Outcast

View Original

Chernobylite costringe al male minore

Chernobyl ha il suo fascino. Tra vari film (uno molto bello è uscito di recente su Netflix, dateci un’occhiata) e giochi più o meno ispirati alla tristemente famosa centrale nucleare, è forse uno dei luoghi più famigerati del pianeta Terra. Chernobylite, come fa intuire il nome, segue questo trend, catapultando il giocatore nella zona proibita di Chernobyl, in un’avventura vagamente non lineare e un po’ gestionale. L’aspetto a prima vista potrebbe far pensare a uno sparatutto in prima persona, ma in realtà si tratta maggiormente di un gestionale, con elementi di sopravvivenza e l’occasionale scontro a fuoco.

Ciò su cui vorrei concentrarmi, però, è un elemento in particolare del gioco, ovvero i vari momenti in cui si devono fare scelte, magari tra due opzioni che non sono propriamente ideali e che costringono non tanto a fare “la scelta migliore”, ma a scegliere il male minore. Verrebbe da dire che in casi simili forse sarebbe meglio non scegliere affatto, o così vorrebbe fare Geralt di Rivia, ma in Chernobylite non siamo Geralt, ma uno scienziato russo che vuole invadere Chernobyl.

Le scelte sono molteplici e spesso sono una fonte di riflessione, perché costringono a scegliere chi favorire all’interno della squadra, o se compiere, o meno, azioni moralmente discutibili. Ho apprezzato che non sia stato mai troppo facile scegliere cosa fare, e a volte mi sono ritrovato proprio con la mezza tentazione di sputarmi in faccia, se ne avessi avuto l’occasione, e trovo che un gioco che riesca a coinvolgere nelle scelte così tanto sia meritevole di rispetto a prescindere.

Il resto Chernobylite, però, non posso dire che mi abbia colpito molto. L’uso delle armi non mi ha convinto, e il loop di gameplay è ripetitivo. Anche la parte relativa alla costruzione della base non sembra essere incentrata davvero sulla creazione di qualcosa di unico e che favorisca l’inventiva del giocatore, ma più un mero mettere delle croci su strutture che servono. Si fa quel che serve, si produce il materiale X e basta. Nonostante l’interfaccia ricordi molto la creazione degli avamposti di Fallout 4, nella pratica è un sistema molto, molto più acerbo.

Quindi, in definitiva, non penso di poter realmente e fino in fondo consigliare Chernobylite. È un gioco competente che fa alcune cose nel modo giusto, ma forse il problema principale è che devono aver seguito un po’ troppo l’ispirazione “lite” che è anche nel titolo. Se si ama l’ambientazione e se l’idea di un gioco basato su paradossi temporali e dimensioni parallele appassiona, può valere la pena di provarlo, ma in caso contrario non credo si perda molto lasciandolo stare.

Un peccato, perché i vari dilemmi morali e le scelte da prendere sono di gran lunga l’aspetto che mi ha convinto maggiormente.