Discrimination Pong's review: il paddle nero è rotto.
Previa accurata traduzione, la descrizione che c'è su iTunes riguardo a Discrimination Pong (sviluppato da René Bauer) merita un'attenta lettura: "Discrimination Pong è un Pong-game antidiscriminatorio. Il progetto di GameArt presenta però alcuni seri difetti. Nel mostrare discriminazione e razzismo, fa sì che essi siano giocabili, nonché effettivamente tangibili. Il giocatore proverà sulla propria pelle i sentimenti negativi collegati al razzismo e alla discriminazione più in generale, nel (vano) tentativo di ottenere una vittoria in codesta e ingiusta variante di Pong. Il paddle cosiddetto "diversamente bianco" sarà discriminato in molteplici aspetti: dalla visuale ai movimenti, fino alle meccaniche di gioco. Sarà enormemente difficile, dunque, che il giocatore discriminato riesca a vincere un match. La discriminazione è implementata in diversi modi: il "paddle-non-così-bianco" diventerà sempre più scuro. Quello sinistro potrà risultare più lento di quello di destra. La pallina potrebbe accelerare verso la parte sinistra del campo di gioco, risultando effettivamente imprendibile. Il paddle di destra potrà ricevere una pallina extra, senza nemmeno meritarlo. La cosa peggiore di tutte, forse, è che la pallina non colpisce mai il bordo o il paddle di destra, ma inverte la propria rotta verso sinistra, prima lentamente, per aumentare smodatamente la propria velocità in prossimità del paddle di sinistra. Un gioco davvero molto ingiusto!"
Del resto, continua la descrizione del gioco, "… i mondi virtuali e in generale tutti i giochi dovrebbe essere un luogo accessibile da tutti, indiscriminatamente. Proporre un "play tabula rasa" come intende fare questa variante di Pong nel suo sottotesto, equivale a una visione di un mondo in cui tutti possano avere le stesse possibilità. Oggi, invece, i game designer inseriscono all'interno dei propri giochi, sempre più frequentemente, fattori ingiusti come la possibilità di acquistare oggetti di gioco con valuta reale, al fine di ottenere benefici virtuali."
Orbene, si potrebbe stare qui a discutere delle molteplici implicazioni sociali e mediologiche connesse a un simile, provocatorio progetto di game art, ovvero un concept-game che fa dell'aberrazione insita nel concetto di discriminazione un prodotto fortemente/volutamente distorto. Si direbbe, insomma, di un tennis digitale del tutto impari, fine a sé stesso e sostanzialmente ariano, in cui il nero (e per giunta di sinistra!) è continuamente vessato dalle inique leggi che governano la discriminante fisica di gioco. La verità è che impossibile giocarci: Discrimination Pong ammette solo una breve prova sul campo per vedere com'è, ma il suo gameplay palesemente compromesso fa sì che l'applicazione sia rimossa dal proprio iPad/iPhone/Mac/PC entro i primi cinque minuti successivi al download. In buona sostanza, al fine di biasimare ludicamente la discriminazione, ovvero il trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo o un gruppo di individui in virtù della loro appartenenza ad una particolare categoria (come, ad esempio, i paddle di colore), Discrimination Pong finisce per risultare un'App tanto pretenziosa, quanto letteralmente inutile, praticamente ingiocabile: per vincere basta scegliere il paddle di destra, cioè quello bianco. L'altro è palesemente rotto.