Boardcast #3 - Nati sotto il Segno degli Antichi
Boardcast è la nostra rubrica dedicata al mondo dei board game. Ogni settimana vi raccontiamo un gioco diverso, parlando anche di eventuali versioni digitali e condendo il tutto con approfondimenti e notizie per curiosi e appassionati. Le maligne divinità ideate da H. P. Lovecraft si sono spesso aggirate per il mondo dei giochi da tavolo, a partire dall'ottimo Gioco di Ruolo Il Richiamo di Cthulhu della Chaosium per arrivare all'apprezzato Arkham Horror di Richard Launius, disponibile anche in italiano ad opera di Giochi Uniti. Proprio riferendoci ad Arkham Horror è facile notare un certo aspetto del gioco che lo rende quantomeno "scomodo" da portare al tavolo: la durata. Difficilmente una partita riesce a svolgersi in meno di due-tre ore e, anzi, solitamente un intero pomeriggio/serata vola via coi giocatori che cooperano cercando di bloccare il risveglio del Grande Antico di turno. In quest'ottica si innesta benissimo il qui presente Il Segno degli Antichi, sempre ad opera di Fantasy Flight Games/Giochi Uniti, considerabile a tutti gli effetti una specie di Arkham Horror Light (non per niente sulla confezione campeggia ben bene la scritta "Arkham Horror Files").
In una partita de Il Segno degli Antichi i giocatori - da 1 a 8 -impersonano un team di indagatori dell'occulto in visita al museo di Arkham, luogo pieno di mistero in cui sta per compiersi il temuto risveglio di un Grande Antico. L'unico modo per bloccare il ritorno di queste potenti divinità è quello di raccogliere (creare? evocare?) una quantità sufficiente di Segni degli Antichi, potenti sigilli magici capaci di difendere l'umanità dai tentacoli di Cthulhu e compagni.
Dunque, una volta assemblato un gruppo di investigatori scegliendo fra i sedici inclusi nel gioco, ciascuno dotato di particolari abilità speciali e di distinti valori di resistenza fisica e mentale, i giocatori si susseguiranno nei turni di gioco visitando le varie stanze del museo e tentando di portare a termine una serie di avventure. La composizione del museo e la selezione del Grande Antico contro cui bisogna combattere avviene in modo casuale, garantendo così una buona varietà da partita a partita.
Per contro, il metodo di risoluzione delle cosiddette Avventure è sempre lo stesso: il lancio di dadi. Ogni missione indicata sulle carte viene infatti completata tirando una certa quantità di simboli usando gli appositi dadi speciali inclusi nel gioco. In caso di risoluzione delle varie prove contenute sulla carta in questione (tutte basate, appunto, sul lancio dei dadi) il giocatore otterrà una ricompensa mentre nell'evenienza di un fallimento l'investigatore coinvolto subirà una punizione.
Completare con successo una missione può significare ottenere Segni degli Antichi, oggetti comuni o magici, incantesimi e persino alleati, tutti elementi da sfruttare nelle successive avventure (e che di solito permettono una migliore gestione dei dadi, senza in verità proporre una grande varietà di effetti). Al contrario, fallendo si subiranno danni fisici e/o mentali e si sprecheranno preziose ore di investigazione. Il tempo scorre inesorabile nel gioco e a ogni mezzanotte avverrà qualcosa di nuovo nel museo, a seconda del Grande Antico in gioco.
La partita termina se i giocatori riescono a racimolare la quantità di Segni degli Antichi richiesta per bloccare il risveglio del Grande Antico oppure se tutti gli investigatori fanno una brutta fine (finendo i punti-vita o i punti di sanità mentale). In caso il Grande Antico riuscisse a svegliarsi avviene una disperata battaglia finale in cui i giocatori possono tentare di sistemare la situazione utilizzando la forza, con scarse probabilità di vittoria (il gioco è volutamente severo in tale circostanza, come è giusto che sia per motivi di ambientazione).
Sviluppato da Richard Launius assieme a Kevin Wilson, Il Segno degli Antichi riesce nell'intento di concentrare le situazioni di una partita ad Arkham Horror in circa un'ora e mezza di gioco, sacrificando nel processo alcuni elementi abbastanza importanti. L'azione di gioco si riduce infatti a un continuo lancio di dadi, via via mitigato dai vari bonus che i giocatori otterranno completando le missioni. Il sistema basato sullo scorrere del tempo riesce a generare una certa tensione ma al tempo stesso non vengono offerte al giocatore grandi scelte su come impiegare le ore a sua disposizione: ci si limita a scegliere quale avventura affrontare (lanciando 'sti maledetti dadi) o quale azione di recupero è meglio utilizzare per ripristinare lo status dei poveri investigatori. Qualche maligno potrebbe obiettare che anche Arkham Horror non brilla per particolare varietà di meccaniche, con l'aggravante che in tal caso l'esperienza di gioco dura più del doppio. Dunque, considerato come un concentrato degli elementi del gioco ispiratore, Il Segno degli Antichi svolge bene il suo compito, proponendo un'esperienza cooperativa tutto sommato ben strutturata e piuttosto varia da partita a partita. Come da tradizione Fantasy Flight Games la componentistica è di ottima qualità: peccato per l'assenza di miniature in plastica per mostri e personaggi, una scelta che ha comunque contribuito a tenere contenuto il prezzo (circa 30 euro). Valida la traduzione in italiano, rispettosa delle nomenclature originali dei Miti e piuttosto chiara, non fosse per un regolamento un tantino arzigogolato. Da segnalare la possibilità di giocare anche in solitario, per quelli di voi che non lo trovano particolarmente triste.
In caso vogliate provare le meccaniche del gioco prima di acquistarlo o semplicemente siate in cerca di un boardgame per i vostri smartphone iPhone o Android (o per il vostro iPad) potete acquistare per circa 4 Euro la versione digitale de Il Segno degli Antichi intitolata Elder Sign: Omens. Il gioco è disponibile unicamente in inglese e ripropone fedelmente le regole della versione da tavolo, proponendo però soltanto tre degli otto Grandi Antichi originali, una scelta che sicuramente limita la varietà delle partite. A parte questo, la conversione è ben realizzata, con un'interfaccia studiata bene, aspetto gradevole e un valido accompagnamento sonoro: il rapporto qualità/prezzo è piuttosto elevato.