Ecco che arriva Test Drive: Ferrari Racing Legends e subito scompare
Nonostante sia pacifico che una confortevole postazione di guida con volante e pedaliera migliori qualunque racing game con le Ferrari, Test Drive: Ferrari Racing Legends non è quella gran porcheria che qualcuno vorrebbe far credere, come, del resto, neppure un capolavoro del genere automobilistico. Piuttosto tende alla sufficienza e, nell'indecisione su quale causa sposare (quella del simulatore o del casual racing game), finisce con l'accontentare un po' tutti e in realtà nessuno, incluso il Drake, con buona pace della rampante anima sua.
Il fatto che demoralizza è che il titolo di Slightly Mad Studios sarebbe potuto essere "Il Gioco delle Ferrari", mentre invece somiglia a un'ordinata - e per questo inquietante - orgia di Ferrari, o per meglio dire a un bizzarro museo interattivo della casa di Maranello, ricco di anacronismi tecnologici, idiosincrasie per la bella guida e soluzioni ludiche soporifere, per altro raffazzonate alla carlona. Eppure, tra i suoi plurimi difetti, non sia mai detto che non sappia restituire anche qualche briciola di soddisfazione, magari tra un sovrasterzo di potenza ben riuscito e l'inevitabile incidente alla svolta successiva, giacché è un gioco che non si guida tanto bene, diciamolo pure. È forse più appagante col joypad, a dirla tutta, da giocarsi senza il coltello fra i denti e in totale disimpegno, inebriandosi del rombo dei motori e di poco altro ancora. Bisogna ammettere, d'altro canto, che una sessantina di Ferrari - ovvero tutte quelle prodotte dagli anni '50 ad oggi – e tutto il lustro che sgorga dal blasone non bastano a giustificare i piccoli scempi e tutti gli altri difetti che affliggono Test Drive: Ferrari Racing Legends.
http://youtu.be/4Zl-ssvZ7BU
Soluzioni ludiche soporifere? La struttura di gioco ideata dagli sviluppatori è completamente differente dall'abusata trovata del mondo aperto da esplorare per cucirsi addosso la propria esperienza di gioco: la modalità carriera estremamente lineare e immodificabile, per rivivere l’epopea Ferrari attraverso tre epoche (le annate sono suddivise in Oro, Argento e Moderno) e oltre duecento scenari/sfide in cui competere, ordinate secondo noia e carenza di mordente.
Idiosincrasie per la bella guida? Il modello di guida è uno e trino, unico per tutte le automobili incluse nel generoso roster. Detto in altri termini, le Ferrari qui proposte, dalla 250 GTO alla 312 T4 di Gilles Villeneuve, fino alla quattro ruote motrici FF o le più recenti F1, reagiscono e si guidano tutte alla stessa maniera. A seconda del modello scelto, ovviamente, mutano i parametri quali potenza, accelerazione e velocità di punta, mentre l'handling (o maneggevolezza che dir si voglia) rimane sempre lo stesso: nervoso, scorbutico, sempre in balia di ammorbanti sottosterzi e facile preda del sovrasterzo con testacoda repentino, il tutto permeato da una sottile permissività di stampo arcade che non fa altro che peggiorare le cose, piuttosto che alleviare il fastidio percepito al volante. Si direbbe di un sistema di guida unico nel genere, che per assurdo riuscirebbe anche a far breccia (ma mooolto lentamente) nel cuore dei piloti virtuali più… "malati", quelli automasochisti come me o tanti altri, ad esempio, che giocano ancora con i vecchi TOCA o Race Pro e sono sempre pronti a soffrire, schiumando sangue, convinti di poter cavare del buono da qualsiasi gioco di corse automobilistiche a suon di giri regolari e/o veloci.
Anacronismi tecnologici? Si fa presto a trovarli: gli aiuti elettronici (ABS, TCS, ESP, PPF, FCP, ATV, ZTV, ERSP e l'immancabile WSIQ) sono attivabili anche sulle autovetture più datate, che sono addirittura accomunate dallo stesso sound a troppi cilindri, con tanto di inconfondibile sibilo del turbo, quando invece non ancora era stato inventato.
Tutto sommato dispiace del risultato appena sufficiente e ampiamente discutibile, vista la combattiva intelligenza artificiale degli avversari (che al massimo della difficoltà impegna non poco), la buona modellazione poligonale dell'intero parco macchine e per alcuni scorci proiettati dal motore grafico, se solo non fosse per i frequenti sbalzi di frame rate, per le ampie dosi di flickering, per la scadente sensazione di velocità restituita (questo accade maggiormente con certi tipi di telecamera) e, più in generale, per la povertà dei dettagli grafici a bordo pista. Oltre al fatto della discutibile manovrabilità di cui sopra. Da consigliare ai fan sfegatati delle rosse di Maranello e pochi altri ancora, confidando nel prossimo futuro di Slightly Mad Studios: la base c'è, ma andrebbe affinata.
Abbiamo ricevuto una copia del gioco (provato in versione Xbox 360 con tanto di volante e pedaliera Fanatec) dal distributore italiano, e per questo lo ringraziamo.