E tra le fasi di esplorazione in stile platform e quelle di guida arcade, non poteva mancarne una dedicata ai rompicapo: il Cavaliere Oscuro, infatti, era chiamato a indovinare le componenti del micidiale gas tossico creato da Joker (azzeccando la combinazione giusta).
Per quanto riguarda l'accompagnamento musicale, non c'era la celebre Batdance di Prince, ad allietare il Batman pixelloso di Ocean Software nelle sue peripezie a Gotham City, ma altre musichette create ad hoc e davvero ben fatte.
Batman: The Movie mi era piaciuto tantissimo, ai tempi, con il suo improbabile mix di esplorazione/combattimento/guida. Merito anche di una realizzazione grafica/sonora strepitosa (su Amiga), che riusciva a sopperire a qualche mancanza di game design e a una longevità non proprio altissima. Un altro successo per Ocean Software nel campo dei tie-in cinematografici, dopo gli ottimi adattamenti di Robocop e Gli Intoccabili.
Questo articolo fa parte della Cover Story "Justice League & Friends", che trovate riepilogata a questo indirizzo.