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Another Lost Phone: il ritorno del simulatore di ficcanaso

Another Lost Phone è l’ormai ennesima uscita aderente a un paio di filoni che negli ultimi anni si sono fatti sempre più strada su PC e dispositivi mobili. Da un lato c’è l’idea di rendere l’interfaccia talmente trasparente da arrivare a trascendere la piattaforma su cui giochiamo e trasformare il nostro dispositivo in quello che viene utilizzato dal personaggio protagonista. Anche allontanandosi dal modello specifico del gioco sviluppato da Accidental Queens, vengono in mente opere come Her Story e Pony Island. E poi c’è l’idea di ficcare il naso nei fatti altrui, ravanando fra le pieghe di uno smartphone trovato in giro per puro caso (o forse no) e pasticciando al suo interno per scoprirne i segreti, e qui la memoria torna al precedente gioco dello stesso studio, A Normal Lost Phone, ma per esempio pure a Mr. Robot:1.51exfiltrati0n.apk. Si tratta di un filone/genere piuttosto specifico ed efficace nel suo modello, in cui tutto ruota attorno all’intelligenza con cui vengono ideati gli enigmi e alla qualità della scrittura.

Quello dei telefoni smarriti, nello specifico, è un filone che ha generato anche qualche polemica, a causa della moralità quantomeno discutibile legata al pasticciare con un telefono altrui, in alcuni casi anche non limitandosi all’indagine, arrivando addirittura a inviare messaggi e foto a nome del proprietario. Il tema, di questi tempi, è particolarmente sensibile e il disagio che ne deriva è comprensibile. Se lo chiedete a me, al netto del fatto che ovviamente ognuno è libero di percepire le cose in base alla propria sensibilità personale, si tratta di una polemica che lascia il tempo che trova. Da un lato, quel disagio e quella moralità dubbia sono parte integrante della linea narrativa portata avanti dal gioco e del senso di totale immedesimazione che vuole darti. Dall’altro, se la mettiamo su questo piano, allora dobbiamo condannare anche ogni gioco che preveda qualsiasi forma di violenza, e dagli anni Settanta a oggi se ne salvano pochi. Oh, se volete, facciamolo, per carità, ma insomma.

Nel caso di Another Lost Phone, comunque, gli sviluppatori sembrano aver tenuto conto della cosa, sia sul piano formale (c’è in partenza un avviso che invita a non comportarsi allo stesso modo con un telefono reale), sia in alcuni accorgimenti di gioco (questa volta non ci sono situazioni nelle quali si può agire a nome del reale proprietario del telefono), sia addirittura sul piano narrativo (parte degli eventi raccontati va proprio a toccare questa tematica). Sarà sufficiente a placare le critiche? Vai a sapere. Di buono, c’è che l’esperienza non ne esce assolutamente sminuita e, anzi, Another Lost Phone è per certi versi un gioco anche superiore al precedente, altrettanto importante nei temi che tocca e curato in termini di caratterizzazione e scrittura spicciola, forse un pizzico meno coinvolgente a livello emotivo (ma, inutile negarlo, è una valutazione di carattere estremamente personale), sicuramente perfino più curato nella realizzazione di un’interfaccia trasparente.

Ancora una volta, il cuore dell’esperienza risiede nell’idea di aver trovato uno smartphone smarrito. Avviando il gioco, il dispositivo in questione prende possesso del nostro e ci ritroviamo ad interagire esclusivamente con la sua interfaccia, con l’intera avventura che si svolge al suo interno. Chiaramente, l’illusione funziona meno se si gioca su tablet o, ancora peggio, su PC, ma il gioco è comunque quello. Come già in Another Lost Phone, inizialmente ci si trova un po’ incastrati, perché il telefono non ha accesso alla rete e c’è quindi un limite alle funzionalità cui è possibile accedere. Scatta quindi il lavoro di indagine, che richiede di fare controlli incrociati fra appunti, immagini e conversazioni varie (SMS, e-mail e messaggistica istantanea di vario tipo) per scoprire sia elementi della narrazione, sia password o altro tramite cui accedere a ulteriori sezioni dello smartphone, e quindi del gioco. Dal punto di vista del coinvolgimento investigativo, è una formula che funziona e che ancora non mostra stanchezza, anche grazie al buon lavoro degli sviluppatori, che trovano il giusto equilibrio fra il fornire un minimo di sfida e la voglia di non rendere le cose troppo complicate. Dover scorrere centinaia di messaggi alla ricerca di un singolo indizio sarebbe più un lavoro (non retribuito) che un divertimento, in fondo.

Chiaramente, il fascino della faccenda non sta solo nel capire i modi che gli sviluppatori hanno sparso in giro per portarti a sbloccare tutto ciò che il gioco nasconde, ma anche nell’indagine sulla storia alle spalle dello smartphone. Chi è la persona che lo possedeva? Cosa le è accaduto? Come mai abbiamo ritrovato il suo telefono? Nel farlo, si scopre una storia semplice, senza trovate particolarmente originali, ma che parla in maniera intelligente e delicata di un tema molto importante e, purtroppo, sempre d’attualità. E da questo punto di vista, Another Lost Phone risulta essere un gioco intelligente e capace di spingere alla riflessione.

Il tutto, poi, è immerso in un lavoro di “mimesi” fenomenale, come dicevo prima ancora più riuscito che in passato. L’interfaccia del telefono virtuale è sensibilmente più realistico e include un sistema di app attive in background, i classici tastini a scomparsa nella parte bassa dello schermo e tutta una serie di applicazioni strutturate in maniera molto credibile. Insomma, funziona. Più discutibile, se vogliamo, la maniera in cui il telefono è “popolato”, perché rimane addosso l’impressione che contenga davvero poca roba, rispetto a quel che ti aspetteresti di vedere nello smartphone di chiunque, a cominciare dal fatto che sembra veramente improbabile trovarci appena tre o quattro fotografie. Ma insomma, è sicuramente un limite figlio appunto del non voler rendere la ricerca degli indizi troppo estenuante, lo si accetta nel contesto “ludico” e non è certamente qualcosa che va a rovinare l’esperienza.

Ho ricevuto dallo sviluppatore un codice per scaricare il gioco su Android e l’ho completato col mio LG G6 nel giro di tre o quattro sessioni molto rilassate. Another Lost Phone è disponibile anche su iOS e su PC. Il gioco è interamente tradotto in italiano ma è comunque possibile selezionare la lingua nelle opzioni.