Senran Kagura: Peach Beach Splash - Sapore di sale
Senran Kagura: Peach Beach Splash è un videogioco figlio della propria cultura. Parlare di sessismo, cattivo gusto o strumentalizzazione della figura femminile non sarebbe corretto in sede di analisi. E non perché il titolo Tamsoft non abbia questi contenuti, anzi: proprio la sua candida ammissione al genere soft ecchi, palese dai primissimi istanti di gioco, "assolve" gli sviluppatori da ogni eventuale accusa. Nonostante ciò, e lo dico da fiero amatore della cultura nipponica, è impossibile non scuotere la testa mormorando un "Son proprio matti" di fronte a certe pose lascive, ragazze completamente nude graziate da lampi di luce che ne nascondono le pudenda, sottogiochi in cui si può spruzzare acqua sulla protagonista di turno o palpeggiamenti assortiti tra le opzioni della dressing room. Badate bene, però: il mio non vuol essere affatto un arrocco perbenista; io sono sempre a favore di upskirt, bouncing breast e mutandine rubate, ma mi sembrava giusto inquadrare appieno la filosofia nippo-erotica dietro il gioco, dato che - a conti fatti - rappresenta uno tra i suoi principali motivi di interesse.
Ordunque, Senran Kagura: Peach Beach Splash nasce come spin-off pseudo-sportivo della serie principale. Non è neanche la prima volta che le nostre eroine si lanciano in attività laterali, come hanno già dimostrato in Senran Kagura: Bon Appétit! , un rhythm game di matrice culinaria. Stavolta le procaci signorine dovranno partecipare a uno sparatutto in terza persona con pistole ad acqua, una sorta di Splatoon in chiave "hot" e con una maggiore attenzione posta sulla campagna per giocatore singol(o).
Con una seriosità un tantino fuori luogo per un'atmosfera così sbarazzina e solare, la storia di Senran Kagura: Peach Beach Splash cerca di contestualizzare le sparatorie acquatiche tramite un millenario torneo ninja (le famose pistole ad acqua del periodo Edo... ) con le protagoniste, in squadre da tre o cinque elementi, costrette ad affrontarsi in gigantesche arene. Non manca la solita marmaglia musou, che ravviva l'azione e amplia un tantino il gameplay. Quasi tutto come da copione, quindi, ma con un occhio di riguardo per l'ariosità delle manovre e l'ambientazione festosa. Nonostante l'insistente attenzione posta sulle grazie femminili, il gioco spicca anche grazie a dei controlli reattivi e immediati, che ci spingono - fin dal tutorial - a salti, schivate e colpi volanti, senza mai appesantire il sistema di controllo.
La modalità per giocatore singolo prevede una discreta campagna, terminabile in una decina d'ore, delle veloci sfide laterali, e diversi tornei a difficoltà crescente. Questi ultimi, incentrati soltanto sulle lotte tra signorine, risultano assai intriganti, anche per la difficoltà degna di nota. Le attività di collezionismo compulsivo sono un altro elemento chiave del gioco e si estendono ben oltre i costumi, le acconciature e gli accessori delle burrose protagoniste.
Ogni lottatrice, infatti, entra in battaglia con perk, armi e potenziamenti vari, tutti rappresentati da carte. La conseguente personalizzazione passa tramite l'acquisto (virtuale, per fortuna) di apposite bustine, con i "doppioni" preposti al level up delle carte già possedute. Un sistema intrigante e funzionale, ma che trova reale riscontro solo ai livelli di difficoltà più alti.
Riguardo la sovrastruttura erotica, ritornano in pompa magna (state boni) gli iconici spogliatoi della serie, dov'è possibile agghindare le nostre kunoichi o dileggiarle con potenti getti d'acqua. In battaglia, le varie "finish" prevedono anche la denudazione totale della malcapitata di turno, opportunamente occultata da pudici bagliori sulle parti sensibili. Il tutto è sorretto dallo stesso motore grafico visto in Senran Kagura: Shinovi Versus, scremato e alleggerito nei fondali e le texture per favorire le animazioni delle fanciulle e i 60 fps. Mentre le ragazze appaiono davvero splendide per modellazione poligonale e movenze, lo stesso non si può dire della fluidità, che incappa in saltuari cali di frame rate. Nulla di compromettente a livello ludico, ma con delle arene così spoglie (pure loro!), mi sarei aspettato qualcosina in più.
Purtroppo, oltre la vena di ilare erotismo che sostiene il titolo, la giocabilità si rivela fin troppo semplicistica, sia per la possibilità del target automatico - eccessivamente efficace - che per l'azione generale, incapace di reggere sul medio-lungo termine. Con una modalità multiplayer pressoché deserta e uno scheletro ludico frizzante ma poco profondo, Senran Kagura: Peach Beach Splash rischia di diventare quasi subito quello che la prima impressione lascia trapelare: un pruriginoso acquario di graziose ninfette nipponiche.
Ho scaricato Senran Kagura: Peach Beach Splash su PlayStation 4 grazie a un codice fornitomi dal distributore. Ho giocato per una quindicina di ore, soffermandomi soprattutto sulla modalità storia, ma ho indugiato anche sulle soft-molestie a base di gavettoni e scappellotti. L'online si è rivelato mestamente vuoto, ma il gioco, a dispetto dei suoi concorrenti, si basa principalmente sulla modalità in singolo (nessuna battuta, grazie). Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.