Blu Brothers #21
Non devono salvare un orfanotrofio pieno di debiti e non sono nemmeno inseguiti da una banda di neonazisti bifolchi. La missione dei Blu Brothers di Outcast è analizzare scrupolosamente (e quindicinalmente) i migliori Blu-ray del momento disquisendo amabilmente di compressione, soundstage multicanale, bordate del sub, grana e rumore video. E vista la mole di materiale che giunge quotidianamente a casa dei due fratelli blu, non ve ne liberete tanto facilmente.
Korn – Live at the Hollywood Palladium
Diciamolo, dopo l’abbandono del chitarrista Brian “Head” Welch nel 2005, i Korn non sono più stati gli stessi e, dopo il pregevole Take a Look in the Mirror del 2003, hanno inanellato una serie di album a dir poco scialbi e mediocri, scoraggiando i fan di vecchia data che vedevano il gruppo ormai perso alla deriva, tenuto a galla dai live con le hit degli anni ’90. E così, alla fine del 2011, i Korn decidono di tornare con clamore sulle scene, con un album senza precedenti, in cui tutti i brani vedono mischiarsi le sonorità nu metal con la dubstep di Skrillex e di altri esponenti della scena electro. Un cocktail estremo che ha spaccato a metà i fan, inneggianti o allo scandalo o a una ritrovata freschezza. Se l’album nel suo complesso mi lascia più che qualche dubbio, personalmente trovo i singoli “Get Up” e “Narcissistic Cannibal” tra le cose più tamarre e geniali sentite negli ultimi anni in campo metal… che lo si voglia o no considerare tale. La scaletta del tour non poteva che puntare molto sul nuovo arrivato e così anche questo Blu-ray propone un concerto la cui prima metà è interamente dedicata a The Path of Totality e la seconda al glorioso passato e a un paio di cover, sorvolando del tutto sull’incolore periodo di transizione 2005-2011. La performance è molto spettacolare sul piano visivo ma di intensità alterna, spesso direttamente correlata al valore dei brani, e con un Jonathan Davis molto in difficoltà sui registri melodici.
Il palco disseminato di pannelli luminosi e l’abbondanza di flash a intermittenza non rendono facile il compito all’encorder AVC, che reclamava un Blu-ray a doppio strato con un bit-rate generoso. La definizione generale è buona, ma non si fatica a vedere la compressione e sulle luci più intense questo crea un leggero “effetto flou” digitale che ricorda un po’ i limiti di una trasmissione digitale HD, difetto perdonabile ma non certo il massimo per chi dal Blu-ray si aspetta, appunto, il massimo. Di ben altra pasta l’audio, dotato di una “botta” davvero notevole nella versione lossless DTS-HD Master Audio 5.1. Sound stage ampio, bassi profondi, dettaglio discreto (ma non è certo questo il genere più adatto per apprezzare le finezze del messaggio sonoro) e ottimo coinvolgimento. Un suono compatto e compresso (non in termini di codifica), più adatto alla band rispetto al mixaggio del Blu-ray di Montreux del 2004. Sostanzialmente inutile invece la traccia PCM stereo, inferiore in tutto alla versione DTS. Come extra troviamo le interviste ai membri della band (20’ HD). [P.B.]
Concerto: 7 Blu-ray: 7 (Video 7 - Audio 7,5 - Extra 5)
Steven Wilson – Get All You Deserve
Steven Wilson è uno dei protagonisti più attivi della scena progressive rock degli ultimi anni: dopo numerosi dischi pubblicati in collaborazione con altri artisti (e ricordiamo anche i remix/remaster dei classici della discografia dei King Crimson) e lo strepitoso –meritatissimo- successo raggiunto dalla sua band principale, i Porcupine Tree, il cantante polistrumentista si sta dedicando da un paio d’anni principalmente al suo progetto solista, nel frattempo trasformatosi in una band a tutti gli effetti. Già, perché il tour mondiale per promuovere il secondo album, Grace for Drowning, sebbene distante nei numeri dal riscontro dei Porcupine, ha convinto fan e critica e il presente Blu-ray, che immortala il concerto al Teatro Metropolitan di Mexico City, è qui a dimostralo (e mentre ce lo gustiamo, l’iper-attivo Steve sta già registrando il terzo album, con la stessa formazione all’opera in questo live). Sebbene alcune canzoni non siano poi così distanti dall’anima e dal mood Porcupine, qui Steven è libero di sperimentare e dare pieno sfogo al suo amore per il prog anni ’70, quello che miscelava senza soluzione di continuità rock, dissonanze jazz e pura sperimentazione (anche elettronica, come nell’algida “Index”), accompagnato da strumentisti eccezionali in cui figurano anche i fiati (Theo Travis si divide tra sax, flauto, clarinetto e tastiere). Un concerto di oltre due ore da gustarsi nota per nota, corredato dalle sempre efficaci soluzioni visive di Lasse Hoile.
