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Need for Speed Payback: Motori in panne

Ho ricordi estremamente piacevoli di Need for Speed: Underground 2. Penso sia stato l’apice raggiunto dalla serie, forse insieme al capitolo dedicato unicamente alle Porsche (ma qui si parla di storia antica). Belle macchine, belle donne, una trama da film action e motori sparati a mille. Come si può sbagliare con una formula simile?

A quanto pare si può sbagliare piuttosto facilmente. Avevo grosse speranze per questo Need for Speed Payback, ma quello che mi sono ritrovato davanti era un gioco di guida arcade, e fin qui non c’è niente di male, con un sistema di guida che ho trovato poco emozionante, delle meccaniche di gioco scadenti e una parte cinematografica che mi ha strappato un sorriso per tutti i motivi sbagliati.

Posso intuire che dietro a Need for Speed Payback vi fosse il desiderio di creare un’esperienza simile a Fast & Furious, con una vicenda criminale dietro un V8 cromato e giù nell’infinito, fino a raggiungere il Valhalla a novemila giri. In realtà, a guardare e seguire la trama di questo Need for Speed, mi sono sentito come a guardare la copia fatta dalla Asylum del film Need for Speed (a sua volta una copia malriuscita di Fast & Furious). Il protagonista ruba un prototipo miliardario di una scintillante autovettura a un tizio con soldi a palate, si fa fregare da una socia del colpo e, in tutta risposta, il tizio coi dollari di cui sopra reagisce assumendo il protagonista e collaborando con lui per partecipare a gare clandestine e far crollare il giro di scommesse organizzato dalla socia traditrice. Se sembra giusto un poco inverosimile e caotico… è esattamente la sensazione che ha lasciato a me. Non aiuta, poi, il fatto che andando avanti con la trama del gioco i personaggi che si incontrano siano spesso a loro volta poco credibili ed esageratamente estremi. Anche in un contesto da “film d’azione”, ho fatto davvero fatica a prendere sul serio le situazioni ideate dagli sviluppatori. Un peccato.

Il resto delle componenti del gioco non migliora il quadro generale. Le auto si migliorano tramite l’utilizzo di “carte” pescate casualmente al termine di una gara, cosa che rischia di rendere l’aggiornamento meccanico dei propri bolidi un processo lungo e frustrante, specialmente quando si “pesca” per la quarta volta di fila un componente che non serve, dato che è tutto legato al caso. Fortunatamente, è possibile acquistare queste carte nelle officine, per migliorare manualmente le prestazioni della propria auto, ma anche queste sono generate in maniera casuale ogni tot tempo, rendendo l’intero processo di miglioramento della propria vettura qualcosa di frustrante e, di nuovo, poco realistico. Mi chiedo come mai non sia stato creato un semplice negozio di parti migliori da installare nelle auto coi crediti di gioco.

Un buon sistema di guida potrebbe migliorare la situazione ma sfortunatamente, anche in questo caso, le macchine si comportano con una fisica del tutto particolare e anomala, chiaramente arcade, ma talmente artificiale da dare a volte la sensazione a volte di star giocando a una versione malriuscita di Mario Kart. Anche la scelta di dividere le auto in varie classi, e il fatto che possano gareggiare solo in quelle classi, rende il feeling dietro il volante assolutamente artificiale, e in un gioco di guida è un enorme difetto. Non è che sia noioso, beninteso, ma qualcosa stona parecchio.

Solo difetti? Non proprio. Il mondo di gioco è ricco di cose da fare, c’è quasi sempre un salto, un’acrobazia, una gara dinamica da affrontare mentre ci si sposta da un luogo all’altro. Questo aiuta molto nell’evitare la possibile noia di dover guidare per sei chilometri (o a volte più di dieci) per raggiungere una determinata gara, spezzando il viaggio in minisfide e attività comunque divertenti. Una buona pensata che ho certamente gradito, specialmente nel mare di idee meno brillanti.

Il risultato finale è un gioco che vorrei mi piacesse… ma sfortunatamente fallisce in quasi ogni suo aspetto. Graficamente è ben riuscito, per carità, ma il vero problema è che li fuori ci sono giochi come Forza Horizon 3, o anche solo The Crew, e fatico a vedere un motivo per dedicare le proprie ore e i propri soldi a Need for Speed Payback, a meno che non si sia dei fan sfegatati della saga EA.

Ho sbloccato il gioco grazie a un codice PC fornito da EA Italia. Ho proceduto quindi ad affrontare la campagna e completare le sfide sulla mappa aperta del gioco. La sensazione, purtroppo negativa, che ho avuto è stata di trovarmi davanti a un Forza Horizon dei poveri, che vorrebbe provare ad avere contenuti e un’atmosfera entusiasmante, ma in realtà fallisce su quasi tutta la linea. Non ho terminato la campagna e nonostante, non abbia l’abitudine di abbandonare un gioco, in questo caso credo sarà difficile che torni a dedicarci il mio tempo. Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.