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Cinquepercinque #2 - Call of Duty: Black Ops 2

Cinque domande per cinque persone, con l'intervento bonus di qualche nostro lettore. Perché a noi di Outcast gli argomenti forti piace affrontarli così: facendo un gran casino. Con incredibile sorpresa di tutti, Activision ha annunciato al mondo che in autunno vedremo arrivare sugli scaffali dei negozi un nuovo episodio della serie Call of Duty. E, sempre in tema di sorprese per modo di dire, si tratterà di Call of Duty: Black Ops 2. Una sorpresa, però, c'è stata (o forse no?): l'ambientazione futuristica. Sconvolto da tali incredibili rivelazioni, ho pensato di chiedere a cinque luminari (o forse no) cosa ne pensassero. Poi ho sguinzagliato il Castelli perché ponesse le stesse domande anche ai nostri lettori, ma questa volta non ci hanno dato retta e facciamo senza.

http://youtu.be/x3tedlWs1XY

Che ne pensi dell'ambientazione fantascientifica scelta per Black Ops 2?

Stefano F. Brocchieri, cagnone bagnato di Wiskast e cintura nera di FPS: Mi fa cagare. Detesto il "future warfare" à la Ghost Recon: Advanced Warfighter, Battlefield 2142 e Frontlines: Fuel of War. Tra l'altro tutta questa tecnologia spesso e volentieri è un alibi per inserire automatismi e assistenze varie dumba-gameplay (vedi il CrossCom di GRAW, padre di tanti sistemi pulitori del culo del giocatore di questa generazione). Fortunatamente, a quanto pare ci saranno missioni ambientate negli anni '80. E lì verosimilmente ci ritroveremo soltanto coi pallocchietti idioti “segui”, “18m”, “cecchina”, “distruggi” con cui a CoD piace pulire il culo ai giocatori da MW2 in poi.

Vincenzo Aversa, unico motivo valido per ascoltare RingCast: Non ne sono certo entusiasta, anche se nel trailer di presentazione si intravede una scena con i cavalli che lascia sperare in scelte meno banali e convenzionali del previsto. Lo scenario storico continua ad attrarmi di più, ma per i videogiochi di oggi resta difficile abbandonare il "nemico sicuro e affidabile" che è il nazista.

Alessandro De Luca, ci recensisce gli FPS: Sinceramente mi lascia abbastanza indifferente. Call of Duty non ha mai brillato particolarmente per personalità stilistica, per quanto sia sempre stato molto curato sotto questo aspetto. L'ambientazione fantascientifica potrebbe potenzialmente dare agli autori la possibilità di dare più spazio alla loro creatività, mi auguro solo che non esagerino con le trovate improbabili.

Pierpaolo Greco, executive editor di Multiplayer.it: A parte che io non penso, reputo semplicemente scontato e ovvio che si continui ad andare avanti nel tempo. Il passato aveva scocciato e ormai anche l'ambientazione moderna comincia ad avere il fiato corto. Cosa rimaneva da fare? Proiettarsi nel futuro per cercare di colpire un pubblico che oggi praticamente non ha alternative, visto che anche i vari figli di Tom Clancy faticano a uscire sul mercato con una certa regolarità. Mi spiace solo che l’idea originale di un Call of Duty futuristico era di Infinity Ward. Ne ho le prove ma non ve le dirò mai!

Davide Giulivi, seguace del culto di John e Gabe: Qualsiasi elemento sci-fi è sempre ben accetto negli FPS, anche se qui ci limitiamo ai droidi con il trojan. Mi sembra comunque che tra Homefront, Flashpoint Red River e questo i main villain russi siano stiano cedendo il passo a cinesi\coreani, rinforzati da EMP che friggono un intero continente o mezzi unmanned che si ribellano. In ogni caso scontrarsi con droni volanti di varia fattura potrebbe spezzare un po' la meccanica abusata della serie.

Sei della parrocchia secondo cui i Call of Duty di Treyarch non ce la fanno o pensi che si tratti di un luogo comune ormai lontano dalla realtà?

