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eXistenZ #38 – L'Assassin's Creed cinematografico dei miei sogni

eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po' qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell'altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.

Chiariamo subito le cose dicendo che il titolo di questo articolo è un po' una balla. Nei miei sogni non c'è nessun film di Assassin's Creed, dato che della serie Ubisoft me n'è sempre fregato molto poco e dato anche che onestamente preferirei vedere la gente di spessore coinvolta fino a qui nel progetto impegnata su roba più interessante. Ma, ehi, d'altra parte, il motivo per cui sono in realtà interessato a questo film sta proprio nei nomi coinvolti fino a oggi. Saranno realmente loro a occuparsene? Lo stanno già facendo? Salterà tutto per aria all'ultimo momento? Verrà fuori un distastro? Molleranno il progetto in corsa? Vai a sapere? Vai a sapere. Il punto, comunque, è che perlomeno sulla carta questo Assassin's Creed potrebbe diventare il miglior adattamento da videogioco a cinema di sempre. O potrebbe essere una schifezza, certo.

Intanto, sono coinvolti due attori di spessore assoluto, vale a dire Michael Fassbender e Marion Cotillard. Ora, intendiamoci, non è che la loro presenza sia necessariamente garanzia di filmone, anzi, e pure a loro può capitare di sbagliare qualche interpretazione, ma sono due attori fenomenali, fra i più bravi all'interno di una generazione comunque piuttosto dotata e tutto sommato anche abbastanza famosi presso il largo pubblico rispetto alla media della gente che viene coinvolta in progetti di questo tipo (con l'esclusione di Angelina Jolie, magari). Inoltre, di recente hanno recitato assieme nel nuovo, fenomenale, Macbeth e hanno tirato fuori un'intesa fenomenale, con due interpretazioni maiuscole. Tra l'altro hanno entrambi già una certa esperienza di blockbusteroni, uno da mutante, l'altro da seduttrice di pipistrelli, ed entrambi se la sono cavata piuttosto bene (perlomeno se escludiamo una certa scena di morte impresentabile). Quindi, insomma, avercene, di gente del genere, nel tuo filmetto ispirato a un videogioco.

Michael Fassbender nei panni di Callum Lynch nel film di Assassin's Creed.

L'altro pezzo del puzzle che mi ha fatto alzare due sopracciglia e pure qualche pelo del culo è il regista. Justin Kurzel è un australiano di belle speranze, classe 1974, che arriva da una piccola produzione in patria e da quello spettacolare Macbeth di cui sopra. Il suo primo film, Snowtown, è un agghiacciante racconto di una brutale storia di cronaca nera delle sue parti, il secondo è appunto un Macbeth strepitoso e che dovete attendere tutti con ansia (verrà distribuito a ottobre). Cosa hanno in comune questi due film? Che sono lenti come una colata di cemento. Ora, con tutta la buona volontà di questo mondo, io fatico davvero a immaginare che Kurzel possa permettersi di dirigere il film su Assassin's Creed mantenendosi fedele al suo stile compassato. Voglio dire, non raccontiamoci fregnacce: per quanto possa piacere a tutte le età, e ci mancherebbe altro, la serie di Ubisoft punta a un target preciso, che è quello del videogioco tripla A medio e che Hollywood ama servire con scazzottate spettacolari ed effetti speciali ultravivaci, certo non con monologhi in penombra da dieci minuti. La scelta, quindi, pare bizzarra.

D'altra parte, viene da pensare che Kurzel sia stato coinvolto anche grazie al rapporto sviluppato con i suoi attori (Fassbender è coinvolto nel progetto del film da un pezzo, ormai, e immagino abbia una qualche voce in capitolo). Inoltre, il suo Macbeth ha un paio di pregi che starebbero benissimo in un film su Assassin's Creed. Tanto per cominciare, sul piano visivo è una roba di una bellezza straziante, che proprio non ci si crede, tanto che quando ne ho parlato in Outcast Popcorn non sapevo manco cosa dire. E questo, in un film che comunque farebbe bene a puntare sulla forza visiva, non si butta mai via. In secondo luogo, Macbeth si apre e si chiude con due battaglie dalla potenza devastante. Non hanno il ritmo e l'appeal dinamico a cui ci ha abituati Hollywood, ma sono messe in scena con un occhio pazzesco e dopo la visione ti resta in bocca un sapore bizzarro, hai l'impressione di aver visto un'estetica da blockbuster infilata in un film d'essai con una forza e un gusto incredibili. In questo senso conta anche il lavoro di Adam Arkapaw, strepitoso direttore della fotografia per entrambi i film di Kurzel (ha lavorato anche sulla prima stagione di True Detective e, diciamocelo, sono stati soprattutto lui e quei due attori là a renderla grande): speriamo che la collaborazione continui su Assassin's Creed.

E ancora: entrambi i primi film di Kurzel sono ambientati nel passato. Certo, non si può descrivere Snowtown come un film in costume, ma il livello della ricostruzione storica e la furia con cui Macbeth ti immerge in quelle lande polverose lasciano di sasso e promettono bene pure loro nell'ottica di un film che comunque, in linea di massima, sarà ambientato per lo più nel passato. Insomma, ficata totale? Eh, calma, andiamoci coi piedi di piombo.

Al di là del fatto che il ruolino di marcia dei film ispirati ai videogiochi parla chiaro, c'è anche la questione del regista che arriva dal circuito indipendente e si mette nelle mani della grossa casa di produzione. La casistica degli ultimi anni è delirante. Piaccia o meno il suo Godzilla (a me tantissimo), Gareth Edward è riuscito a conservare con decisione la propria personalità registica e ha tirato fuori un film magari non perfetto, ma che mostra una direzione forte. Colin Trevorrow una personalità registica non ce l'ha, ma comunque il suo Jurassic World ha funzionato, ha incassato come un bastardo e ha rimesso in piedi una serie morta da tanti anni (e più ci penso e meno il suo film mi piace, ma questa è un'altra storia). Nel mentre, però, Josh Trank si è fatto schiacciare e il suo Fantastici 4 è venuto fuori disastratissimo, Edgar Wright ha mollato Ant-Man e il film si è salvato solo per la forza di chi gestisce le cose nei Marvel Studios, abbiamo continui divorzi per ragioni creative e chissà come andrà a Rian Johnson su Guerre Stellari. Insomma, boh. Anzi, vai a sapere. Però Kurzel è australiano, gli australiani c'hanno la scorza dura, voglio crederci.

L'altro aspetto un po' preoccupante è quello del solito comitatone di sceneggiatori. Al lavoro su Assassin's Creed ce ne sono tre. Uno si chiama Bill Collage, ha un cognome che è tutto un programma e una scheda su IMDB che fa venire la depressione, per altro largamente condivisa con il secondo nome, Adam Cooper. A dare una mano, però, c'è Michael Lesslie, poco più che esordiente ma membro del comitatone che ha scritto il Macbeth di Kurzel, cosa che fa sperare. Insomma, anche qui, il vai a sapere è grosso come una casa. Ma d'altra parte il film è previsto per Natale 2016 e non se ne sa ancora nulla, al di là dei nomi fatti fino a qui, quindi che vuoi sapere? Io spero che Kurzel sia in grado di insinuarsi fra le pieghe di una produzione presumibilmente un po' diversa dalle sue precedenti e conservare il talento che ha mostrato fino a qui. Voglio crederci. Potrebbe venirne fuori l'Assassin's Creed cinematografico dei miei sogni. Oppure no. Vai a sapere.