Confessioni di un Retrogamer taccagno
Il mercato del retrogaming è una realtà inquinata che raccoglie tutto il peggio del collezionismo nell’era del tardo-capitalismo. I prezzi, come quelli di qualsiasi forma di bene materiale, sembrano seguire meccaniche del tutto avulse da ogni logica razionale. In teoria, i titoli più blasonati e ricercati dovrebbero avere un valore superiore rispetto al tie-in mediocre prodotto su licenza, ma la realtà è ben diversa: scarsità, stato di culto, passaparola e hype definiscono il mercato più di qualsiasi regola. Non ringrazierò mai abbastanza chi, nel corso degli anni, si è impegnato per preservare ROM e ISO in modo che anche i titoli più costosi possano essere giocati e apprezzati negli anni da tutti a prescindere dalla grandezza del proprio portafoglio.
Non ringrazierò in alcun modo, invece, i collezionisti ossessionati che pagano per far sigillare le loro copie di Pokémon in box di plexiglass, solo per rivenderle a prezzo maggiorato al prossimo pirla di turno. Una tomba trasparente per il gioco più amato, come chiudere il gatto in una teca di vetro per paura che vivere lo rovini.
Ho cercato di restare ai margini di questo mercato. In parte perché mi disgusta, e in parte perché ho sempre cercato di essere un “videogiocatore oculato”, attento alle spese, nonostante una passione travolgente che mi spinge ad accumulare. La vera soddisfazione, per me, è sempre stata trovare qualcosa di prezioso e tenerlo perché mi piace, senza preoccuparmi troppo del suo valore di mercato. Certo, scovare un pezzo da 100 euro pagandolo 5 regala una bella scarica di dopamina, ma non è quello il punto.
Detto ciò, non nego di aver ceduto al mercato più di una volta, spendendo cifre che alcuni considererebbero folli per giochi che hanno segnato la mia vita e la mia identità. Facciamo allora un viaggio tra alcuni di questi acquisti, sperando che serva a dissuadere qualcuno o, quantomeno, ad alleviare i sensi di colpa di chi ha appena speso un capitale su una macchina o un titolo che desiderava a ogni costo. Alcuni probabilmente storceranno il naso dicendo “Cento euro per un gioco e ti lamenti? Io ne ho spesi molti di più per la roba che volevo!!!” ma questa non è una gara in cui appoggiamo il cazzo sul tavolo e ce lo misuriamo. Il valore di un oggetto, specie in questo caso, è del tutto personale e se la vostra limited da 1000 euro vi porta gioia, allora sono solo contento per voi. Ma siamo comunque tutti un po’ vittime di un mercato folle che fa pagare cifre da rapina per un pezzo di nostalgia, e se ogni tanto ci casca un taccagno come me, vuol dire che ci possono cascare tutti. Quindi abbracciamoci tutti e perdoniamo i nostri peccati con un bel giro di autoassolvimento.
REZ (JP Dreamcast)
REZ per Dreamcast (la sua versione originale) non è solo un gioco: è una sinfonia di luce, suono e ritmo che fonde l'estetica cyberpunk con un'esperienza sensoriale ipnotica, rendendo ogni partita un viaggio sinestetico. Navigare nel cyberspazio di REZ è come danzare in un mondo di colori pulsanti, col ritmo della musica che si fonde ai colpi dei tuoi attacchi, creando un'armonia unica e irripetibile. Quando mi sono trovato davanti la sua versione giapponese per Dreamcast a circa cinquanta euro, sapevo che non c'era altro da fare: lo desideravo con la forza di chi incontra un pezzo della propria anima. Cinquanta euro che non avrei mai speso per nessun altro gioco, ma per REZ? Ne valeva ogni singolo yen.
