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eXistenZ #21 – Waitin' for good ol' Kentucky

eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po' qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell'altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.

In linea teorica, sta scritto qua sopra, in questa rubrica si parla dei punti di contatto fra videogioco e cinema, ma per fortuna poi s'è scelto di puntualizzare che sarebbe stato infilata anche “qualsiasi altra cosa ci passi per la testa”. E quindi oggi la prendo molto alla lontana e chiacchiero brevemente di due oggetti affascinanti realizzati da quei simpatici zuzzurelloni di Cardboard Computer. Non c'entrano granché con il cinema, sono più che altro due tentativi di realizzare installazioni artistiche virtuali, diciamo, e mi sembrano piccole cose interessanti e dal bel potenziale. Al di là del fatto che, oh, me li ero messi lì un po' da parte, m'ero dimenticato di metterci mano ed è stato gradevole, finalmente, farlo, anche un po' per ingannare l'attesa di 'sto benedetto terzo atto di Kentucky Route Zero, che hanno recentemente giurato di stare completando.

Limits & Demonstrations, del quale agevolo qua sopra un playthrough completo per i pigri, è stato pubblicato lo scorso febbraio nell'intervallo fra il primo e il secondo atto di Kentucky Route Zero, ed è una sorta di mostra artistica multimediale, con cui è possibile pasticciare attraverso gli stessi schemi d'interazione della serie a cui fa riferimento. Del resto, si tratta anche di un interludio, o se preferite uno spin-off, un mezzo prologo, una parentesi, un quaccheccosa, che presenta spunti narrativi in qualche modo collegati a Kentucky Route Zero. Poca roba, eh, nulla di clamoroso o imperdibile, qualche cenno di storie legate ai vari personaggi. Allo stesso tempo, però, è anche una sorta di esperimento, un modo per proporre trovate estetiche e artistiche surreali che si accavallano in una specie di museo e possono essere esplorate semplicemente giocando.

Il modello è esattamente lo stesso della serie principale, tant'è che è stato poi riproposto in maniera quasi identica nella porzione centrale del secondo atto, e ci vede muovere un gruppetto di personaggi in pausa pranzo (o giù di lì) mentre si godono una mostra. È possibile cliccare sulle descrizioni delle opere – una più assurda e affascinante dell'altra – e conseguentemente interagire, affrontare conversazioni incredibilmente lucide nel ricreare la chiacchiera da museo e immergersi in micro-storie totalmente surreali, scritte con lo stile ormai consolidato di Cardboard Computer. Limits & Demonstrations racconta tantissimo tramite poche righe, due scelte, quattro trovate, con il solito sbalorditivo utilizzo di effetti audio, lievi musiche, movimenti di camera e dissolvenze, capace di trasportare davvero in un altro mondo grazie al potere della parola e delle suggestioni. Una bella esperienza da un quarto d'ora e, potenzialmente, un modello neanche malvagio su cui provare a costruire viaggi fantastici in esposizioni virtuali anche più legate al vero.

Questo qua sopra, invece, è l'inizio di The Entertainment, il “contentino” sperimentale proposto da Cardboard Computer a dicembre, quindi nell'intervallo fra il secondo e il terzo atto di Kentucky Route Zero. Anche qui, lo spunto di partenza rimane la voglia di esplorare le suggestioni audiovisive e letterarie care al team di sviluppo, in un esperimento fuori serie che si ricolleghi all'avventura principale ma risulti anche interessante in maniera indipendente. Le fonti letterarie, si citano Samuel Beckett, Eugene O'Neill, Maxim Gorky, vengono inseguite in maniera forse più diretta che in passato e il risultato è una sorta di pantomima, nella quale il giocatore si trova piazzato al centro del palco di una rappresentazione teatrale, con alle spalle il pubblico e davanti a sé gli interpreti.

Pur conservando aspetto, stile e in parte interfaccia di Kentucky Route Zero, The Entertainment va in tutt'altra direzione ed è per questo anche più interessante di Limits & Demonstrations. La visuale è in prima persona, ma ci si trova inchiodati al proprio posto e si può suolo muovere in giro lo sguardo e interagire con qualche aspetto della rappresentazione teatrale, attivando conversazioni, esaminando elementi estetici, talvolta con un clic, talvolta anche solo posando lo sguardo. Il risultato è una bizzarra simulazione d'esperienza teatrale, nella quale c'è ovviamente poco d'interattivo, più che altro il gusto di ritrovarsi immersi in una situazione dall'impostazione realistica, ma dagli elementi totalmente inventati per l'occasione. Tocca sedersi e godersi lo spettacolo, con il bonus, magari, di poter pasticciare brevemente con alcuni aspetti tangenti.

The Entertainment nasce anche per la voglia del team di pasticciare un po' con Oculus Rift e infatti è possibile scaricarlo anche in una versione compatibile con il caschetto per la realtà virtuale, che ovviamente offre la possibilità di immergersi realmente (o virtualmente, o realmente virtualmente) nell'esperienza e viverla attraverso tutto un altro grado di coinvolgimento. Io, purtroppo, mi sono dovuto limitare alla versione base, che comunque esprime bene le potenzialità dell'idea come forma digitale per l'accesso a installazioni artistiche, rappresentazioni teatrali e altre scorregge del cervello, a maggior ragione, poi, immagino, se vissuta tramite (l')Oculus Rift. 

Inutile negarlo, buona parte di quanto descritto in questo articolo si presta a reazioni come quella descritta nel video qua sopra. Io stesso, che pure ritengo molto interessanti e affascinanti entrambi gli esperimenti, ho trovato il tutto non completamente nelle mie corde. Ma, ehi, che problema c'è? Tanto entrambi si scaricano gratuitamente, quindi non è che ci si perda molto, a provarli. Anzi, magari il rischio è di perdersi qualcosa a ignorarli. E quindi, Limits & Demonstrations sta qua, The Entertainment sta qui. Fatene quel che vi pare.