Battlefield 3 la mette sul personale con Close Quarters
È fastidioso scoprire di essere in errore, ve lo assicuro, ma da un certo punto di vista è anche salutare. Quando DICE ed Electronic Arts hanno annunciato Close Quarters, il primo di una serie di quattro pacchetti di contenuti aggiuntivi e a pagamento per Battlefield 3, la mia prima reazione è stata di orrore e disgusto. Ho pensato che dovevano essersi bevuti il cervello, perché non riuscivo a spiegarmi altrimenti la decisione di fare uscire un DLC che ha come tema gli scontri all’interno di ambienti chiusi come uffici e fabbriche, in quello che mi era sembrato un goffo tentativo di affrontare Call of Duty sul suo terreno preferito, invece di continuare a offrire mappe e modalità di gioco che distinguono Battlefield dal resto degli FPS competitivi online attualmente disponibili. http://youtu.be/MKsR861KGbw
Come ben sanno gli appassionati, Battlefield 3 ha dei piccoli, ma fastidiosi difetti che talvolta intaccano la qualità degli scontri a fuoco, e sto parlando della famigerata registrazione dei colpi andati a segno che ogni tanto fa cilecca. Questo è un problema che normalmente ha un impatto relativo sul gioco, perché le mappe enormi di Battlefield 3, soprattutto nella classica modalità Conquista, offrono molto altro con cui divertirsi a parte il semplice sparare. In Close Quarters invece gli scontri a fuoco diventano i veri protagonisti e c’era più di un fondato dubbio che i difetti appena descritti potessero andare a inficiare in maniera irreparabile il gioco. Cosa che, contrariamente alle mie aspettative, non si è verificata. Ho sbagliato a dare un giudizio affrettato sulla base di un semplice annuncio, cercherò di non farlo più (fino al prossimo annuncio che non mi piace).
Close Quarters è il primo di una serie di DLC tematici che DICE ha annunciato qualche mese fa: ne seguiranno altri due da qui alla fine dell’anno e il quarto e ultimo arriverà a marzo 2013. Come ho già scritto, gli sviluppatori hanno deciso di darci un assaggio di Battlefield in salsa Call of Duty, quindi niente mezzi di trasporto e al loro posto spazi angusti, distanze ridotte e tanti, tanti scontri a fuoco. La modalità classica di gioco è stata rinominata Conquest Domination e presenta un tempo di conquista delle bandiere ridotto per adattarlo alle mappe più piccole; c’è anche una modalità interamente nuova per la serie, Gun Master, che però è pressoché identica a Gun Game di Black Ops e che dà ai giocatori solo un’arma alla volta, partendo dalla semplice pistola per arrivare, due uccisioni alla volta e passando per fucili a pompa e da assalto, al livello 17 e alla vittoria finale (che per me sarà sempre un miraggio). DICE ha incluso anche nuove missioni da completare per ottenere accesso a una decina di nuove armi per le quattro classi del gioco, che possono essere usate liberamente anche sulle mappe precedenti.
Le nuove mappe incluse nel pacchetto sono quattro, e offrono una buona varietà di ambientazioni tra fabbriche, uffici, parcheggi sotterranei e abitazioni di lusso. Sono loro le vere stelle di questo DLC, perché mi sono trovato raramente di fronte a un design così indovinato e in grado di farmi dimenticare qualsiasi difetto storico della serie. Graficamente il Frostbite Engine 2 dimostra ancora una volta la sua versatilità e regala un colpo d’occhio impressionante nonostante gli spazi ristretti e la mancanza dei panorami mozzafiato delle mappe più grandi del gioco. Gli effetti di luce che filtrano attraverso le finestre rotte di Scrapmetal sono splendidi, ma anche le altre mappe sono molto piacevoli esteticamente, grazie anche agli ambienti distruttibili cortesemente forniti dalle nuove routine di HD Destruction implementate per l’occasione. Le mappe saranno quasi irriconoscibili alla fine di ogni partita, tale è il livello di distruzione, e praticamente ogni muro e ogni elemento di arredamento può essere crivellato di proiettili e abbattuto. Ovviamente questi non sono solo orpelli estetici, ma, come da tradizione della serie, offrono delle variazioni alle meccaniche di gioco che presentano situazioni sempre nuove e divertenti.
Quindici euro per quattro mappe, dieci armi e due modalità di gioco (facciamo una e mezza, dai) nuove non sono certo pochi, ma mi sono divertito e mi sto divertendo molto con Close Quarters. Le mappe sono davvero splendide e il loro design regala a ogni partita un ritmo sì frenetico, ma sempre controllato e bilanciato. Tradisce un po’ lo spirito di Battlefield e avvicina il gioco al classico Team Deathmatch, mettendo da parte l’approccio tattico per cui è famosa la serie, ma questo DLC è un’ottima variazione sul tema e mette in mostra uno dei design di mappe per FPS più indovinati degli ultimi tempi.
Ho giocato a Close Quarters in versione PC, dopo aver acquistato un codice per Battlefield Premium su uno dei tanti negozi online inglesi. Se avete intenzione di acquistare questo DLC e quelli futuri, l’abbonamento Premium è decisamente la soluzione più economica e garantisce anche bonus come brevi periodi di punti esperienza doppi e accesso privilegiato ad alcuni server.