Steven Wilson è una garanzia quando si parla di qualità sonora e il presente Blu-ray ne è l’ennesima conferma. Possiamo scegliere tra una definitissima traccia PCM stereo 24bit 96K e una coinvolgente ma altrettanto precisa traccia DTS-HD Master Audio 5.1, dal datarate a dir poco corposo (con punte di 9 mb/s). Al di là del mero dato tecnico, sono la straordinaria nitidezza dei suoni, la percezione dei dettagli più lievi e la notevolissima dinamica ad impressionare (nei passaggi aggressivi, infatti, il “muro sonoro” è di tutto rispetto). Volendo trovare il pelo nell’uovo, i suoni di batteria sono forse un po’ “secchi” e i surround fin troppo presenti, ma il risultato generale è ottimo. Il video non arriva allo stesso livello di eccellenza ma è decisamente all’altezza della situazione, come si richiede da un concerto recente filmato in HD. Per scelta stilistica, i colori sono molto “sparati”, c’è qualche mini-cam dalla definizione più bassa e un po’ di rumore digitale, ma la visione è molto gradevole, merito anche di un montaggio puntuale e mai troppo frenetico. Solo gli extra deludono: troviamo una galleria fotografica e un “road movie” (11’) ben poco significativo. [P.B.]
Concerto: 8 Blu-ray: 8 (Video 7,5 - Audio 8,5 - Extra 3)
Pat Metheny – The Orchestrion Project
Prendete uno fra i chitarristi jazz più geniali, prolifici e innovativi delle ultime decadi, dategli un budget cospicuo e un piccolo team di ingegneri e otterrete The Orchestrion Project, un concerto a dir poco fuori dalla norma in cui Pat Metheny suona in compagnia di un ensemble di strumenti “automatizzati” controllati da un computer. Il tutto ripreso in 3D all’interno di una chiesa vuota a Brooklyn. Chi conosce Metheny, benché la cornice sia inedita, sa cosa aspettarsi, gli altri scopriranno brani che alternano complesse ma frizzanti partiture jazz ad altri più intimisti ma sempre ricchi di colore, suonati con una tecnica sopraffina.
Pat Metheny è sempre stato all’avanguardia, non solo nella tecnica strumentale ma anche nella tecnologia, e questo secondo Blu-ray (dopo The Way Up Live) ne è lampante dimostrazione. Anche gli audiofili pro-stereofonia più integerrimi dovrebbero ricredersi ascoltando la traccia Dolby True HD 7.1 qui presente: definizione dei suoni eccezionale, spettro sonoro estesissimo in frequenza e un mixing multicanale avvolgente perfetto, che sembra trasportarci a un passo da Metheny, circondati come lui dagli strumenti. Non che il PCM stereo 24/48 sia mediocre, tutt’altro (e la sua presenza per l’ascolto in cuffia fa sempre comodo), ma la traccia lossless multicanale (che supera abbondantemente i 10 mb/s di datarate) ha davvero un suo perché. Il 3D difficilmente sarà invece l’attrattiva principale che vi spingerà a comprare il disco: la location e il “set up” sui generis di questo palco si prestano, corroborati dall’audio avvolgente, per una visione stereoscopica avvolgente (niente pop-up, giustamente), ma la profondità di campo effettiva è piuttosto limitata e non colpisce come dovrebbe (specie quando le luci si fanno più soffuse). Se si esclude qualche piccolo difetto di aliasing, la visione è comunque gradevole, per nulla affaticante e non si notano difetti di crosstalk. Per chi non ha player e schermo 3D, la visione 2D è di tutto rispetto, con una definizione elevata, ottimo contrasto e resa cromatica, con l’unico difetto di una compressione un po’ spinta (il bit-rate della traccia audio è quasi sempre superiore a quello video!), che non genera fortunatamente pixel evidenti ma impasta leggermente l’immagine sulle tinte più uniformi. Niente male anche gli extra: oltre alla performance principale (poco più di un’ora) troviamo alcuni brani bonus (una ventina di minuti, sempre in 3D), il making of (15’), un’intervista a Metheny, un filmato promozionale EPK (questi purtroppo senza alcun sottotitolo) e le sessioni in studio di registrazione di due brani. [P.B.]
Concerto: 8 Blu-ray: 8 (Video 3D 6,5 Video 2D 7,5 - Audio 9,5 - Extra 7)