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È di nuovo apocalisse zombi con Dead Island: Riptide

Se la simpatica manifestazione nota come Gamescom non si rivela essere ogni volta una totale e completa copia carbone, ma un po' peggio, dell'E3, è anche perché c'è sempre qualche saggio e generoso publisher che decide di risparmiarsi due o tre colpi per il meno affollato appuntamento d'agosto. È successo anche quest'anno, ed è successo per esempio con Dead Island: Riptide, atteso seguito del riuscito simulatore di apocalisse zombi pubblicato lo scorso settembre. E, tanto per cominciare, casomai qualcuno avesse dubbi al riguardo, chiariamo subito questa cosa: si tratta di un seguito vero e proprio, ambientato "altrove", che prende il via esattamente da dove si era conclusa la storia del primo episodio.

Le vicende, come detto, si svolgono su un'altra isola, leggermente meno grande di Banoi ma molto più estesa nel sottosuolo. Fra le lamentele più ricorrenti dei giocatori, infatti, c'erano proprio quelle relative all'eccessiva linearità e alla scarsa estensione della rete fognaria del paradiso tropicale su cui era ambientato il primo episodio. E per questo motivo Techland ha lavorato molto sull'estensione delle catacombe che percorrono il sottosuolo della nuova isola e che, di fatto, finiscono per rendere il terreno esplorabile ben maggiore rispetto a quello del precedente Dead Island. Al di là di questo, l'ambientazione sarà caratterizzata anche da una quantità smodata d'acqua, che ne invade le lande sotto forma di paludi (su cui è possibile spostarsi a bordo di comode barche a motore) e che entra in gioco anche nella progettazione delle missioni.

È per esempio il caso della porzione di gioco mostrata durante la presentazione a Colonia, ottima per illustrare non solo la faccenda dell'acqua abbondante, ma anche una nuova formula di missione inserita nel gioco e fondamentalmente mutuata dalla modalità Orda tanto alla moda negli ultimi anni. Ambientata in un momento indicato come "a circa 6/10 ore dall'inizio del gioco", la situazione vede i protagonisti nella necessità di liberare dall'acqua la rete di catacombe che si trova sotto una chiesa diroccata. Per farlo bisogna però utilizzare una pompa elettrica, che genera parecchio rumore e, quindi, attira orde di zombi. Da qui a una bella sessione di Orda il passo è breve, e infatti c'è tutto quel che è lecito attendersi. Innanzitutto bisogna preparare la zona, montando recinti, allestendo torrette mitragliatrici, seminando in giro mine e taniche di benzina da far esplodere, e poi si dà il via al massacro.

La fase di guerra al non morto vera e propria punta chiaramente tantissimo sul panico dell'assalto. È necessario collaborare (perlomeno se si gioca in co-op) e bisogna anche stare attenti alla salute dei personaggi non giocanti, dato che un'eventuale loro morte sancisce il fallimento della missione. In tutto questo, va detto, è piuttosto interessante il modo in cui la natura dello scenario paludoso finisce per mettere i bastoni fra le ruote ai giocatori: provate a uscire dal recinto e ad avventurarvi in una palude invasa dagli zombi e ripiena di mine che sono difficili da scorgere perché sepolte da acqua, fango e vegetazione. Poi (non) ne riparliamo.

Chiaramente, al di là di questa nuova tipologia di missione, Dead Island: Riptide vanterà tutto ciò che è lecito attendersi da un seguito degno di questo appellativo. Troveremo per esempio nuove varianti di non morti, sulle quali Techland ancora non si esprime, ma alcune delle quali hanno fatto velocemente capolino su schermo durante la presentazione (per esempio una specie di sfregiato e un bestione che lanciava in giro roba puzzolente). E troveremo un sistema irrobustito di crafting, con l'usura delle armi più facilmente "leggibile" e tutta una serie di inevitabili novità. Il team, comunque, assicura che, nonostante una gestione delle bocche da fuoco rivista per renderle più appaganti, sarà mantenuta l'importanza del combattimento ravvicinato che c'era nel primo episodio. Per il momento tocca fidarsi, dato che non è stato possibile mettere le mani sul pad.