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TT Isle of Man: Ride on The Edge è pazzo!

Il Tourist Trophy (TT Isle of Man), si sa, è follia pura. Supera visibilmente ogni tipo di limite, logica o razionalità. Non è solo la gara motociclistica più antica e pericolosa del mondo (255 morti dal 1907 a oggi). Trascende la competizione sportiva, diventando un vero e proprio rito ancestrale, un  sabba mistico e ammaliante che può trasformarti in divinità o in cadavere spaziale.

Vincere il Tourist Trophy vuol dire sfrecciare a oltre 200 km/h lungo i sessanta (e rotti) chilometri dello Snaefell Mountain Course (il giro dell’Isola di Man), sfiorando marciapiedi, muretti di pietra, alberi, tombini e pali della luce, in uno stato di lucidissima incoscienza.

TT Isle of Man: Ride on The Edge è esattamente tutto questo. Senza mezzi termini, il nuovo racing game di Kylotonn e Bigben Interactive è il videogioco motociclistico più difficile di tutti i tempi. Ride on The Edge è il Dark Souls dei Super Hang-On, l’Anna Karenina in lingua originale degli Ulisse di Joyce a due ruote.

Compiere un giro completo dell’isola senza sfracellarsi dolorosamente svariate dozzine di volte (e al di sotto dei 25/30 minuti) è già di per sé un’impresa sovrumana, riservata solo a pollici espertissimi, direi zen. Nonostante le sue ampie venature arcade, infatti, Ride on The Edge ti prende a calci in faccia tutto il tempo, ti punisce a ogni minima incertezza, ti umilia continuamente, ti scoraggia oltremodo e - se proprio insisti - ti aspetta alla prossima curva da sesta piena, per vederti morire contro una vecchia quercia o il muro di un vecchio pub.   

TT Isle of Man: Ride on The Edge è un gioco essenziale, apparentemente obsoleto, che in sostanza si riduce a qualche moto e un solo, unico e leggendario circuito. Sì, okay, il gioco dispone di tre differenti modalità: Gara Singola, Prova a Tempo e un’inutile Carriera, che in pratica è l’unico motivo per gareggiare su altri nove tracciati stradali. Due, invece, le categorie di moto: Supersport o Superbike, tutte con livree ufficiali e un sound convincente. Ma chissenefreca dei contenuti.

La prima e unica cosa da fare è saltare in sella alla Honda CBR di John McGuinness, farsi il segno della croce, armarsi di coraggio e darci giù di gas.

Diciamolo subito: il sistema di guida di TT Isle of Man: Ride on The Edge è un po’ deludente. Si guida in un modo “strano”, ché neppure dopo ore di trial&error riesce a diventare fregno, profondo e sinceramente appagante. Manca la sensazione di mordere l’asfalto (per lo più, si fluttua), di “sentire la moto” tra le cosce e i polpastrelli, di “tenere in mano” l’anteriore... e soprattutto manca qualsiasi opzione per regolare la sensibilità dei controlli (un fattore cruciale) e la disposizione di alcuni comandi sul DualShock 4.

Inspiegabilmente, la gestione del peso del pilota non può essere assegnata allo stick analogico destro, come, ad esempio, nel fregnissimo Monster Energy Supercross di Milestone. La fisica e il sistema di guida di Ride on The Edge vivacchiano esattamente a metà tra arcade e simulazione, proponendo una formula piuttosto apatica e, va detto, arretrata.

I punti di forza di Ride on The Edge risiedono altrove, prevalentemente nella perfetta riproduzione in laser-scan dello Snaefell Mountain Course. Il dettaglio grafico è ottimo e i giochi di luce, le ombre, i riflessi e tutta la vegetazione dell’isola creano un’ambientazione più che efficace. Il tutto viene amplificato dalla visuale interna, con la telecamera rannicchiata nel cupolino, che trasforma il gameplay (già di suo impossibile) e i suoi lunghi, eterni rettilinei da 280 km/h nell’inferno dei mille WipEout vorticosi nel cervello.

E il naufragar mi è dolce sull’Isola di Man.

Difetti? Su PlayStation 4, il frame rate non è sempre solidissimo, e comunque non supera mai i trenta fotogrammi al secondo. Inoltre, alcune animazioni dei piloti risultano poco credibili e artificiose, mentre il sistema di collisioni è sadico e impietoso.

TT Isle of Man: Ride on The Edge è un videogioco sterile e impossibile. Per molti versi odioso. Eppure, esattamente come il Tourist Trophy quello vero, è pura follia, un’esperienza (virtuale) fuori dal mondo, tanto anacronistica, sadica e alienante, quanto ammaliante per ogni appassionato matto di motociclismo.

C’è di più: il racing game di Kylotonn e Bigben Interactive è già un “game changer” per tutti i piloti reali che decideranno di affrontare l’isola della morte. Uno strumento prezioso ed essenziale, seppur imperfetto, per memorizzare quei maledetti sessanta chilometri e allenarsi a non morire.

Ho ricevuto un codice per scaricare TT Isle of Man: Ride on The Edge su PlayStation 4. Per concludere questo test, o anche solo un giro dell'Isola di Man, sono morto e risorto più 255 volte. TT Isle of Man: Ride on The Edge è disponibile anche su PC e Xbox One.  Ah, come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.