Outcast

View Original

Chi non Cobalt in compagnia...

Vi ricordate di Mojang, vero? Quelli di Minecraft, quelli che sono stati acquistati da Microsoft per una cifra da capogiro, quelli di Scrolls, che a quanto pare ci siamo cagati in due ma non era affatto malvagio. Mentre il mondo continua a impazzire con i blocchettosi paesaggi di Minecraft, Mojang ha sfronato Cobalt, nuova IP tutta robotica per PC e console Microsoft piena d'azione, esplorazione e bulloni. Il piccolo ma tosto robottino protagonista deve esplorare la galassia per scoprire le origini della sua specie. Nel viaggio, ovviamente, non mancherà di incontrare un nutrito gruppo di avversari, pronto a farlo esplodere in un tripudio di molle, lamiere e quant'altro componga il suo metallico corpo. Nel suo essere “action-platform”, insomma, Cobalt preme molto sul primo aspetto, con infuocate sparatorie sempre tese, dove un errore può compromettere un'intera partita, con fughe, smitragliate rocambolesche e mille altri approcci diversi agli scontri a fuoco.

Non che il lato salterino sia meno importante, benintesi. La modalità storia offre infatti piattaforme, baratri e saliscendi vari che si articolano in livelli spesso complessi e arzigogolati, tali da spingere più di una volta ad esplorazioni lunghe e ragionate. Qualcuno potrebbe addirittura indicarlo come metroidvania, ma Cobalt non propone quel sistema graduale di esplorazione/potenziamento/esplorazione tipico delle gloriose avventure di Samus o del più recente Axiom Verge.

Insomma, tra dialoghi a scelta multipla, scambi di battute spiritose e tanti piccoli log da sbloccare ricchi di descrizioni, la modalità storia di Cobalt si impegna, ma convince con risultati altalenanti. Colpa forse di alcune sezioni non particolarmente ispirate, di livelli a volte più tediosi che interessanti e situazioni ripetitive nel medio-lungo periodo. O forse la ripetitività è causata dalle continue dipartite (e conseguenti respawn) nell'affrontare situazioni particolarmente ostiche, in cui gli scontri si risolvono positivamente o negativamente in una manciata di secondi.

Ci sono i dialoghi a scelta multipla, come Mass Effect!

Perché, come detto prima, gli scontri a fuoco sono fondamentali nell'economia di gioco, e imparare a padroneggiare le abilità offensive dell'agente Cobalt è fondamentale: la rotolata, per esempio, torna utile sia come manovra evasiva che come strumento di contrattacco, in grado di riflettere i proiettili se effettuata con il giusto tempismo; allo stesso modo, è importante far proprio il peculiare sistema di mira, basato su leggere inclinazioni dello stick sinistro e sull'attendere il giusto lasso di tempo per consentire al robottino7avatar di stabilire una giusta linea di fuoco.

Le fasi stealth, per quanto semplici, sono molto divertenti.

Eppure, nonostante queste buone premesse, c'è qualcosa che in ogni partita di Cobalt mi ha lasciato un po' freddo, come una strisciante ma sempre udibile nota stonata che si infila nell'orecchio e non ti abbandona più. Sarà per via del già citato level design, a volte tanto funzionale quanto pigro, altre volte invece poco intelligibile, o del sistema di controllo che non sempre sembra tenere il passo di un'azione che sa diventare frenetica e indiavolata in pochi attimi; ci sono stati momenti in cui ho preferito l'azione furtiva, pur con meccaniche stealth molto elementari, alle sezioni sparacchine. Diciamo pure che mi sono annoiato abbastanza, nonostante il loot system ogni tanto abbia provato a ravvivare la situazione con nuove armi o componenti per personalizzare il mio avatar, donando abilità inedite o migliorando le sue statistiche offensive.

Poi, però, cominci a scoprire il lato multiplayer di Cobalt e ne resti conquistato. Negli scontri in compagnia, che siano deathmatch competitivi o orde cooperative, la strategicità delle sparatorie emerge con prepotenza, tra scambi di fuoco, toccate e fuga, schivate all'ultimo momento e funamboliche evoluzioni. Lodevoli anche altre modalità multigiocatore all'insegna della follia, fra le quali spicca Lancio della spina, variante delirante del calcetto dell'oratorio. Tra una risata e una bestemmia, giocare a Cobalt in compagnia è uno spasso, nonostante non sempre sia riuscito a trovare abbastanza persone online per le mie partite.

Molto dell'appeal multiplayer di Cobalt dipenderà da quanto Mojang saprà attrarre e fidelizzare una community di giocatori dedicati, ma le sue qualità intrinseche sono lampanti e si meritano lodi e abbracci.

Insomma, come disse il grande saggio della montagna: vai a sapere. Cobalt vive quasi di due anime che, nonostante la struttura comune di fondo, sono in grado rispettivamente di affossare e esaltare le componenti messe in piedi da Mojang. Chiudendo però sempre un occhio sulla direzione artistica del gioco, con uno stile grafico orripilante che mai mi sarei aspettato da chi, con pochi blocchi pixelosi, è riuscito a creare icone che sono entrate a pieno diritto nell'immaginario pop contemporaneo.

Ho giocato a Cobalt su PC, grazie a un codice Steam fornito dallo sviluppatore, per circa 10 ore, di cui due votate al multiplayer più sfrenato. Ho preferito utilizzare un controller per Xbox One dopo una prova di cinque minuti con mouse e tastiera, che non ho mai più ripetuto.