Racconti dall'Ospizio #94: Volpi kriptoniane nel DNA di Superman 64
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
Il motivo per cui adoro scrivere su Outcast è semplice: giopep ti chiede spesso e volentieri di scrivere assurdità che francamente non prenderesti neppure in considerazione di trattare altrove. Perché quando qualcuno ti commissiona un pezzo su Superman 64, la faccenda va valutata subito, in bilico tra l'affronto personale e la goliardata più becera.
Alla fine degli anni Novanta, del resto, nei negozi di videogiochi pre-Gamestop esistevano solo due tipi di giochi per Nintendo 64 che SICURAMENTE trovavi sugli scaffali. Uno era WWF War Zone, ché dovevi ammazzarti di doppi con gli amici nel pomeriggio e non poteva mancare, anche sotto forma di cartuccia loose superpezzente con l'etichetta mezza strappata.
L'altro era Superman 64, perché la legge voleva che Superman 64 non poteva essere venduto.
In nessun modo, neppure camuffato, con il malsano circuito inserito di soppiatto nel guscio di Perfect Dark. Davvero, te lo avrebbero riportato sicuramente in negozio: so di che parlo, l'ho fatto di persona perché sono un individuo deplorevole.
In fondo lo sapete da anni: Superman 64 era un aborto, una punizione divina in silicio, un gigantesco bug con un po' di gioco (LOL) attorno.
Principalmente, era un gioco Titus.
Ricordate Titus, sì? Quando dovevi prendere in giro il software d'oltralpe, mica perculavi quelli che si inventavano il tie-in non autorizzato di 1997: Fuga da New York.
No, neppure per sogno: Titus era così becera da garantire il fabbisogno medio d'infamia binaria di una singola nazione. Crazy Cars con le auto che rimbalzavano ad ogni scontro, Fire and Forget dove sparavi a caso sperando di evitare un frontale, Wild Streets che faceva rimpiangere Kung-Fu Master per VCS (che comunque era un adattamento della madonna) e Monster Max di Ritman e Drummond, pubblicato un anno dopo le recensioni, quando non se lo cagava più nessuno. Sissignore, Titus era il Re Mida al contrario del mondo digitale, un comic relief a forma di software house che azzeccò un paio di giochi per puro caso.
Prima di andare avanti vi allego un video di Knight Force, ché ne parlavo a pranzo durante lo scorso Jagfest e tra una piadina e l'altra non c'era modo di mostrarlo. Soffrite male, mi raccomando: ci si rivede qualche riga più in basso.
Oh, Superman 64, dicevamo... Sì, è davvero brutto da vedere e pessimo da giocare a causa di un sistema di controllo che definire mefistofelico sarebbe riduttivo, ma vogliamo darlo alle fiamme senza concedergli una possibilità di redenzione?
Certo che sì, che domande. Al di là dell'oggettivo orrore, il gioco stupisce principalmente per la sciatteria con cui viene trattato l'argomento principale. Superman ha un pantheon di nemici assurdo, pieno di dei o alieni più o meno pazzi provenienti da questa o quella dimensione-barra-pianeta, e tu lo metti in un imprecisato "mondo virtuale" dove deve vincere a Pilotwings brutto per salvare i suoi amici?
Sì, sto parlando proprio con te, Eric Caen, co fondatore di Titus. L'anno scorso ho letto una sua intervista in cui veniva sostanzialmente perculato in modo velato, ché Titus su Nintendo 64 aveva pubblicato anche l'orripilante Blues Brothers 2000 e pareva il momento giusto per una sana riunione di famiglia. Qui Eric ammetteva che inizialmente il gioco sarebbe dovuto essere una sorta di GTA ante litteram, con una Metropolis completamente esplorabile, ma diverse cose si frapposero tra il dire e il fare, come ad esempio una squadra di novellini al lavoro sul progetto, il poco tempo a disposizione (apro e chiudo un inciso: Superman 64 venne posticipato di un anno circa dopo aver disgustato il pubblico dell'E3 '98) e la scarsa collaborazione di Warner Brothers.
Uau, una realtà schiva a lavorare con Titus, dove andremo mai a finire, in questo mondo malato.
I possessori dei diritti di Supertizio posero quindi dei limiti mano a mano che il gioco veniva definito, vietando ad esempio l'idea che un semidio kriptoniano se ne andasse in giro liberamente, aprendo come cozze i passanti per puro divertimento. Ammetto che l'idea di un proto GTA su Nintendo 64 mi fa girare la testa, principalmente perché esiste già e si chiama Body Harvest. 1998, DMA Design, quelli che sarebbero diventati Rockstar North e GTA lo avrebbero creato per davvero!
In tutto questo, deve esserci una morale: forse c'è bisogno di spina dorsale, per realizzare le idee più nobili, o forse - più semplicemente - Titus ha solo confermato il suo curriculum, e quel poveraccio dell'Uomo d'Acciaio ci è finito in mezzo.
L'importante, però, è imparare dai propri errori, magari realizzando un adattamento di RoboCop come si deve.
Questo articolo fa parte della Cover Story "Justice League & Friends", che trovate riepilogata a questo indirizzo.