Victoria: quando il piano sequenza c'ha le palle che gli fumano
Che cos'è Victoria? È una fava in piano sequenza (vera, senza stacchi) lunga centoquaranta minuti e servita su un vassoio d'argento a fini di puppaggio sul tavolo di eventuali ipotetici registi celebrati per film altrettanto vuoti ma molto più pretenziosi e che c'hanno pure gli stacchi di montaggio. Girato a Berlino fra le quattro e le sette del mattino in una placida notte di aprile del 2014, al terzo tentativo dopo una prima volta andata male perché gli attori facevano troppo i trattenuti e una seconda fallita per motivi opposti, il film racconta una storiella esile esile, basata su una sceneggiatura scritta su dieci tovaglioli o giù di lì e con gran parte dei dialoghi improvvisata sul momento. È soprattutto un ambizioso esperimento e poco più, costruito attorno a una nottata che parte bene e finisce malissimo, di cui fra l'altro esiste anche una versione "tradizionale", girata con varie riprese da dieci minuti l'una, come rete di sicurezza nel caso non si fosse riusciti a centrare il piano sequenza unico. Ci sono riusciti.
La storia racconta di tale Victoria, ragazza spagnola che vivacchia a Berlino lavorando in un bar e una notte, di ritorno da un club, incontra un trio di tedeschi che la abbordano e la tirano dentro le loro marachelle. Son simpatici, per un po' ci si diverte ed è tutto molto tenero, ma siamo in un film ed è pure girato in piano sequenza, quindi è evidente che qualcosa andrà storto. Il qualcosa che va storto è il fatto che i tre frequentano cattive compagnie e si ritrovano più o meno costretti a coinvolgere Victoria in una serie di situazioni che fanno scivolare il film da una romantica storia di amicizie notturne a una specie di thriller d'azione dagli sviluppi iper drammatici. Diciamo che le cose deviano verso un vortice d'autodistruzione e non finiscono proprio benissimo.
In tutto questo, Sebastian Schipper (regista) e Sturla Brandth Grøvlen (direttore della fotografia), aiutati comunque da una protagonista in forma smagliante e in generale da un cast di attori che ce la mette tutta, gestiscono il ritmo della storia in maniera notevole. Certo, ci sono dei cali di ritmo e in generale, non ci si può fare molto, tanto il piano sequenza funziona a meraviglia quando c'è da rendere la tensione dei momenti concitati, quanto si mostra spesso inadeguato nelle parti più raccolte, tranquille, basate sui dialoghi, sui silenzi, magari addirittura romantiche. Nel complesso, però, l'esperimento funziona e fa anzi una certa impressione non solo per la natura di piano sequenza in sé, ma per lo sforzo con cui Schipper e i suoi riescono a mettere sul piatto cura per l'immagine e capacità di variare sensibilmente lo stile delle riprese a seconda del momento, delle emozioni, delle vicende. Ci si ritrova immersi per due ore abbondanti nella folle serie di piccoli eventi e attimi che possono definire la vita delle persone, con un susseguirsi di sfighe e coincidenze talmente assurdo da risultare perfettamente credibile.
Io con la distribuzione italiana ci ho ormai rinunciato, comunque il film è di due anni fa ma dalle nostre parti ci arriva questa settimana, con, se ho capito bene, l'edizione per l'home video prevista fra appena un mese. O qualcosa del genere. Boh? In originale è un po' un mix di lingue varie, chissà se/come hanno reso la cosa col doppiaggio?