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Kingdom Come: Deliverance - Metallo medievale

Kingdom Come: Deliverance è un progetto che ho seguito con interesse crescente nel corso degli ultimi anni. L’avevo visto inizialmente come un gioco di ruolo potenzialmente degno d’attenzione, ma più uscivano notizie e più mi ritrovavo a seguire informazioni e volerne sapere di più. Un gioco di ruolo realistico ambientato nel medioevo, senza magie e stupidaggini ma solo brutale simulazione di come era “bella” la vita dall’epoca? Non potevo resistere.

L’impatto iniziale con il gioco è brutale, la difficoltà è alta (e non selezionabile) ed è facilissimo morire. Proprio all’inizio del gioco, forte della consapevolezza che so qualcosa di scherma medievale, mi ero preparato ad affrontare i combattimenti sicuro di fare a pezzi chiunque avessi davanti… ma i Cumani mi hanno prontamente insegnato la virtù dell’umiltà e sono passato ad una più prudente e salutare fuga.

Non si tratta di un gioco molto amichevole, né di uno in cui si diventa rapidamente forti. Ogni progresso nella trama e nell’equipaggiamento va sudato, ma il senso di crescita graduale è gradevolmente percepibile e comunica un reale senso di progresso e aumento della propria “forza”. È anche apprezzabile come le abilità non siano tutte legate al combattimento: molte sono invece utili nei dialoghi e nell’esplorazione, con ben tre possibilità diverse di influenzare le interazioni con gli altri personaggi, partendo dal mero carisma personale e giungendo all’autorità data anche dall’abbigliamento o alla pura e semplice intimidazione.

Il lavoro fatto dagli sviluppatori per prendere in considerazione ogni possibile variante ha quasi dell’incredibile. Ad esempio, ogni abito che si indossa ha un valore di “carisma” associato, che però viene influenzato anche dal livello di danneggiamento del vestito o di pulizia: non serve a molto avere una giacca elegante, se questa è strappata e sporca di fango e sangue. Non serve neanche a molto la stessa giacca elegante, anche pulita, ma coperta da un’armatura di pelle mal conciata: si passa comunque per straccioni.

A volte si può avere il preconcetto che un eccessivo realismo o troppa simulazione possano danneggiare il divertimento, ma non trovo che sia il caso con Kingdom Come: Deliverance, perché il realismo aiuta il coinvolgimento e ho anzi personalmente apprezzato il fatto che la manciata di nozioni che ricordo da saggi sulla vita medievale letti in passato sia stata in realtà utile. Ad esempio, quando mi sono ritrovato a dover cercare una chiesa, sapevo già che in un qualsiasi villaggio medievale è l’edificio più alto (e spesso l’unico in pietra) e questo mi ha reso molto facile orientarmi. Se dovevo oltrepassare un fiume e non c'erano ponti in vista, sapevo per esperienza che i sassi che affiorano (senza diventare rapide) indicano un punto spesso e volentieri guadabile. Ho potuto applicare queste conoscenze di “sopravvivenza nel mondo reale” con successo nel gioco e il piacere è stato non indifferente.

Assolutamente lodevoli anche la libertà d’azione e i modi per superare le missioni di gioco. Ne voglio riportare una, cercando di limitare gli spoiler al minimo. Dovevo indagare per conto del mio lord su un massacro avvenuto in un villaggio e a un certo punto ho scoperto che uno dei sospettati in possesso di informazioni importanti era stato fatto prigioniero. Sono andato quindi nel villaggio in questione per parlare con il prigioniero ma i villici li presenti, nonostante fossi un condottiero in armatura e rappresentante di un nobile, si sono rifiutati di collaborare, pretendendo invece che li aiutassi in alcune faccende. Il personaggio che ho interpretato nella mia partita in Kingdom Come: Deliverance non è un tipo propriamente bendisposto a comportamenti simili e la sua reazione è stata prendere la testa del popolano che ha osato rifiutare di eseguire gli ordini e ridurla una marmellata marrone contro il muro più vicino. Quando poi sono arrivate le guardie per fermarmi, ho estratto la spada e se Geralt di Rivia è passato alla storia anche con la fama di “il macellaio di Blaviken”, il mio personaggio si è senza dubbio guadagnato il titolo di “macellaio di Merhojed”. Esaminando poi il villaggio, ormai ridotto a un cimitero, ho potuto comunque raccogliere indizi che mi hanno permesso di procedere con la missione. Il fatto che il gioco preveda comportamenti “devianti” da parte del giocatore e permetta di proseguire nella partita è assolutamente degno di lode. Ammetto che, dopo aver agito in questo modo, sono stato colto dal rimorso e ho ricaricato la partita, ed è anche stata una buona idea, perché la serie di missioni legate alla pestilenza è interessante. Rimane però la considerazione che è possibile superare una data situazione in molteplici modi e questo, in un GdR, è sempre e comunque positivo.

È tutto oro quel che luccica? Non proprio. Sfortunatamente, i problemi di Kingdom Come: Deliverance derivano in parte dalla relativa inesperienza del team di sviluppo e dalla grande ambizione del progetto. Ne risultano un gran numero di bug e una pesantezza difficilmente tollerabile. Anche con una 1070, il gioco fatica a girare a dettagli massimi in 1080p, e spesso vi sono artefatti grafici o glitch veri e propri (molto spesso mi sono ritrovato a girare in un borgo di persone decapitate, non proprio il massimo). Magari la situazione migliorerà col tempo, ma è opportuno tenere presente che il gioco è estremamente esigente in termini di requisiti hardware e che il codice è lungi dall’esser perfetto.

Tenendo comunque in considerazione sia i lati positivi che quelli negativi, non posso che dire che Kingdom Come: Deliverance è un progetto che mi ha convinto appieno. Realistico, brutale, divertente nei momenti giusti (la quest del prete ubriaco è semplicemente esilarante), si tratta di un gioco che offre un tipo di esperienza che nessun altro titolo sul mercato attualmente può offrire, e questo da solo lo rende importante. Anche escludendo la sua unicità, si tratta di un gioco ben fatto, per quanto non perfetto, e mi sento di consigliarlo spassionatamente a chiunque possa avere interesse per il tema medievale.

Ah, ultimissima considerazione: ho provato il gioco su un fisso con una 1070 e su un portatile dotato di una 1060 da 3 GB di RAM. Nel secondo caso, Kingdom Come: Deliverance era comunque giocabile a dettagli medi con un framerate variabile tra i 40 e i 60 FPS, ma ho sperimentato episodi di stuttering e rallentamenti sporadici. Insomma, salvo ottimizzazioni ottenute tramite aggiornamento, non credo che sia plausibile giocare con qualsiasi cosa inferiore a una 1050Ti.

Ho sbloccato il gioco grazie a un codice Steam ottenuto da Koch Media. Ho completato la missione principale e buona parte delle missioni secondarie, cosa che mi ha occupato per circa cinquantacinque ore. Il personaggio che ho sviluppato era incentrato prevalentemente sulla sua capacità combattiva, con una specializzazione secondaria nel carisma e nella capacità di convincere a parole le persone, e non ho incontrato difficoltà particolari, se non in alcune sezioni specifiche di gioco. Mi sono divertito e penso che sia molto probabile che farò una seconda partita, magari dopo che saranno usciti alcuni aggiornamenti. Ah, come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.