Il momento in cui Dexter ha perso tutto, e si è perso del tutto
Su Dexter scrissi tempo fa proprio qui su Outcast (vi invito, se ne avete voglia, a recuperare il pezzo), ed essendo una serie estremamente conosciuta, non mi dilungherò più di tanto nell’introduzione. Dexter Morgan è uno stimato ematologo della polizia di Miami che conduce una doppia vita, con un “secondo lavoro”, diciamo così, un po' particolare: egli infatti elimina i criminali e gli assassini sfuggiti alle maglie della giustizia, cosa che gli consente, oltre a fare un po' di pulizia, di placare la sua sete di sangue, in quanto è lui stesso un serial killer, guidato anni addietro dal padre adottivo Harry, agente di polizia, nella gestione dei suoi impulsi omicidi e nell’incanalarli solo verso persone che se lo meritassero.
Alle sue due vite, se ne aggiunge ben presto una terza, che complica, e non poco, la situazione: Dexter mette su famiglia e sposa Rita, la donna che frequentava, e oltre a farsi carico dei due figli di lei, avrà un figlio biologico. Dexter passa da essere scapolo a marito e padre di tre figli, lascia un confortevole appartamento per single per trasferirsi in una villetta con piscina e steccato bianco, circondata da un sacco di vicini ficcanaso e pettegoli. Non il massimo della vita per uno che di notte imbusta pezzi di cadaveri in sacchi di plastica.
Dexter fa molta fatica a gestire la sua nuova situazione, deve cercare di bilanciare gli impegni di lavoro, le necessità della famiglia e le sue inclinazioni, cosa che lo mette spesso in difficoltà. Le cose cambiano quando incontrerà quello che sarà poi considerato come il più grande villain dell’intera serie: Arthur Mitchell. Mitchell è in realtà un serial killer noto come Trinity, assassino della peggior specie a cui l’FBI dà la caccia da trent’anni, che periodicamente inaugura un nuovo ciclo di tre omicidi, grazie ai quali rievoca le morti della sua famiglia. Al contrario di Dexter, Arthur riesce a vivere perfettamente la sua vita di facciata: ha una moglie e due figli, insegna alle superiori ed è uno stimato diacono che nel tempo libero costruisce case per i senzatetto. Dexter crede di poter imparare da lui a gestire le sue molteplici vite, e gli si avvicina con la scusa di proporsi come volontario per il progetto benefico delle case in costruzione. Se inizialmente Dexter sembra quasi essere affascinato dalla figura di quell’uomo tanto abile e scaltro nel fingersi una persona normale, ben presto si rende conto del fatto che Arthur ha terrorizzato per anni la sua famiglia, succube della sua violenza, che esplode in maniera incredibile e inaspettata nell’episodio Giorno di festa, in cui i due serial killer per la prima volta si scontrano. Dexter, oltre a capire che è tempo di eliminare Trinity, ha paura di provocare gli stessi effetti sulla sua famiglia. Nonostante sia di base un uomo privo di sentimenti autentici, Dexter comincia a provare affetto anche per la sua nuova famiglia, e teme che la sua natura ambigua e immorale possa ripercuotersi sulle loro vite.
Il confronto fra i due si fa via via più serrato nelle ultime tre puntate, fino a sfociare in quel finale tanto inaspettato quanto scioccante. Arthur, sentendosi sotto scacco da parte di un uomo che lo ha abilmente ingannato e che minaccia di rivelare al mondo il suo segreto (cosa che in realtà serve a Dexter solo per prendere tempo in attesa di avere l’occasione buona per ucciderlo), ha gettato alle ortiche la sua maschera di uomo perbene e dà la caccia a Kyle Butler (la finta identità con la quale Dexter si è presentato a lui) per cercare di eliminarlo, mentre Dexter perde progressivamente il controllo sulla sua vita, mettendo l’eliminazione di Arthur in cima alle sue priorità, ma dovendo al contempo gestire una mezza crisi matrimoniale e il progressivo avvicinarsi di sua sorella e dei suoi colleghi poliziotti alla vera identità di Trinity, fattore che gli impedirebbe di eliminarlo.