Stefano F. Brocchieri, cagnone bagnato di Wiskast e cintura nera di FPS: Treyarch ha tre cose da imparare: la prima è smetterla di curare le collisioni e le animazioni di risposta ai colpi come una DICE a caso, e tornare ai buoni standard di World at War. La seconda è rubare le routine di intelligenza artificiale a Infinity Ward, meglio se quelle delle Spec Ops, e impiantarle nei suoi giochi, segando tutte le linee di codice dove “script > I.A.”. Poi la deve smettere di esasperare appositamente la difficoltà Veterano, tutta contenta di coltivarsi frotte di bimbiminkia con la febbre per gli achievement orgogliosi di aver finito i loro episodi tra cento e più infamate di game design.

Vincenzo Aversa, unico motivo valido per ascoltare RingCast: Io ho apprezzato anche Call of Duty 3 e World at War (questo di più), a dire il vero. Erano inferiori agli altri, sì, ma non pessimi giochi. Dopo Black Ops, invece, la mia fiducia in Treyarch ha cominciato a vacillare.

Alessandro De Luca, ci recensisce gli FPS: Io ero uno di quelli che consideravano Treyarch un mucchio di copioni di Infinity Ward, ma con World at War e Black Ops mi sono ricreduto. Il single player della serie non lascia molto spazio alla creatività, purtroppo, e loro non hanno fatto molto per cercare di offrire qualcosa di particolarmente innovativo, ma col multiplayer hanno fatto un ottimo lavoro in entrambi i casi.

Pierpaolo Greco, executive editor di Multiplayer.it: Tutto evidenzia che questa affermazione non è più valida. Sia a livello di vendite che a livello di qualità. Il primo Black Ops ha rappresentato il punto di svolta per Treyarch e in termini puramente personali non penso sfiguri davanti a Modern Warfare 2 e 3, anzi per certi aspetti mi ha anche intrattenuto di più. Ora che tra l’altro si preparano ad essere i primi a tentare timidamente di innovare un minimo anche il gameplay trito della serie, direi che non c’è più nulla che possa rendere valida l’etichetta di “team secondario” di Call of Duty.

Davide Giulivi, seguace del culto di John e Gabe: Il single di Black Ops alterna momenti abbastanza spettacolari a dialoghi e trama interessanti quanto la mozzarella dietetica, ma non è poi così inferiore alle controparti di MW2 e 3. La sezione multiplayer, tra zombie, tomahawk e dardi esplosivi, rappresenta probabilmente la punta più alta dell'intera serie bellica di Activision. Quindi, insomma, si, secondo me Treyarch ormai ce la fa, sempre che non produca un'altra versione per PC necessitante di cento patch spalmate su tre mesi.

Senti il bisogno di un nuovo motore grafico per la serie o i pregi di questo (a cominciare dai 60 FPS) sono troppo irrinunciabili per rischiare, fermo restando che il ricambio generazionale delle console renderà ovviamente il rinnovo inevitabile?

Stefano F. Brocchieri, cagnone bagnato di Wiskast e cintura nera di FPS: È ok. Va a 60 FPS su quei ferrivecchi di PS3 e 360 e a ogni giro riescono a estenderne il parco feature con qualche chicca (qualcuno l'aveva già detto che la campagna di MW3, tra robette che si sfasciano e svolazzano durante le sparatorie e robone che si sfasciano e si schiantano per copione, alla fin fine ha più fisica di quella di BF3? Beh, sapevatelo). Poi sì, per tanti aspetti puzza, ma a me puzzava dal 2007, per cui ormai c'ho fatto il naso. Questo sembra aggiungere al cadavere qualche bel tocco nell'illuminazione, peccato per tutto quel giallo lì, che mi indispettisce e s'è già visto soltanto altre 134 volte.

Vincenzo Aversa, unico motivo valido per ascoltare RingCast: Io sono una brutta persona e mi fai questa domanda mentre mi iscrivo (in via del tutto cautelativa) su un sito che vende la GTX 690. Di sicuro questo motore di gioco si è dimostrato abbastanza elastico da migliorarsi a sufficienza fino all'anno scorso. Sono certo che sarà in grado di tenere botta anche per il 2012. Dopo, per carità, arrivino le nuove console...

