Compiti per il weekend – 14/04/2018
In questa rubrica vi segnaliamo articoli e video che abbiamo trovato interessanti, sfiziosi, gustosi o, insomma, degni di essere menzionati, e che sono più o meno legati ai temi che ci piace trattare su Outcast. Gli articoli e i video non sono necessariamente in italiano, anzi, è tristemente probabile che non lo siano. La periodicità dell’appuntamento potrebbe essere settimanale, ma vai a sapere.
C'era una volta la damsel in distess (leggi l'articolo su Link)
Un simile ribaltamento dei ruoli di genere si riscontra anche in Westworld, tratta da un film del 1993, creata da Jonathan Nolan e Lisa Joy e da loro coprodotta insieme a J.J. Abrams per Hbo: uno sci-fi distopico ambientato in un futuro prossimo in cui è stato creato un parco a tema western popolato da androidi identici agli umani, per soddisfare ogni desiderio e istinto più basso degli uomini.
Selected Stories from the Days of Laura Bow (leggi l'articolo su The Quarterly Review)
We’d had the most trouble casting Laura Bow, with her Southern accent, Yvette Delacroix (French), and the upper-class British narrator. When Leslie Wilson showed up to audition for me and my programmer friend Dan Carver, she was able to do all three of those accents.
"I'm not sure that games like this one can continue to be made…" (leggi l'articolo su gamesindustry.biz)
"This is a tough, tough time for indie games (and maybe AAA games) of all sorts," Nordhagen said. "When I started this game I was fresh off Gone Home, a niche, experimental narrative game. It had been well-received, and in the light of that, in 2014, starting a similar project seemed like a good creative and financial risk. Four years later, making any commercial game at all seems like a bad idea, and taking on the risk of an experimental, ambitious game like Where the Water Tastes Like Wine sounds terrifying."
What About "The Breakfast Club"? (leggi l'articolo su The New Yorker)
It’s a strange experience, watching a younger, more innocent version of yourself onscreen. It’s stranger still—surreal, even—watching it with your child when she is much closer in age to that version of yourself than you are.