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Il senso di Battle Princess Madelyn per Super Ghouls 'n Ghosts

Ormai Sir Arthur è un cavaliere a mezzo servizio, un re senza corona che passa le giornate in mutande, trascinandosi fra il divano e il frigorifero. Talvolta Capcom gli offre un gettone di presenza, lo coinvolge nei tafferugli corali e lui risponde presente, perché un cammeo è preferibile all'oblio. In cuor suo avrebbe una voglia matta di affrontare il maligno per l'ennesima volta, ma la casa di Osaka da quell'orecchio non ci sente. In barba allo scetticismo nipponico, ecco che giunge un timido barlume di speranza, un progetto indie che incarna lo spirito di Super Ghouls 'n Ghosts e del suo protagonista. Un omaggio a trecentosessanta gradi, sull'onda del sembra Capcom ma non è, serve a darti l'allegria.

Osservi Battle Princess Madelyn e ti sembra che nulla sia cambiato, senti nell'aria un profumo vintage, un aroma di gameplay antico e non artefatto. Ti imbatti nella protagonista – una spilungona dallo sguardo vivace e dalla falcata scoordinata – e urli alla Sir Arthur in gonnella, perché i frame d'animazione sono proprio gli stessi, quasi fossero stati ricalcati uno alla volta. Poi te ne dimentichi, perché ormai sei un tutt'uno con l'azione e il tuo unico obiettivo è quello di rispedire sottoterra “li mortacci”, i satanassi e le altre manifestazioni del maligno. Poche chiacchiere e tanta sostanza: è così difficile badare al sodo, oggidì?

Dal canto suo Casual Bit Games sembra voler modernizzare la formula del must Capcom, limandone gli spigoli vivi. In Battle Princess Madelyn si intravede un sistema di controllo meno punitivo, pronto a concedere un piccolo margine di errore, vedasi la possibilità di correggere la traiettoria del salto. Inoltre, le vite extra abbondano, a patto che si sfruttino a dovere le potenzialità di Fritzy, prezioso scudiero ectoplasmatico. Non si tratta di un fantasma qualunque: è lo spirito del cane di Madelyn, un segugio da lei molto amato. Placido e sornione – non ringhia mai, dovreste vederlo in azione – lancia palle di fuoco, morde le secche terga degli scheletri e corre in soccorso della sua padroncina, salvandole la pellaccia. Il tutto previo consumo della sua energia spirituale, che progressivamente si rabbocca.

Che mondo sarebbe senza i boss?

Questo primo contatto con Battle Princess Madelyn, avvenuto grazie a una versione embrionale messa a disposizione dallo sviluppatore, mi ha rassicurato sulla bontà del progetto. Casual Bit Games tocca le giuste corde, non si limita a rendere omaggio a un mostro sacro, ci mette un po' del suo. Talvolta il collettivo pecca d'ingenuità, quasi volesse strafare: mi riferisco alla direzione artistica ancora altalenante, in bilico fra l'estetica vintage e la modernità, vedasi l'utilizzo di alcuni effetti di luce che secondo me cozzano con pixel e bitmap, finendo per compromettere la leggibilità dell'azione. In ogni caso, c'è tutto il tempo per rimediare, visto che il gioco è appena all'inizio del suo ciclo di sviluppo.

Battle Princess Madelyn vedrà la luce su PC, Xbox One, PlayStation 4, Wii U e Switch. La prima edizione ha già superato le selezioni di Greenlight – la piattaforma di Steam dedicata ai progetti di belle speranze - e viaggia così con il vento in poppa. Visto che il gioco poggia su Unity, la trasposizione fra le diverse piattaforme dovrebbe avvenire senza troppe difficoltà, per una pubblicazione fissata al prossimo febbraio. Tanto per gradire, Battle Princess Madelyn ha recentemente fatto capolino su Kickstarter, dove si accontenta di 60.000 dollari canadesi. Al contrario di tante altre software house, Casual Bit Games non si presenta a mani vuote, ma mette a disposizione una versione embrionale del suo progetto, demo presente su Steam e su Indie DB.

Con quella faccia un po' così, quell'armatura un po' così...

In conclusione, incrocio le dita e spero di cuore che Battle Princess Madelyn riesca a rinverdire i fasti di una saga ingiustamente caduta nel dimenticatoio, omaggiandola a suo modo. I fan del cavaliere barbuto di casa Capcom drizzino le antenne e restino in ascolto, perché potrebbe valerne la pena.