Alessandro De Luca, ci recensisce gli FPS: Purtroppo, fino a quando Call of Duty sarà una serie annuale, non ci sarà molto spazio per provare soluzioni nuove, sia dal punto di vista delle meccaniche di gioco che da quello tecnico. È innegabile che Call of Duty abbia bisogno di una decisa svecchiata graficamente, soprattutto in single player, e giochi come The Witcher 2 e Battlefield 3 hanno mostrato impietosamente quanto indietro sia Call of Duty tecnicamente. I miglioramenti annuali ci sono, ma gli sviluppatori non possono certo fare miracoli.

Pierpaolo Greco, executive editor di Multiplayer.it: Se devo scegliere tra la super grafica a 30 frame al secondo e una grafica accettabile a 60 FPS opto sempre per la seconda opzione. In fin dei conti la serie, anche se subisce duri colpi da una certa concorrenza in termini grafici, rimane visivamente sempre accettabile e compensa a dovere con le scelte artistiche alla base del super scripting che muove l’azione di gioco. Certo è che, se al lancio della nuova generazione di console si presentano ancora con lo stesso engine che fatica a far salire la qualità delle texture, rischiano veramente di essere massacrati dai giocatori più esigenti.

Davide Giulivi, seguace del culto di John e Gabe: Io di base sento la necessità di un nuovo motore grafico per qualsiasi cosa, anche per la prossima linea di cessi della Richard Ginori. In questo periodo poi, vedere Halo e Crysis apparire per l'ennesima volta su questa generazione di console mi produce proprio fastidio e itterizia. Cioè, entrambi gli eroi muniti di tuta e caschetto meriterebbero di farci esplodere il cervello su livelli da 16 GB di RAM, e invece no, facciamoli ancora per i DVD e le Radeon di fine '900, mi raccomando. Detto questo, CoD fa bene a starsene ben ancorato sui 60 fps in multi. Per la grafica figa c'è Battlefield, del singolo natalizio di Activision non frega un cazzo a nessuno, lo si vende bene anche solo tirando giù la Eiffel e il Taj Mahal.

Ma le campagne dei Call of Duty sono davvero troppo brevi, lineari, deludenti, o sono tutte fregnacce?

Stefano F. Brocchieri, cagnone bagnato di Wiskast e cintura nera di FPS: Sono sempre state brevi, sono diventate via via più lineari, con una scala dell'azione via via più contenuta e checkpoint via via più frequenti. MW3 è al limite dello shooter con la lightgun, talmente c'ha un'azione partizionata, ma fa tanti boom e ha tanta gente che cade o rotola giù da qualche parte, è “l'Uncharted degli FPS”, per cui è politicamente corretto parlarne bene. S'è improvvisamente guadagnato la stima dei giocatori dei blockbuster della porta accanto, del volto sano e consapevole del pubblico, insomma dei Jerry Calà del videoludo, quelli che a partire dal secondo Uncharted stavano giocando il CoD dei TPS senza essersene accorti. Questo cercherà di giocarsi dichiaratamente la carta dell'apertura (un po' come United Offensive e il 2), ma comunque vada riceverà un sacco di critiche e al giro dopo CoD continuerà come sempre, anzi peggio, dato che verosimilmente se la vedrà 1:1 contro Time Crisis e ci sarà da aspettare i Jerry Calà per capire se sarà socialmente accettabile dire che la campagna di un CoD può esserci piaciuta.

Vincenzo Aversa, unico motivo valido per ascoltare RingCast: Lineari lo sono senz'altro, ma è una caratteristica della serie che permette anche una spettacolarità difficilmente riscontrabile in altri titoli. Tranne su Black Ops, che sembrava non finire mai, sulla durata invece non ho proprio niente da criticare.

Alessandro De Luca, ci recensisce gli FPS: Lineari sì, molto: sono fondamentalmente un corridoio che bisogna percorrere dall'inizio alla fine con poche occasioni per improvvisare. Deludenti no, almeno per me: vogliono offrire un determinato tipo di intrattenimento e lo fanno bene, ma essendo un gioco che si appoggia molto sulla sceneggiatura, un copione scritto male può rovinare tutto o quasi, e Modern Warfare 2 e Black Ops sotto questo punto di vista erano migliorabili. Brevi nì: potrebbero essere decisamente più lunghe, sei ore scarse per completarle non sono molte, ma viene anche da chiedersi se non ci sarebbe il rischio di annoiare il giocatore, se fossero più lunghe.

