Boardcast #47 - Le battaglie di Kemet
Boardcast è la nostra rubrica dedicata al mondo dei boardgame. Ogni settimana vi raccontiamo un gioco diverso, parlando anche di eventuali versioni digitali e condendo il tutto con approfondimenti e notizie per curiosi e appassionati. Continua il "vizio" di Asterion Press di pubblicare in italiano boardgame dedicati a chi cerca un po' di sana strategia spingendosi un pochino oltre le regole del caro vecchio Risiko! (per lo meno in termini di complessità). Dopo aver portato in Italia Eclipse e Cyclades è la volta di un altro wargame caratterizzato da una componentistica molto ricca e da un regolamento accessibile praticamente a chiunque. Si tratta di Kemet, scritto dalla coppia di designer Jacques Bariot e Guillaume Montiage e ambientato in una versione fantasy dell'antico Egitto dove le divinità scatenano i propri eserciti per reclamare il possesso del territorio.
Al di là dell'ambientazione particolare, tra l'altro resa splendidamente dagli ottimi materiali e dalle belle illustrazioni, Kemet si propone come un wargame a turni che può vantare un paio di caratteristiche abbastanza peculiari. Innanzitutto, ciascun turno di gioco è suddiviso in due fasi - il giorno e la notte - che vedono i giocatori prima svolgere le proprie azioni e poi organizzare le proprie risorse per pianificare il giorno successivo. Inoltre, a differenza di titoli classici come Risiko o Axis & Allies, gli scontri in Kemet non vengono risolti tramite tiri di dado bensì usando un sistema interamente basato sulle carte che dona al gioco uno spesso tattico piuttosto interessante.
Alle varie opzioni tattiche disponibili per i giocatori si aggiunge poi la presenza di una serie di creature mitologiche - sfingi, fenici, scorpioni giganti e altro ancora - che possono venire evocate per offrire ai giocatori ulteriori poteri sia in battaglia che durante le fasi di pianificazione. Analogamente un set di tasselli ciascuno rappresentante uno specifico potere aggiuntivo possono venire ottenuti dai giocatori per modificare ulteriormente le proprie abilità: il livello di personalizzazione della propria tribù - e di conseguenza della propria strategia di gioco - è sicuramente notevole e garantisce tra l'altro una discreta varietà da partita a partita.
A differenza del precedente Cyclades - sempre prodotto da Matagot e portato in Italia da Asterion - il qui presente Kemet si adatta meglio alle varie quantità di giocatori, supportando bene tutto il ventaglio di possibilità (da due a cinque) senza offrire il fianco a particolari sbilanciamenti: ad esempio, la presenza di un tabellone a doppia faccia permette di effettuare un setup differente a seconda del numero di partecipanti.
Kemet è un gioco strategico decisamente pregevole. Offre una bella ambientazione, ottima componentistica - avvalorata ulteriormente da una grande quantità di miniature in plastica - e permette di portare a termine le partite in tempi tutto sommato contenuti, risultando così anche abbastanza versatile.
Se siete in cerca dell'ormai fantomatico "passo oltre Risiko" consiglio dunque una bella (e bellicosa) capatina in Egitto.