Le cose precipitano, imboccando una strada senza ritorno, quando Arthur scopre la vera identità di Dexter, presentandosi alla centrale di polizia e affrontandolo apertamente, in una scena da brividi.
In quel momento, Dexter ha capito che sta rischiando di perdere tutto quanto. Se nelle precedenti stagioni gli avversari affrontati, pur avendogli dato filo da torcere, sembravano sempre essere almeno uno o due passi dietro di lui, questa volta Dexter ha a che fare con qualcuno di gran lunga peggiore del fratello Brian, di Lyla o del suo ex migliore amico Ramon Prado. Trinity abbandona l’edificio sfoderando un ghigno beffardo, come uno che sa di avere il coltello dalla parte del manico, ma Dexter sa che dovrà ucciderlo il più in fretta possibile per non rischiare di perdere la sua famiglia.
La puntata finale della quarta stagione, La storia si ripete, è il punto più alto raggiunto dallo show, un saliscendi di emozioni, ritmi serrati e rivelazioni. Arriva finalmente il confronto finale fra i due, che in realtà è più una confessione, diciamo così, a cuore aperto. Se Dexter è convinto di poter diventare un uomo migliore, degno marito e padre, Arthur lo mette di fronte alla realtà: quelli come loro hanno un demone dentro, impossibile da dominare. Non si può cambiare ma solo essere fermati, prima o poi.
Ma è il twist finale dell’episodio a sancire il vero vincitore di questo sanguinoso e tragico confronto fra i due. Trinity ha infatti scoperto il vero indirizzo di Dexter e ha ucciso Rita, che si pensava erroneamente essere al sicuro, lasciandola nella vasca da bagno con l’arteria femorale recisa, come una delle sue vittime. Un lago di sangue in cui Harrison, il figlio dei due, si è ritrovato in mezzo, avendo assistito all’omicidio dei due. Nato nel sangue come il padre (il quale aveva assistito da bambino all’omicidio della madre in un container, uccisa con una motosega e lasciato nel sangue per ore e ore, cosa che lo ha poi fatto diventare ciò che è adesso), e forse destinato un giorno a ripercorrerne le orme. Il cattivo, pur morendo, ha vinto su tutta la linea.
Quando vidi per la prima volta la puntata, credo nel 2012, rimasi incredulo per lo shock ma allo stesso tempo colpito in positivo da una stagione tanto bella e sapientemente costruita a livello di tensione, con un bravissimo John Litgow nel ruolo di Trinity, un antagonista bravissimo a passare nel giro di pochi secondi da uomo rispettabile e sorridente a mostro contorto e violento con una sola espressione. Quella stagione, e soprattutto quel finale, rimasero i punti più alti dell’intera serie, e una sorta di spartiacque della stessa. Dopo, Dexter non è stato più lo stesso. Un progressivo calo di qualità ha colpito la serie, fino all’ultima stagione, l’ottava, veramente pessima in tutto, qualcosa di talmente scritto male da quasi gettare alle ortiche quanto di buono fatto precedentemente.
Dopo il revival del 2021, Dexter: New Blood, che avrebbe, in teoria, dovuto dare un finale più soddisfacente alla serie e chiudere per sempre i giochi, il personaggio interpretato da Michael C. Hall è inaspettatamente tornato in scena, prima con una serie prequel intitolata Dexter: Original Sin, in uscita proprio in questi giorni, e poi con una nuova serie con il protagonista originale, con un titolo che è tutto un programma: Dexter Resurrection. Ormai come vanno queste cose lo sappiamo: il revival fa buoni ascolti, il personaggio piace sempre, l’attore principale non ha più fatto nulla di rilevante dopo aver abbandonato il personaggio, e via che si riparte.
Dexter è morto, lunga vita a Dexter!
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai "Momenti memorabili", che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.