Pierpaolo Greco, executive editor di Multiplayer.it: Che bella domanda da un milione di dollari. Dipende sempre da quello che uno si aspetta e soprattutto da cosa uno fa nella sua vita e quindi dal tempo libero che ha a disposizione. A 14 anni spendere 70 euro per vederli giocati in un pomeriggio è ben diverso da spendere la stessa cifra a 35 anni con una famiglia da accudire e con 30 minuti al massimo di tempo libero ogni due giorni. Diciamo che 1-2 ore in più di longevità della campagna sarebbero gradite e credo siano affrontabili come sforzo per la software house senza rovinare il ritmo narrativo. Ma dodici ore di Call of Duty in singolo sono eccessive. E poi c’è quella cosa che si chiama multiplayer, eh.

Davide Giulivi, seguace del culto di John e Gabe: Son troppo lunghe. Intendiamoci, alla fine offrono sei ore godibili, ma allungarli sarebbe come allungare a quattro ore un film sui Transformers. Pensa che sfragnamento.

A conti fatti, sei soddisfatto di veder uscire un episodio ogni anno, o preferiresti vederne meno ma con passi avanti più significativi?

Stefano F. Brocchieri, cagnone bagnato di Wiskast e cintura nera di FPS: Odio con tutto me stesso i seguiti afforza. Ma quando ti giochi tutti gli sparatutto in giro e ti sei fatto il pieno di Medal of Honor, Killzone, le cacchette single player di DICE, Homefront, Dragon Rising, senza farti mancare nemmeno le moscianze simil-WW2 di Resistance 1 e l'orribile campagna col marine dell'ultimo orribile Alien Vs Predator, a novembre torni da CoD scodinzolante come un cagnolino. Guardate come l'attuale panorama degli FPS può ridurre le persone, è in grado di farmi andare contro una mia convinzione! E meno male che starebbe vivendo un'epoca d'oro...

Vincenzo Aversa, unico motivo valido per ascoltare RingCast: Di fatto, però, questa è una serie che sforna seguiti a distanza di due anni, non di uno. Tolte le fregnacce di trama infilate dentro, infatti, le serie Treyarch e Infinity Ward potrebbero essere anche staccate tra loro. La qualità media della serie resta alta, e tanto mi basta.

Alessandro De Luca, ci recensisce gli FPS: Preferirei che la smettessero con le uscite annuali. Le vendite danno loro ragione, ma personalmente sto raggiungendo il livello di saturazione per Call of Duty: ho giocato molto a Modern Warfare 1 e 2, World at War e Black Ops, ma ho trascurato molto Modern Warfare 3, preferendogli Battlefield 3, non tanto perché fosse superiore, ma perché offriva qualcosa di diverso.

Pierpaolo Greco, executive editor di Multiplayer.it: Sono soddisfatto fintanto che la qualità rimane su questi livelli e la concorrenza appare piuttosto priva di slanci innovativi: sembra quasi che rimanga a guardare dalla finestra impossibilitata a proporre idee originali e in grado di staccarsi decisamente dal “gameplay alla Call of Duty”. Ma, come tutte le serializzazioni estreme, in particolari quelle realizzate da Activision, ogni anno che passa aumenta esponenzialmente il rischio di saturare e stancare il mercato. Quindi credo che sia il publisher per primo a non doversi sentire soddisfatto dello stato attuale, visto che ripetersi di anno in anno non può far vivere per sempre.

Davide Giulivi, seguace del culto di John e Gabe: La seconda che hai detto. In realtà questi titoloni multiplayer dovrebbero dividersi le annate: un anno lo spendi a diventare spaccaculi a Battlefiled, l'anno dopo a MW3, quello dopo ancora ad Unreal. E invece no, giochi che richiedono ore e ore di pratica e pirite ti appaiono lì sullo schermo assieme. Che fastidio.