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Old! #242 – Gennaio 2008

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 18 gennaio 2008, Zack & Wiki: Quest for Barbaros' Treasure giunge sui Wii europei. La creatura di Capcom è una rilettura del genere delle avventure grafiche che si appoggia sul Wiimote sfruttandone (ovviamente) le possibilità “punta e clicca” ma anche altri metodi d’input basati sul motion control. Accolto con entusiasmo dalla critica, il gioco non vende particolarmente bene (anzi, va proprio maluccio) e non riesce quindi a dare vita a un seguito, ma diventerà nel tempo un piccolo cult, molto amato anche negli uffici di Capcom.

Una settimana dopo, si manifesta su PlayStation Store PixelJunk Monsters, seconda uscita per la fortunata serie di giochi PlayStation 3 sviluppati dalla Q-Games di Dylan Cuthbert. Dopo aver pasticciato col genere dei racing game in PixelJunk Racer, si passa qui al tower defense, affrontato con la stessa cura e fantasia. Il gioco viene accolto favorevolmente e godrà negli anni di svariate conversioni e riedizioni, fra PC, PSP, PlayStation Vita, Wii U e piattaforme mobili. La serie PixelJunk andrà avanti per un lustro, esplorando svariati altri generi.

Un giorno dopo, il 25 gennaio, arriva in Europa Advance Wars: Days of Ruin, dodicesimo episodio della serie Wars ma quarto degli Advance Wars. Il gioco introduce un nuovo contesto narrativo, sensibilmente più cupo rispetto a quello delle uscite precedenti, e lo sfrutta per portare avanti la solita ricchezza di meccaniche e strategia, seppur – secondo la critica – innovando molto poco. Celebrato per l’ottimo multiplayer online, Advance Wars: Days of Ruin vende comunque pochino e il suo titolo si rivela dunque profetico: sarà l’ultima uscita della serie.

Viene da pensare che sia il 25 gennaio del 2008 a portare sfiga, dato che vede anche l’uscita (europea) di Burnout Paradise, pietra tombale sulla gloriosa serie targata Criterion Games (a meno che non si voglia considerare come seguito ufficiale quella cosetta simpatica di Burnout Crash!). Il gioco segna l’esordio vero e proprio della serie sulla generazione di PlayStation 3 e Xbox 360, operando un taglio netto con il passato tramite l’introduzione di una struttura open world. Paradise City ospita infatti vari eventi da affrontare gironzolando a piacere, affrontando avversari online e incorporando comunque le modalità classiche di Burnout. Il gioco viene accolto in maniera positiva ma la serie, tolto lo spin-off citato sopra, finirà qui. Criterion passerà a occuparsi di Need for Speed, per poi vedere ampiamente ridotte le sue mansioni, mentre degli esuli dello studio svilupperanno Dangerous Golf, erede spirituale della modalità Crash di Burnout.

Infine, il 30 gennaio arriva su Xbox 360 Rez HD, vale a dire la versione di Rez che ti fa dire “Ah, ecco!”, perché finalmente costa il giusto, è in HD e ormai anche mia zia c’ha lo schermo gigante e l’impiantino bello per l’audio. Tutti giù a impazzire di droga sensoriale, insomma. Certo, all’epoca non sappiamo ancora che un giorno arriverà la versione in VR, ma insomma. A proposito, avete letto il Post Mortem? No? Leggetelo! E il libro? C’è anche quello, eh!