Alien Soldier (JP MegaDrive)
Alien Soldier per Mega Drive è il simbolo del platform-action duro e puro, un titolo che rappresenta il culmine di ciò che l'epoca 16-bit poteva offrire in termini di grafica mozzafiato e gameplay spietato. Ogni boss fight è un test per i riflessi e per il sangue freddo del giocatore, un’esperienza che esige dedizione e nervi d'acciaio. Cose in cui io pecco pesantemente ma è bello vederlo lì nella sua vetrinetta a ricordarmi che un giorno forse riuscirò a superare il terzo boss. Averlo nella mia collezione era quasi un obbligo, soprattutto perché a vendermelo è stato uno dei miei migliori amici prima di partire per lavorare negli Stati Uniti. Qualche anno fa, ho sganciato 100 euro per la cartuccia, senza nemmeno il box, un gesto che oggi sembra quasi profetico, visto quanto è aumentato il suo valore. Trovate qualche info in più sulla mia particolare storia personale con Alien Soldier in questo articolo.
Streets of Rage 3 (PAL MegaDrive)
Streets of Rage 3 per Mega Drive, in versione PAL e boxata, è uno dei miei pezzi collezionistici più preziosi. La serie rappresenta il meglio dei beat 'em up secondo il sottoscritto, ma questo capitolo spicca soprattutto per la colonna sonora sperimentale di Yuzo Koshiro, che da sola vale ogni centesimo. Continuo a preferirgli il secondo capitolo in fatto di gameplay ma quando l’occasione si è presentata non potevo lasciarmela sfuggire. Per metterlo nella mia collezione ho speso 150 euro, comprandolo dall’amico che stava per trasferirsi negli Stati Uniti. Con il tempo, il suo valore non ha fatto che aumentare e, francamente, non mi sorprende.
Super Game Boy 2 (JP Super Famicom)
Il Super Game Boy 2 giapponese boxato e completo, trovato in Giappone per circa 50 euro, è uno di quegli acquisti che solo chi ha una passione smisurata può giustificare. Sì, i miglioramenti rispetto al primo modello sono marginali – il supporto per i cavi di collegamento e un clock interno più fedele all’originale – ma c’è qualcosa di irresistibile nel design con la shell di plastica traslucida e quella scatola con un design jap anni ‘90 che mi fa sciogliere il cuore. È un oggetto che parla alla pancia più che alla testa, come potevo resistere?
Sonic Adventure 2 - Birthday Pack (JP Dreamcast)
Il Sonic Adventure 2 Birthday Pack è un'edizione esclusiva per il mercato giapponese, pensata per celebrare il decimo anniversario di Sonic. Il pacchetto include il gioco per Dreamcast, un libro commemorativo che ripercorre la storia di Sonic fino al 2001, un medaglione speciale, e una confezione da collezione decorata con un’illustrazione di copertina che mi fa impazzire nella sua semplicità di “Siamo tutti qui!”
Nonostante Sonic Adventure 2 non sia mai stato tra i miei titoli prediletti il fascino di questa edizione mi hanno reso impossibile non comprarlo. Me lo son portato a casa per una cinquantina di euro. Che facevo, lo lasciavo lì?
PC Engine (JP)
Durante il mio viaggio in Giappone, uno degli oggetti del desiderio è stato il PC-Engine bianco, prima versione, acquistata per circa 70 euro in un Super Potato a Osaka. La console, celebre per le sue dimensioni compatte e l'impatto storico nel genere degli shmup, mi ha rapito al primo sguardo dato ad un immagine su internet molti anni fa. Certo, la versione originale aveva solo un’uscita RF, il che la rende quasi impraticabile sui televisori moderni senza accessori costosi, ma quel form factor, la potenza dell’hardware per l’epoca e l’estetica iconica l'hanno resa irresistibile per me. Uno di quei pezzi che esulano dalla pura razionalità e che incarnano tutto il peggio e il meglio del decidere di avere una collezione.
Questi sono solo alcuni dei miei momenti di follia collezionistica, ma la storia non finirebbe qui. Preparatevi per un futuro articolo gemello, in cui esploreremo le gioie (e i colpi di fortuna) di giochi pagati due lire quando, a quel prezzo, non ti venderebbero nemmeno una foto dell’acquisto.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata alle spese pazze che affrontiamo (o non affrontiamo) per le nostre passioni, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.