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Le matte e piacevoli scorrazzate lungo il Montana in Far Cry 5

Dopo l'inusueta esperienza preistorica con Far Cry Primal, Ubisoft fa Ubisoft e torna a produrre un Far Cry più canonico: Far Cry 5 è infatti il solito FPS solido, che si snoda in un ampio open world e, attenzione attenzione, con una buona storia a sorreggere il tutto; a dispetto della formula narrativa – comunque molto simile per dinamiche agli scorsi capitoli, che presentavano anch’essi l’ormai classico antagonista fuori di testa e un’ambientazione che assumeva progressivamente il ruolo da protagonista – questo Far Cry 5 riesce a divertire e, soprattutto, a non annoiare, nonostante certe lungaggini e meccaniche diluite che sì, insomma, un po' tutti avevano già messo in conto.

Dicevamo, l’ambientazione. Questa volta ci troveremo nel Montana, in una contea fittizia chiamata Hope County, nei panni di un vicesceriffo. Un inizio abbastanza nella norma, e sorretto dal ruolo dello sceriffo che ci introdurrà al mondo di gioco facendoci breve briefing su cosa stia succedendo da quelle parti: una famiglia di fanatici religiosi, chiamati ‘Edeniti’, guidata dalla figura del padre Joseph Seed affiancato dai suoi tre fratelli/luogotenenti, ha preso possesso della contea con la forza delle preghiere e con la fede nell'AK 47, instaurando così un vero e proprio regime autoritario. Banalmente, il nostro obiettivo sarà quello di rovesciare Seed, villain che come di consueto si presenterà davanti ai nostri occhi dopo una manciata di minuti di gioco, in un faccia a faccia nel quale riusciremo già a delineare la forte personalità del nostro nemico, ben più definita, e anche coinvolgente con l'incedere del gioco, rispetto a quelle di Vaas Montenegro e di Pagan Min, nemici dei due scorsi capitoli. A mutare è tuttavia soprattutto la caratterizzazione dei sottoposti: non più degli automi abbastanza indefinibili se non da delle texture ripetute, ma anzi ben ispirati in diverse sfaccettature, rifacendosi principalmente all’assalto di Waco nel 1993, in cui un'operazione della polizia statunitense espugnò un ranch nel quale aveva sede l'organizzazione dei davidiani, una setta religiosa di stampo cristiano.

Una volta concluso il classico tutorial di rito, ci verrà data la possibilità di personalizzare il nostro alter ego,  novità nella serie e preambolo necessario prima di cimentarci nel gioco vero e proprio, con un unico obiettivo: raccogliere quanti più alleati possibile per organizzare una resistenza contro Joseph Seed e i suoi adepti, nel tentativo di liberare la contea, suddivisa in tre grandi regioni e ognuna comandata dai fratelli Faith, John e Jacob, i midboss prima del cattivone vero e proprio. I progressi nella campagna principale saranno misurati, per ogni regione, attraverso una ‘barra resistenza’ che si riempirà progressivamente in base alle attività di gioco che intraprenderemo contro la setta di Seed: tutto ciò si traduce in distruzioni di proprietà in mano agli Edeniti, altari, avamposti e via discorrendo; man mano che la barra si riempirà, il fratello/luogotenente della rispettiva regione in cui stiamo agendo entrerà in contatto con noi, fino alla resa dei conti per liberare definitivamente la regione. Si tratta dunque di appena qualche cambiamento rispetto al passato, ma tanto basta per diversificare l’esperienza di gioco, aumentando il coinvolgimento generale e sì, rendendo l’incedere piacevole a dispetto nella reiterazione di certe meccaniche.

Nel complesso, poi, Far Cry 5 è un po' più ostico rispetto ai capitoli precedenti: i nemici sono molto più duri a morire, picchiano decisamente più forte e le occasioni in cui rimarremo senza munizioni, magari durante un assalto a un avamposto, non saranno poche. C’è una maggiore richiesta di organizzazione e preparazione, ecco; obbligata quindi la giusta scelta nell’approccio di combattimento: stealth, uccidendo in furtività i nemici, oppure in modo caciarone, con un attacco via aereo in compagnia magari di un compagno, sia guidato dall’intelligenza artificiale che sfruttando la cooperativa online. A tal proposito: inedito e altrettanto interessante è l'uso dei compagni, che possono essere impiegati in tutte le fasi di gioco e saranno utili anche per rianimarci nel caso un nemico ci metta fuori gioco. Si è accennato anche al multiplayer cooperativo online: ciò vale sia per lo story mode che per l’arcade; quest’ultima, poi, è una modalità di gioco pensata per partite casuali, da giocare in singolo o coop in mappe PVE create dagli utenti grazie all’editor di gioco. Qualcosa di nuovo, abbastanza divertente e che col passare delle settimane potrebbe diventare sempre più interessante grazie ai contributi della community online.

"Qua la zampa!"

Per quanto riguarda l’estetica di gioco, come già scritto, Far Cry si concentra storicamente sull’ambiente di gioco che circonda il giocatore, riponendogli un’enfasi che si intensifica con l’incedere delle ore, fino a rendere l’ambientazione la vera protagonista, o antagonista, del gioco. E infatti, il Montana, a metà fra l’idilliaco e il selvaggio, è la componente che più è riuscita a destare l’attenzione generale su questo Far Cry 5 sin dal suo primissimo trailer, e anche in quei giocatori solitamente più restii riguardo titoli del genere. Un’ambientazione inedita per buona parte dell'universo videoludico, che in questo caso risulta anche estremamente ben realizzata. La concentrazione di poligoni e di ispirazione procede infatti di pari passo, e sì, insomma, girare il Montana, sia a piedi che volando, è davvero bello. E omogeneo, soprattutto, diversificando quel tanto che basta le tre regioni di gioco, diverse quel giusto che basta e animate poi da dettagli sempre diversi. La sensazione di vivere in un mondo di gioco vivo, una caratteristica purtroppo non sempre congenita negli open world, è quindi più che buona, sorretta soprattutto dall’interazione con la selvaggina; ché è pure un buon modo per prepararsi al prossimo Red Dead Redemption, diciamo.

Insomma, tutto bene? Quasi. Diciamo che Far Cry 5 riesce a limare gran parte dei suoi difetti storici, pur non spostandosi più di tanto dal solido impianto di gioco che si ripete ormai da diversi capitoli, ma che comunque riesce ad appagare di volta in volta tutti quei giocatori disposti ad andare oltre una certa ripetitività di fondo, data da assalti ad avamposti, scalate a torri e tutte quelle meccaniche che comunque tendono a ripetersi anche in questa iterazione, seppur modificati e migliorati nella forma. Si tratta di un gioco comunque molto divertente, longevo, pieno di tante attività da completare e con una bella ambientazione, oltre ad avere  una trama tutto sommato avvincente, sorretta com'è da un villain che fa del carisma la sua arma principale. La solita minestra, ma un po' meglio, e insomma: bene ma non Benassi.

Ho giocato a Far Cry 5 su PlayStation 4 Pro, grazie ad una copia promozionale inviatami gentilmente da Ubisoft Italia. Ho scorrazzato lungo le praterie del Montana per circa una trentina di ore, finendo la campagna principale che ho alternato a qualche partita in modalità arcade, e sempre con la radio di gioco a palla durante le fasi di guida: la stazione che dava rock/country/blues è davvero una bomba. Oh, oh-oh! I got a love that keeps me waiting: I'm a lonely boy, I’m a lonely boy! Ah, come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.