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eXistenZ # 11 - Scott Pilgrim Vs The World: ma non era meglio la cinese?

eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po’ qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell’altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.

È vero, Scott Pilgrim Vs The World è un film di due anni fa, che tecnicamente sarebbero anche tre, e non è proprio à la page scriverne e parlarne hic et nunc, ché tutti hanno altro di meglio da fare, come ad esempio fotografare le parole proparossitone che trovano in Ruzzle.

Al centro, Captain America.

È anche vero, però, che a patto di accantonare qualsiasi idiosincrasia per quella faccia da smunto e stralunato bamboccione che vanta Michael Cera, la versione cinematografica di Scott Pilgrim Vs The World finisce per essere addirittura migliore e ben più entusiasmante del mero elenco di citazioni e memorabilia videoludiche contenute in Ralph Spaccatutto. Scott Pilgrim Vs The World è dunque paradossale: va visto, profondamente apprezzato e rivisto anche più di un paio di volte, sempre a prescindere dal suo indiscusso protagonista, che in fin dei conti è attore mediamente bravo. Diciamo che è un classico che non annoia mai, un po' come Mio Cugino Vincenzo, ma con un merluzzo al posto di Joe Pesci.

Cera ha sempre l'espressione di chi ha appena visto una donna nuda.

A questo punto succede un fatto: prima ancora di essere un triplo franchise carpiato (esiste anche il videogioco omonimo, che piace per i primi cinque minuti, peccato per il gameplay fatto di legno massello), Scott Pilgrim Vs The World finisce per rivelarsi innanzitutto un film prodigioso, veloce e moderno (e lo è ancora adesso!), quasi senza tempo (visto?), che dà il meglio di sé dopo il passaggio da un medium (il fumetto di Bryan Lee O'Malley) all'altro (il cinema). E che funziona straordinariamente bene, divertendo. Se la sottocultura del rock indipendente definisce il contesto musicale nel quale si muovono i personaggi e si svolge rocambolesca l'azione, l'immaginario videoludico sotteso non si limita a dispensare solo qualche citazione da intenditore (il "K.O." degli scontri è quello del noto picchiaduro Tekken) o una strizzatina d'occhio a Super Mario, ma addirittura ridefinisce l'intera struttura del film. L'accuratissima regia di Edgar Wright sperimenta nuove soluzioni con la naturalezza di chi ha davvero talento e corre frenetica e potente da un boss fight all'altro. In questa mimesi è certamente agevolata dalla numerologia dei sette malvagi ex di Ramona Flowers e da un montaggio più che serrato, abbastanza zeppo di artifici tecnologici, cutscene disegnate, onomatopee giganti e citazioni videoludiche che non stroppiano mai, in quanto parte di un linguaggio ormai universale. Le capisce anche il nonno o la stupida sciantosa che schifa i videogiochi.

"Io non mi nutro di carne animale, nè di latte di mammella, nè dell'uovo di qualsiasi creatura che abbia un volto."

Scott Pilgrim Vs The World è un film che, nonostante quella sottile inadeguatezza della faccia e del corpo di Cera, si muove alla velocità della luce ed è intriso di gioia pura. Non è mai troppo romantico ma neppure eccessivamente digitale. Piuttosto, è ragionevolmente fregno, un vero e proprio marasma multimediale che procede ad un ritmo pazzesco, vorticoso e puntualmente appassionante, oltretutto capace di operare una perfetta compenetrazione multimediale di linguaggi pop, comics e videogame. Per tali motivi, Scott Pilgrim Vs. The World merita un'attenzione critica adeguata, multidisciplinare, decisamente indie/nerd/geek. Ebbene, si può dire certamente questo: se il non aver mai visto L'alba dei morti dementi (ma aggiungiamoci anche lo spassoso Hot Fuzz) è un po' "come non aver mai visto le tette" (cit. de I 400 Calci), trascurare deliberatamente la visione di Scott Pilgrim Vs The World - per un videogiocatore borderline - significa non aver mai leccato una vagina. Non che la pellicola di Wright sappia di batteria alcaline, sia chiaro... ma ci siamo capiti.

Il gran potenziale di Ellen Wong.

Detto ciò e al netto di ogni acconciatura proposta nel film, Scott Pilgrim è veramente un idiota: io avrei "tenuto e sviluppato" la cinese. Aveva un gran potenziale, davvero un gran potenziale…

Il film l'ho visto in DVD e in Blu-Ray, in italiano e poi anche in lingua originale, l'ho regalato ad amici e l'ho "forzatamente proposto" a tanti altri ospiti, traendoli in inganno a casa mia con la scusa di una spaghettata aglio e olio, stiamo un po' insieme, ci rilassiamo... E ha sempre riscosso successo.