Old! #213 – Giugno 1997
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Il primo di giugno del 1997 vede l’uscita europea, otto mesi dopo quella giapponese, di Vandal Hearts, gioco di ruolo dall’impostazione estremamente tattica targato Konami. Forse anche perché uno fra i primi esponenti del genere ad apparire sulle console a 32 bit, Vandal Hearts riscuoterà un discreto successo e diventerà un titolo di culto, capace di meritarsi conversioni su Saturn e PC, un seguito su PlayStation e, diversi anni dopo, un prequel per Xbox 360 e PlayStation 3.
Lo stesso mese segna l’arrivo sui Sega Saturn europei del bizzarro Fighters Megamix, picchiaduro a incontri tridimensionale che unisce i cast di Virtua Fighter 2 e Fighting Vipers, gettando nel mucchio pure vari personaggi segreti sbloccabili, che spaziano fra Janet di Virtua Cop 2, un’auto di Daytona USA, la palma simbolo di AM2, il protagonista di Rent-A-Hero e altre sciccherie. Il crossover fra serie diverse si manifesta anche nel gameplay, che unisce le arene aperte di Virtua Fighter e le gabbie chiuse di Fighting Vipers, recupera alcune mosse da Virtua Fighter 3 e introduce la tecnica della schivata laterale. Il gioco verrà accolto con grande amore da critica e pubblico, ma stranamente non darà vita a una serie.
Il 20 giugno tocca invece a una cintura nera di polemiche come la serie di Carmageddon, che vede qui la sua prima uscita su PC. Ispirato al film Anno 2000 - La corsa della morte (di cui esiste un adattamento ufficiale risalente al 1976) e sviluppato dall’esordiente Stainless Games, Carmageddon è sostanzialmente un gioco di corse ambientato in un futuro distopico, nel quale si può ottenere la vittoria giungendo per primi al traguardo, demolendo tutti gli avversari o ammazzando tutti i pedoni sparsi per i circuiti cittadini. Chiaramente il gioco scatenerà le polemiche del caso e verrà fra l’altro bandito in alcuni paesi e censurato in altri, con la sostituzione di zombi dal sangue verde e robot ai pedoni. Nonostante un’accoglienza molto tiepida da parte della stampa specializzata, però, Carmageddon piazzerà circa due milioni di copie e diventerà una serie di successo, convertita su vari formati, graziata da due seguiti nel giro di tre anni e tornata poi in vita nel 2015.
Quattro giorni dopo, arriva dalle nostre parti un gioco di corse dall’approccio vagamente diverso: Mario Kart 64, primo “seguito” dell’originale Super Mario Kart e ancora oggi uno fra gli episodi ricordati con maggior affetto della serie. Le novità principali introdotte dal gioco sono le più ovvie: il passaggio a un motore grafico interamente poligonale, con tutte le conseguenze del caso in termini di design “verticale” delle piste, e l’adozione del multiplayer per quattro giocatori, che del resto, con le quattro porte del Nintendo 64, è inevitabile. Accolto con amore da critica e pubblico, il gioco piazza quasi dieci milioni di copie e si piazza quindi al secondo posto nella classifica dei best seller per Nintendo 64 (sotto a Super Mario 64 e sopra a GoldenEye 007). Tanti anni dopo, verrà riproposto da Nintendo sulle Virtual Console di Wii e Wii U.
Passano altri due giorni ed esplode un’altra bomba, con l’uscita di Dungeon Keeper, gioiello firmato Peter Molyneux e Bullfrog Productions che fa vestire i panni del “gestore” di una serie di labirinti sotterranei, impegnato a organizzare trappole, mostri, trabocchetti e quant’altro per impedire ai vari eroi di recuperare i suoi tesori nascosti. Basato sulla tecnologia del precedente Magic Carpet, Dungeon Keeper si inserisce nel filone dei giochi gestionali sempre più folli in voga negli anni Novanta e conquista il cuore di critica e pubblico con la sua profondità, le sue idee bizzarre e il suo senso dell’umorismo. Le inizialmente previste versioni console non si materializzeranno mai, ma nel 1999 si materializzerà un seguito. Il terzo episodio, invece, verrà cancellato a lavorazione ben avviata, con una decisione che segnerà la fine di Bullfrog Productions. Dungeon Keeper tornerà nel 2014 in una versione mobile presa a uova in faccia per il suo modello di business non proprio amichevole.